Siamo tre amici in scena
Panariello, Conti e Pieraccioni agli Arcimboldi
Dopo aver riempito i palazzetti con il loro «Tour» (solo a Firenze hanno radunato 130mila persone), Giorgio Panariello, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni tornano sul palco in uno show questa volta «teatrale». Il nuovo spettacolo del trio toscano, che toccherà vari palcoscenici italiani dal Brancaccio di Roma al Colosseo di Torino al Creberg di Bergamo (e ancora a Bologna, Napoli, Brescia, Bari, Firenze…), prende il via dagli Arcimboldi dove, date le richieste, oltre a stasera e domani s’è aggiunta la data del 15 gennaio. «È perché anche a Milano abbiamo tanti parenti…», chiosa sornione Pieraccioni. La formula è la stessa — teatro, cinema e tv ingredienti di un’alchimia resa travolgente dall’amicizia dei tre mattatori — ma Conti sottolinea: «La novità fondamentale è che in teatro saremo molto più eleganti: in smoking!».
«La base dello spettacolo è rodata: dalla parodia del teatro russo a Romeo e Giulietta che arrivano davanti all’avvocato perché Giulietta ha trovato i messaggini di lui ad altre donne», spiega Panariello. Io farò alcuni miei personaggi: Merigo, il Vaja, Mario il bagnino. E nel “Montale e Quale Show”, talent per poeti, ci scateniamo tutti a dipingere caratteri curiosi come Morellino di Scansano, il Titano… L’attualità poi è nei monologhi di Leonardo…». «In realtà ho scelto di non parlare più di politica», interrompe Pieraccioni, «perché lo spettacolo iniziava alle nove e a mezzanotte le alleanze e le coalizioni erano già cambiate e quello che commentavo non era più verosimile. Ormai la realtà supera la fantasia…».
Che i tre siano amici veri, oltre che colleghi, si coglie a partire dall’allegria con cui reciprocamente si sfilano battute e gag. «Per fortuna siamo sempre noi, c’è qualche anno in più, ma carattere, pregi e difetti sono quelli di vent’anni fa», spiega Conti. «È una cosa positiva: siamo sempre stati legati alla nostra terra, alla provincia, non ci siamo fatti intrappolare dal mondo dello spettacolo. Ci piacciono le stesse cose di un tempo: c’è una stima umana e professionale che ci permette di essere amici e condividere un palcoscenico». Fra i tre c’è un tale cameratismo, una tale dimestichezza, che il loro divertimento coinvolge anche il pubblico. «Alla nostra età potevamo andare a giocare a bocce o rimettere insieme lo spettacolo », sostiene Panariello: «facciamo entrambe le cose perché dietro le quinte giochiamo a bocce…». «Nel mondo dello spettacolo si dice che bisogna lasciare finché la festa è accesa», interviene Pieraccioni. «Noi si fa questo show per divertimento e continueremo a farlo… finché non c’è più nessuno in sala!». E Conti conclude: «E questa non è una promessa: è una minaccia!».