Droga sugli alberi, la caccia in bici
Lo stratagemma dei pusher nel verde del Sempione: 36 arrestati e 47 denunciati nel 2019
Si muovono in bici. Hanno mountain bike modificate per renderle ancora più agili nel traffico della città. Le loro specialità sono però le aree verdi e quelle pedonali dove le biciclette sono spesso più veloci delle auto di pattuglia. Operano in quattro zone (Sempione, Navigli, Venezia,
Magenta) e quest’anno gli agenti delle «Bike» hanno controllato oltre 2.800 persone con 47 denunciati e 36 arresti. Tra questi la maggior parte sono spacciatori che bazzicano i parchi del centro. A cominciare dal Sempione, luogo dell’ultimo blitz.
Alle 16.40 di mercoledì 13 novembre un ragazzo si guarda intorno e poi s’accovaccia dietro un cespuglio in una zona di poco passaggio nel parco Sempione. I poliziotti in bicicletta seguono i suoi movimenti a distanza, partono; mentre il ragazzo si sta allontanando, aumentano il ritmo della pedalata; lui inizia a correre, lo raggiungono, lo bloccano. Finisce così: mentre correva ha lanciato un sacchetto con 15 grammi di marijuana, nella tasca dei jeans ne ha altri 5 grammi (più 155 euro), sotto il cespuglio, tra sterpi e terra, spunta infine una bustina con gli ultimi 15 grammi d’erba. L’arrestato è gambiano, 21 anni, precedenti per spaccio, niente documenti. Profilo tipico del pusher del Sempione. È il 36esimo arrestato dalle bike dell’Ufficio prevenzione generale della questura nel 2019: quasi tutti spacciatori, che gravitano tra il laghetto e il campo da basket nel cuore del parco. L’ultimo stratagemma che usano per eludere i controlli è nascondere la droga sugli alberi: marijuana e hashish avvolti in foglie larghe, mimetizzati, legati ai rami, a 3-4 metri da terra. Qualche spacciatore l’hanno bloccato mentre scendeva dall’arrampicata.
Il piccolo spaccio al Sempione non è una notizia, è micro-criminalità stanziale e storica, un «servizio» per gli studenti che vogliono una canna e per chi cerca un pezzetto d’erba o di fumo di passaggio. Da tre anni però le bike della polizia «ronzano» fisse intorno a quel gruppone di spacciatori. È una battaglia di posizione a bassa intensità, in divisa non è facile arrestare, la bicicletta dà un vantaggio sullo scatto. Nacquero con Expo, le bike, pattuglie agili per zone pedonali ampie e affollate. Sono state mantenute come polizia di prossimità (coordinate da Claudio De Filippo, come le altre «specialità» dell’Upg, l’ufficio delle Volanti diretto da Salvatore Anania):
10 poliziotti che s’alternano su due turni e su quattro zone (Sempione, Navigli, Venezia, Magenta); nel solo 2019 hanno fatto quasi 800 servizi e controllato 2.800 persone; con 47 denunciati e appunto 36 arrestati.
Arrestare i pusher del Sempione è complicato perché appena le bike entrano tra i vialetti partono le telefonate d’allerta delle vedette. Il 23 settembre arrestano un gambiano, 31 anni, che ha appena fatto uno scambio soldi/ hashish a distanza con un ragazzo italiano: che ha depositato 20 euro sulla fontanella dove lo spacciatore aveva lasciato il pezzetto di fumo. Addosso i pusher non tengono quasi niente per sfuggire agli arresti. Gli «imboschi», prima, erano sempre sotto terra o nei tombini. I poliziotti coi cani antidroga li trovavano. Ecco perché è cambiata strategia. Droga in aria, tra i rami, lontana dal fiuto dei cani.
Sfida
Tra spacciatori e agenti è una lotta di posizione: le «vedette» contro lo scatto delle due ruote