PIAZZA PREALPI, UN PARCO DA SALVARE PER LA RINASCITA DEL QUARTIERE
È possibile che in una città come Milano un utente finale si rechi presso uno degli sportelli principali della Ats della città metropolitana, quello di corso Italia (se non addirittura il primo sportello) e si trovi un cartello di questo genere... ( foto sopra) con scritto: Chiuso per elevato numero di persone. Poi verifico e la sala di attesa è praticamente semideserta. Stessa situazione anche nella sede di viale Molise.
Abbiamo gia documentato e contestato la scarsa attenzione ai cittadini da parte di certi uffici pubblici: l’efficienza di una grande citta si misura anche dal rispetto verso l’utenza e da cartelli come questo.
Degrado
Caro Schiavi, c’è un quartiere che cerca faticosamente di lasciarsi alle spalle una storia di malavita (negli anni 70 e 80 di qui non si poteva passare in auto di sera) con nuove aperture al posto di alcuni storici locali abbandonati. Il cinema Sempione che oggi è diventato un ottimo ristorante con musica da vivo, il Cinema Teatro Trieste; il Garage Moulinski e il ristorante stellato Innocenti Evasioni dello chef Arrigoni o la nuova enoteca Mosto Generoso. Ai confini del quartiere ha aperto il locale di Lapo Elkann e tra qualche tempo ci sarà il consolato americano. Giovani artisti nascono e si formano qui e c’è una delle scuole elementari più importanti d’Italia, la Rinnovata Pizzigoni. Attorno sta crescendo una comunità multietnica che dà ulteriore vita al quartiere. La foto è stata scattata in piazza Prealpi, che non avrebbe nulla da invidiare a una piazzetta londinese, se fosse curata e protetta. Invece è un porto franco di sporcizia, escrementi di cani e troppa incuria. Basterebbe poco. Un impianto di illuminazione, una recinzione come in tutti i parchi e giardini d’Europa, spazi di verde accessibile. I cambiamenti partono sempre dal cuore, non va dimenticato il cuore della Cagnola.
Caro Abate, ricordo benissimo cos’era piazza Prealpi e dintorni, tra Villapizzone e piazza Castelli, quando il clan Di Giovine spadroneggiava con pallottole e droga. La periferia cambia lentamente e il degrado è un nemico da combattere, come le cosche. Basta poco per il parchetto: forse non sarà londinese ma almeno sarà più milanese.
Dopo aver letto l’articolo sul malato di Sla visitato in strada, mi è venuto da piangere e mi sono vergognata di abitare in una città amatissima ma che scopro ostile e impreparata per chi è in difficoltà. Perché non obbligare gli studi medici e i condomini a dotarsi di montascale? Perché non sono tanti i taxi adatti alla sedia a rotelle? Perché non tutte le scuole sono agibili ai disabili? E i bus? Conosco bene queste tristezze perché sono malata e disabile: oggi la speranza sembra morta e sepolta.
La strada dei disabili verso una citta meno ostile è in salita e la denuncia dell’avvocato Demurtas (Corriere del 13 novembre, foto) lo conferma: gli ambulatori privati, se autorizzati ad esercitare funzioni pubbliche, debbono permettere l’ingresso di una carrozzella: visitare in strada è una vergogna. Nel bellissimo libro di Gian Antonio Stella, «Diversi» (Solferino), c’è una citazione di Stephen Hawking, astrofisico, genio, disabile: «I buchi neri non sono prigioni eterne, come si pensava… Così se senti di essere in un buco nero, non arrenderti: c’è sempre una via d’uscita». Ecco, a Milano bisogna trovarla.