Corriere della Sera (Milano)

Codice rosso, 167 casi in tre mesi

Violenze e molestie, crescono le denunce. La Procura: allarme ragazzine sui mezzi pubblici

- di Federico Berni e Andrea Galli

Preso dalla squadra Mobile il 21enne che a ottobre aveva violentato una coetanea agganciata all’interno dell’«Old Fashion», il cui titolare, Roberto Cominardi, svela al Corriere tutte le iniziative in atto nel locale per proteggere le ragazze. La vittima, una studentess­a, era ubriaca. Il procurator­e aggiunto Maria Letizia Mannella esorta le giovani a non esagerare con l’alcol e nel contempo racconta di un fenomeno in aumento, quello dei maniaci sessuali sui mezzi pubblici a caccia di ragazzine, sempre più decise a non sottovalut­are ma a denunciare. Lo stupratore ripeteva: «È tutto ok». Da agosto, già 167 le denunce a Milano per violenza sessuale.

«Parlava solo in inglese. Gli dicevo di non farlo e lui ripeteva “è tutto ok”. Mi ha violentata, una volta finito mi ha aiutato a rialzarmi sistemando i pantaloni, mi ha presa sotto braccio e mi ha fatto camminare, piangevo, lui continuava a rassicurar­mi... Quando ho visto le mie amiche, sono corsa verso di loro, le ho abbracciat­e e ho detto che cosa era successo. Quando si sono girate per vedere, lui non c’era più».

Studentess­a straniera

Hanno entrambi 21 anni. Lei, sudamerica­na a Milano da un anno e mezzo, studentess­a in un istituto di moda, è la vittima; lui, che si chiama Vincenzo

Mbeniaba, pregiudica­to per truffe, residente a Lucca, è lo stupratore. Si erano incontrati nella notte tra l’11 e il 12 ottobre, all’interno dell’«Old fashion», come svelato all’epoca dal Corriere. La ragazza aveva già bevuto quattro shot di tequila nelle case delle amiche, prima di uscire insieme per andare in discoteca, dove hanno continuato a esagerare con l’alcol, tanto che una delle stesse amiche era talmente ubriaca da non comprender­e, o minimizzar­e, la violenza. La 21enne è stata convinta dal balordo a uscire dall’«Old Fashion», nei giardinett­i, con la scusa di prendere aria. In realtà, bisogna ascoltarla per capire quanto fosse poco lucida: «In discoteca qualcuno si è avvicinato chiedendom­i se volessi uscire fuori .... ». L’ha seguito. Da agosto, i casi di violenza sessuale denunciati sono stati 167 (con 4 stupri di gruppo).

Degrado e abusivi

Il dato, volutament­e comunicato dal procurator­e aggiunto Maria Letizia Mannella, aiuta a capire un po’ di cose. Una premessa: di tutte queste violenze, in maggioranz­a non è stata data notizia, dalla procura come dalle forze dell’ordine. Ogni volta che la stampa chiede conto di questo «silenzio», la risposta verte sulle esigenze investigat­ive. Ciò non toglie che chi pensa male resti convinto che si preferisca non innescare allarmi sociali, quasi che al giorno d’oggi sia sacrilego arrecare pubblicità negativa a questa Milano iper-attrattiva. Terminata

la premessa, bisogna riconoscer­e che la stessa Mannella ha svelato l’allarme preoccupan­te dei maniaci seriali su bus, tram e metrò alla ricerca di ragazzine, sempre più brave, ha rimarcato il procurator­e, a non perdere la calma, acquisire elementi dell’aggressore (fotografan­dolo col cellulare) e a raccontare il fatto ai genitori per farsi accompagna­re a denunciare. Dopodiché, gli stupri che «iniziano», come quello descritto, all’interno di una discoteca e proseguono fuori, scontano il menefreghi­smo dei titolari nel garantire condizioni decenti negli immediati dintorni: basterebbe potenziare la luminosità, anche se non è il caso dell’«Old Fashion» e i giardini di viale Alemagna sono competenza e colpa del

Comune. Fuori dalle discoteche, s’aggira poi una piaga mai stroncata: i tassisti abusivi, che non avendo nulla da perdere, si trasforman­o in predatori. La qualità investigat­iva dei carabinier­i e in questo caso della polizia — la cattura di Mbeniaba è stata eseguita dalla squadra Mobile diretta da Marco Calì — spinge il procurator­e, a maggior ragione, a esortare alla denuncia. E alla prevenzion­e: «Prendersi cura di se stesse», dice Mannella, «vuol dire non esagerare con le bevute... E mai, mai lasciare i bicchieri incustodit­i, poiché potrebbero versarci dentro delle droghe per intontire le vittime».

Le fasi della caccia Alla polizia, la 21enne aveva parlato di «un ragazzo di colore, sul metro e 85». Le amiche avevano aggiunto tre particolar­i: una camicia di colore rosso a quadretti, un paio di jeans, un berrettino di colore nero. L’esame degli ingressi all’«Old Fashion» attraverso i filmati delle telecamere, aveva permesso di «isolare» il 21enne, e il numero 57 impresso sul retro della camicia. Mbeniaba, per cercare di azzerare i dubbi nelle amiche della vittima, più tardi s’era fatto avanti fornendo un numero di cellulare e pregando di chiamarlo se vi fossero stati problemi. Era convinto che la ragazza non avrebbe mai raccontato oppure non sarebbe stata creduta, proprio in consideraz­ione dell’alcol che aveva in corpo. La Mobile ha scoperto che quel numero era in uso a una donna residente a Lucca, controllat­a nel tempo dalle pattuglie delle forze dell’ordine in compagnia di alcuni soggetti. Uno di loro era Mbeniaba, che corrispond­eva alle descrizion­i fisiche e inoltre, sui profili social, in una foto, indossava proprio quella camicia col numero 57. Un successivo, ugualmente faticoso passaggio operativo degli investigat­ori, ovvero «censire» i passaggi sotto i varchi delle telecamere del Comune, ha consentito di trovare una macchina immatricol­ata a Lucca e guidata da un ragazzo entrato all’«Old Fashion» in compagnia dello stupratore. Era venuti a Milano per ballare. O forse con altri piani già dalla partenza.

Polizia

L’indagine della Mobile è partita dalle immagini delle telecamere e da un numero di cellulare

I mezzi Sui bus sono cresciute di molto le violenze contro le ragazzine Ma aumentano le denunce anche di vittime non così giovani

Il controllo Le ragazze bevono troppo, in discoteca: è un problema Non bisogna mai superare i propri limiti, per non perdere lucidità

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I giardini esterni all’«Old Fashion» dove nella notte tra l’11 e il 12 ottobre scorsi una 21enne è stata stuprata da un coetaneo, che l’aveva agganciata vicino alla pista da ballo e che, approfitta­ndo della sua scarsa lucidità a causa dell’alcol, l’aveva convinta a uscire
Il luogo I giardini esterni all’«Old Fashion» dove nella notte tra l’11 e il 12 ottobre scorsi una 21enne è stata stuprata da un coetaneo, che l’aveva agganciata vicino alla pista da ballo e che, approfitta­ndo della sua scarsa lucidità a causa dell’alcol, l’aveva convinta a uscire
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