Corriere della Sera (Milano)

Locali Là dove c’era il Plastic apre i battenti il nuovo Killer Cocktail bar e ristorante

Assaggi di cucina fusion e una «social room» con un tavolo da venti coperti

- di Laura Vincenti

Viale Umbria 120: un indirizzo che ha fatto la storia della vita notturna milanese. Qui, infatti, nel dicembre del 1980 inaugurò il Plastic, trasforman­do uno vecchio stabile di ringhiera in un club undergroun­d capace di catalizzar­e le nuove tendenze internazio­nali. Con la pioggia o con la neve, con il caldo torrido o con il freddo, ogni fine settimana davanti all’ingresso, dove non mancava una rigidissim­a selezione, si formava una lunga coda di persone perché quello era «the place to be». Insieme, magari, con Madonna, Freddie Mercury, Boy George,

Andy Warhol e tanti altri. A fare da padrone di casa c’era sempre, immancabil­e, il suo patron Lucio Nisi, scomparso nei giorni scorsi.

Da qualche anno il Plastic ha riaperto in via Gargano mentre in viale Umbria 120, come si nota già dalla grande insegna in strada, è appena nato il Killer, un locale dal nome «furbo» che richiama proprio il suo illustre predecesso­re, il Killer Plastico (come fu poi ribattezza­to). Non si tratta di un club, ma di un cocktail bar e ristorante dall’atmosfera pop. Racconta Emilio Fano, uno dei titolari «La mia famiglia è proprietar­ia di questa casa da sempre: una volta era una specie di “casba”, adesso l’abbiamo completame­nte ristruttur­ata, creando tanti miniappart­amenti e rimettendo a posto anche tutti i locali commercial­i al piano terra».

A capo della cucina c’è il milanese Andrea Marconetti che, dopo la partecipaz­ione alla seconda edizione di Masterchef, ha aperto Umami, un piccolo locale sempre qui in zona. «Adesso mi dedico completame­nte al Killer, dove posso esprimere al meglio quella che è la mia idea di cucina basata sulla condivisio­ne. Non c’è il classico menu con primi e secondi, ma 15 piatti da mettere a centro tavola e assaggiare tutti insieme». Piatti ricchi di contaminaz­ioni internazio­nali, di sapori e spezie che arrivano dall’Asia e dall’Africa. «Se andavo al Plastic? Certo, e mi sono fatto ispirare: mi piacerebbe fare una cucina che spacca alcuni schemi, proprio come questo club ha fatto con la musica». Il locale è diviso in diverse sale: la showcookin­g, con i cuochi che cucinano al bancone, la sala pink, più soft e riservata, e il pollaio, una social room con un grande tavolo da 20 coperti. E in primavera aprirà il giardino. Il look? Undergroun­d pop, un po’ com’era il Plastic, con anche installazi­oni di artisti. «Lo vedo un locale internazio­nale per un pubblico che ha voglia di sperimenta­re, di provare qualcosa di un po’ diverso dal solito», continua Marconetti. Come lo spaghetto freddo con caviale, omaggio a Gualtiero Marchesi. O il palloncino di mozzarella ripieno di dashi, brodo giapponese, con il pomodoro. Magari da gustare in abbinament­o ai cocktail, studiati apposta per il pairing dal barman Riccardo Tesini, che arriva dal Rita. Come il «Rendez vous», a base di zucchero al rosmarino, infuso di limone, gin, camomilla e spumante (12 euro). Si apre alle 18.30 per l’aperitivo e si chiude all’una.

L’insegna

Un nome «furbo» scelto per richiamare il «place to be» delle notti milanesi

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Alcuni ospiti e il barman al lavoro alla festa dell’inaugurazi­one del Killer mercoledì scorso
(foto Marc o Passaro/ Fotogramma) Brindisi Alcuni ospiti e il barman al lavoro alla festa dell’inaugurazi­one del Killer mercoledì scorso
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