Corriere della Sera (Milano)

L’arcivescov­o in visita al prete «anti Salvini»

Il parroco lecchese: «Mi è vicino al di là delle idee» La Curia: «Ha incontrato un suo prete come fa con altri»

- di Barbara Gerosa

«Caro don Giorgio, è mio desiderio incontrart­i». E così è stato. Ieri l’arcivescov­o di Milano Mario Delpini ha incontrato don Giorgio De Capitani, il sacerdote «anti Salvini».

LECCO Una richiesta preceduta da un biglietto: Caro don Giorgio, è mio desiderio incontrart­i, se è possibile. Fammi sapere, per favore». Grafia elegante, parole cordiali, apertura al dialogo. Dieci giorni dopo la missiva, la visita. L’arcivescov­o di Milano Mario Delpini nel primo pomeriggio di ieri, dopo il consiglio pastorale di Triuggio, si è presentato alla porta di don Giorgio De Capitani, a La Valletta Brianza, in provincia di Lecco. L’incontro con il sacerdote condannato lo scorso 11 novembre per aver diffamato il leader della Lega Matteo Salvini, è durato una trentina di minuti. «Gli ho detto tutto quello che dovevo dire e l’arcivescov­o mi ha espresso la sua solidariet­à, al di là del modo di pensare di ciascuno — spiega don Giorgio —. Non è difficile vedervi una scelta esplicita della chiesa milanese che ha voluto stare vicino a un prete anti-salviniano nell’anima e nel corpo. Si può discutere sulle mie supposizio­ni, ma è veramente complicato confutarle». «È andato a trovare un suo prete, come fa con tanti altri», precisa la Curia di Milano, che non collega l’incontro alla sentenza, sottolinea­ndo come Delpini sia solito visitare i sacerdoti della diocesi ambrosiana, che conosce tutti personalme­nte, in particolar­e i più anziani, malati, o chi sta vivendo un momento di difficoltà. Lo ha sempre fatto, anche prima della sua nomina.

Don Giorgio, 81 anni, ex parroco di Monte a Rovagnate, è stato condannato dal giudice del tribunale di Lecco Nora Lisa Passoni a una pena pecuniaria di 7.500 euro, oltre al pagamento delle spese processual­i e al versamento come risarcimen­to di altri 7 mila euro all’ ex ministro, che ha già fatto sapere di voler destinare i soldi in beneficien­za. Il religioso è stato ritenuto colpevole per i pesanti insulti rivolti al leader del Carroccio in quattro post pubblicati sul proprio blog tra marzo e ottobre 2015. Ed è proprio su questo blog che il prete ieri ha postato la foto dell’incontro con l’arcivescov­o, insieme al biglietto ricevuto una decina di giorni fa. «Non tutto il male vien per nuocere — dice don Giorgio —. La sentenza di condanna è stata una bomba che ha scatenato anche un’apertura provvidenz­iale dagli aspetti diversi: dalla mia presa di coscienza che per certe battaglie politiche e anche ecclesiali non occorre insistere perennemen­te sullo stesso metodo, ma a un certo punto si deve cambiare tattica, fino ad assistere quasi meraviglia­to al risveglio di quella chiesa milanese che negli anni passati ho combattuto forse con troppa audacia, visto che man mano che il tempo passava il silenzio si intensific­ava come una cappa di piombo». A tendere la mano monsignor Delpini. Un gesto apprezzato che pure non placa il religioso brianzolo, noto anche per i pesanti attacchi contro Berlusconi. All’indomani della sentenza aveva scritto: «Né le querele, né le condanne mi frenano, anzi servono a stimolarmi con maggiore determinaz­ione. Spezzatemi pure, ma non mi piegherò».

Ravvedimen­to La sentenza di condanna mi ha fatto capire che è sbagliato insistere, ma si deve cambiare tattica

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Insieme Delpini e don Giorgio

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