Effetto maltempo, gli alberi cedono
Cinque fusti caduti. Maran: radici indebolite
Inizia la rincorsa al piano di «forestazione urbana» che prevede tre milioni di nuove piantumazioni da qui al 2030 (1.300 soltanto in questa prima settimana), ma a far rumore sono gli alberi che, complice la pioggia incessante, fanno fatica a restare su. Paradossi da «Green week». Ieri, l’ultimo crollo: una pianta è finita su un tram in piazzale Maciachini. Sarà una perizia a indagare i motivi delle cadute. Ogni anno il Comune verifica lo stato di salute di 24 mila alberi.
Nuove chiome verdi che spuntano su un po’ ovunque per l’inizio della lunga rincorsa ai tre milioni di nuovi alberi entro il 2030, e qualche vecchia pianta che crolla giù, fiaccata dall’incessante pioggia. Paradossi da «Green week», la settimana dedicata alla svolta ambientalista della grigia capitale del Nord beffata dal maltempo. Perché alla fine fa più discutere una manciata di crolli, di un’intera foresta che prova a strappare un po’ di spazio al cemento. I milletrecento nuovi alberi piantumati per il progetto «ForestaMI» in una sola settimana, oltre ventimila da qui a marzo, centomila se si allarga la visuale all’intera area della Città metropolitana, finiscono quasi per essere oscurati da qualche scenografica caduta.
L’ultima, ieri, è stata forse la più pericolosa, di sicuro la più spettacolare. Zona piazzale Maciachini, intorno a mezzogiorno: un grosso albero cede di schianto e finisce per appoggiarsi sopra un tram «jumbo» della linea «4». Tutto bloccato, percorso dei mezzi deviato, ma per fortuna nessun ferito. La sera prima un altro esemplare s’è invece schiantato in piazza Agrippa, allo Stadera, mandando in frantumi una panchina dei giardinetti. Il filotto sfortunato è però iniziato martedì scorso, quando alla vigilia della visita del premier Giuseppe Conte per il lancio in grande stile dell’iniziativa verde ne è crollato uno in via Foppa. Il giorno dopo a collassare è stata una quercia del giardino di Just Cavalli, a fianco al parco Sempione: danneggiata un’auto in sosta e sfiorato un ciclista di passaggio. È finita sulle auto parcheggiate anche la pianta che s’è distesa in via San Gimignano, al Lorenteggio, un paio di giorni fa.
Sarà una perizia tecnica richiesta dagli uffici di Palazzo Marino a svelare i motivi dei cedimenti. Per ora il maggior indiziato è la pioggia che flagella da settimane Milano. Proprio per le modalità delle cadute: gli alberi si sono distesi interi, radici comprese, spesso accompagnate anche dalle zolle di terra intorno.
Come se l’ancoraggio al terreno fosse venuto d’improvviso meno. In alcuni casi, come l’albero di via Foppa, un’altra causa potrebbe essere l’indebolimento delle radici, fiaccate dal peso delle vetture che quotidianamente vengono parcheggiate tra le piante. «Le piogge insistenti di questi giorni — conferma l’assessore al Verde, Pierfrancesco Maran — hanno indebolito fortemente le radici determinando la caduta di alcuni alberi. Purtroppo spesso sono alberi sani, quindi non è possibile prevedere o prevenire il crollo. Saranno comunque sostituiti tutti, come tutte le volte che dobbiamo abbatterne perché risultati malati o pericolosi».
I tecnici comunali tengono sotto monitoraggio costante oltre 42mila piante. Sono in particolare esemplari vicini a «luoghi sensibili» come scuole, zone in genere particolarmente affollate e vie ad alto scorrimento. Per avere uno screening del loro stato di salute e stabilità, ogni anno vengono effettuati mediamente 24mila controlli con il metodo «Vta» («Visual Tree Assessment»), una procedura riconosciuta a livello internazionale che permette l’identificazione degli alberi a rischio statico per mezzo di sintomi caratteristici dovuti a traumi o attacchi patogeni, e la loro classificazione secondo classi di rischio che determinano poi la frequenza dei controlli: da verifiche quinquennali, per gli esemplari in salute, per arrivare a esami semestrali o all’abbattimento nei casi più gravi.