La terza rivoluzione di Porta Nuova
Concorso per il Pirellino, spunta l’ipotesi demolizione. Rinasce l’ex Telecom. «Un corridoio verde fino a Expo» Visita con gli studenti al campus Bocconi. Sala: no alla Città-Stato, lotta alle disuguaglianze
Il nuovo campus urbano della Bocconi, inaugurato ieri con il presidente della Repubblica Mattarella, è stato presentato anche alla città. Gli studenti lo scoprono passo dopo passo: le nuove aule, gli alloggi ampi, gli spazi per studiare. Con il sindaco Sala che al taglio del nastro spiega: «Milano rifiuta di immaginarsi come Città-Stato, mette la sua esperienza a disposizione del Paese». Dall’altra parte di Milano, il maxi progetto di Porta Nuova cresce. Con gli ultimi innesti di Coima attorno a via Melchiorre Gioia, tra cui il «Pirellino» che potrebbe essere abbattuto. E con la suggestione di dare il via a una «green line» di dieci chilometri fino all’ex area Expo.
Gli edifici bianchi e trasparenti, le linee curve, le corti interne, le aule collegate all’esterno con app e Qr code. Il nuovo campus urbano della Bocconi, inaugurato ieri con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato presentato anche alla città. Il progetto comprende aree verdi per 17 mila metri quadrati e un centro sportivo con due piscina, una olimpica, che saranno aperti al quartiere e ieri l’ateneo ha organizzato le visite guidate. Ecco l’area sul terreno dell’ex Centrale del latte trasformata dagli architetti giapponesi dello studio Sanaa, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa. Gli edifici destinati alla Sda school of management sono pronti, le lezioni si svolgeranno qui da gennaio. È già abitata da un anno la residenza Castiglioni, con 300 posti per studenti e professori ospiti. Mentre è ancora impacchettato il nuovo centro sportivo, con il cantiere che chiuderà tra un anno.
La sede della Bocconi così arriva a 90 mila metri quadrati con questo ampliamento (da 35 mila, intervento da 150 milioni). «È un campus che fra crescere la città, che porta a Milano culture e lingue del mondo e aumenta anche la ricettività per gli studenti, una sfida su cui Milano deve migliorare», sottolinea il sindaco Giuseppe Sala all’inaugurazione.
Studenti fuori sede e internazionali sono anche all’inaugurazione. C’è Aldin Traljic, ventenne, bosniaco, che indica l’edificio ancora in costruzione, con palestre e piscine: «L’unica cosa che alla Bocconi mancava per avere un campus come le grandi università internazionali era una struttura per lo sport e adesso c’è». Mentre Shivona FernandesKoeler, tedesca, iscritta al primo anno, si guarda intorno ed è colpita dai «grandi spazi», «dalla luce»: «Il prossimo semestre sarò alla Johns Hopkins negli Stati Uniti ma potrei tornare qui anche per il master», dice convinta. L’entusiasmo delle matricole e i racconti di chi già vive nella nuova sede. Francesco Toti, iscritto al secondo anno, di Sanremo, è ospite nella residenza Castiglioni aperta un anno fa: «Appartamenti grandi, stanze singole, servizi comuni ad ogni piano e spazi
per studiare e per vivere, c’è tutto, fino al ping pong e al calcio balilla», racconta. E spiega a chi visita il campus che il cantiere avanza velocemente: «Da un mese lavorano anche di notte per completare il centro sportivo». Scopre i nuovi spazi con i compagni di corso Sophia Giacchi, in carrozzina: «Sono iscritta al terzo anno e per le barriere architettoniche nella sede storica non ho avuto grandi problemi, devo solo fare percorsi più lunghi per arrivare in aula. In questi nuovi edifici credo siano state del tutto eliminate». Fra due mesi la prossima apertura. Fra meno di un anno l’ultimo blocco. «L'attenzione alla sostenibilità ambientale è stata massima come dimostrano le soluzioni che sono state impiegate, che garantiscono efficienza energetica e assenza di emissioni nocive», ha sottolineato ieri il rettore Gianmario Verona, prima della cerimonia di apertura dell’anno accademico. Con il sindaco Sala che al taglio del nastro ha aggiunto: «Milano rifiuta di immaginarsi come Città-Stato ma vuole mettere la sua esperienza a disposizione del Paese». E ancora: «Vorrei che questo slancio tornasse a contagiare l'Italia. E questo slancio è l’unica premessa possibile per l’altra grande sfida a cui Milano lavora, la lotta alle diseguaglianze, che si battono creando opportunità sul territorio, di studio, lavoro, impresa. Serve aprire campus e sostenere chi li vuole frequentare ne ha il merito e non ha magari i soldi per farlo».