Arte antiviolenza sulle serrande: tutelare le donne
Centri in difficoltà e risorse bloccate: «Case delle donne in ogni Municipio». Panchina rossa a Palazzo Turati
Chiedere aiuto è il primo e più difficile passo. Ma in Italia, dove una donna su tre subisce violenza fisica o psicologica da partner o ex partner, molti centri antiviolenza rischiano la chiusura perché i fondi arrivano in ritardo. Per sensibilizzare i cittadini su questa situazione, ieri, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’associazione Actionaid ha lanciato da Milano assieme al sindaco Giuseppe Sala la campagna Closed4women. Alcuni negozi di via Spallanzani, in Porta Venezia, hanno simbolicamente chiuso le saracinesche: su otto di queste sono comparsi i murales della street artist Ale Senso che raffigurano volti di donne vittime di violenza e di attiviste.
In Italia sono oltre 43mila ogni anno le donne che chiedono aiuto ai centri antiviolenza. Ma, denuncia Actionaid, i fondi previsti dal governo, anche se in aumento, non sono sufficienti e arrivano con estremo ritardo. Ad oggi è stato erogato solo il 34 per cento dei 12,4 milioni stanziati nel 2017, lo 0,39 per cento dei fondi 2018, mentre non è ancora stato emanato il decreto di ripartizione del 2019. Se i fondi nazionali sono in ritardo, «devono intervenire le città» ha detto Sala, che ha ricordato come l’impegno della sua amministrazione sia quello di «aprire un centro dedicato alle donne in ognuno dei 9 Municipi di Milano» entro la fine del suo mandato. La prossima settimana inaugurerà un centro antiviolenza nel Municipio 5. «Ogni anno stanziamo 800mila euro addizionali a quelli che arrivano alle Regioni dallo Stato».
Non sarebbero sufficienti, a detta dell’Assessore regionale alla polizia locale, sicurezza ed immigrazione Riccardo De Corato, a fronte delle violenze sessuali che «a Milano sono in aumento con 167 denunce da agosto ad oggi».
A livello lombardo — ricorda la Regione in una nota — in sei anni il numero dei centri per il contrasto alla violenza sulle donne è passato da 21 a 51. Nello stesso periodo, la Regione ha impegnato sei milioni di euro a favore delle reti antiviolenza. «Chi usa violenza contro le donne non è un uomo: è semplicemente un mostro. #Nonseidasola #PrimaLeDonne», ha scritto su Facebook il governatore Attilio Fontana. Dal presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra è giunto poi l’invito, rivolto a tutti i sindaci lombardi, a dipingere di rosso una panchina nei parchi e nelle vie delle città, in ricordo delle vittime di femminicidio, su cui compare il numero nazionale antiviolenza 1.522. Ieri a Milano una panchina rossa è stata installata a Palazzo Turati, sede della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Anche la senatrice a vita Liliana Segre è intervenuta sul tema, in occasione di un’iniziativa organizzata dalla Fp Cgil lombarda a Palazzo Lombardia per trattare il tema dell’hate speech: «L’odio in generale è distruttore — ha detto la senatrice —. Quello verso le donne è ancora peggio. L’imbarbarimento dei discorsi comuni e la mancanza di cultura rendono difficile l’atmosfera che viviamo».