Corriere della Sera (Milano)

Dopo 500 anni la «Madonna» di Salaì Caprotti torna a Oreno

L’opera rinascimen­tale esposta da domani

- Leila Codecasa Rosella Redaelli

MONZA «Iacomo venne a stare con meco il dì della Maddalena nel 1490, d’età d’anni dieci». Lo annota Leonardo da Vinci sul primo foglio del «manoscritt­o C», oggi conservato a Parigi. È il commento sull’arrivo a bottega di Gian Giacomo Caprotti, «figlio di Pietro de Oreno e Caterina Scotti». In quelle pagine è lo stesso maestro che, accanto ad appunti dedicati alla pittura e allo studio delle acque, riporta le malefatte del giovane orenese, viso dai tratti delicati, boccoli biondi, ma «ladro, bugiardo, ostinato e ghiotto». Nonostante il rapporto controvers­o, come testimonia il curioso soprannome Salaì (da Saladino, ovvero Diavolo), fu l’allievo prediletto che più di altri rimase vicino a Leonardo e lo seguì nelle sue peregrinaz­ioni nelle corti rinascimen­tali.

Dopo 500 anni, Salaì torna ad Oreno, il suo paese natale. Lo farà domani con una sua opera, «La Madonna con il bambino», che esce dalle stanze di una casa privata milanese per essere esposta al pubblico nella parrocchia di San Michele dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 21. «Sono sorpreso e onorato di questa occasione offerta dall’editore Bellavite — commenta il sindaco Francesco Sartini —. L’occasione legata al Salaì ci spinge a riflettere su quella che possiamo chiamare la “città” di Oreno che tanto ha da offrire in termini di storia e cultura». Con l’occasione sarà presenta il volume di Michele Mauri «Tre Brianzoli alla bottega di Leonardo». «Di Salaì conosciamo “La testa di Cristo Redentore” della Pinacoteca Ambrosiana di Milano — spiega Mauri —, ma questa “Madonna con il bambino”, in cui sono evidenti le suggestion­i leonardesc­he, è un autentico caso: fu esposta a palazzo dell’arte a Milano nel 1939, torna alla luce oggi in un clima totalmente differente in cui si sono diradate alcune nubi sulla figura di Caprotti, il cui repertorio è ancora tutto da ricostruir­e».

Dopo la tappa ad Oreno, da giovedì e fino al 6 gennaio l’opera sarà esposta a Monza, nella cappella di corte di Villa Reale in una mostra ad ingresso libero realizzata dal Consorzio della Reggia, con Bellavite Mostre ed eventi, Pro Monza e Fondazione Villa Sormani. Con la tela del Salaì ci saranno una Madonna con bambino di Marco D’Oggiono e due opere sullo stesso tema di Francesco Galli a testimonia­nza di una stagione artistica tra Quattrocen­to e Cinquecent­o che accompagna l’esperienza milanese di Leonardo.

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Il Salaì non firmò nessuna delle sue opere, dunque tutti i dipinti riconducib­ili a lui gli furono attribuiti per tradizione compresa questa «Madonna con il bambino». L’opera appartiene a una collezione privata milanese e, come le altre del Salì, ha evidenti influenze leonardesc­he
Il quadro Il Salaì non firmò nessuna delle sue opere, dunque tutti i dipinti riconducib­ili a lui gli furono attribuiti per tradizione compresa questa «Madonna con il bambino». L’opera appartiene a una collezione privata milanese e, come le altre del Salì, ha evidenti influenze leonardesc­he

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