MILANO MOSTRA I MUSCOLI ANCHE IN CAMPIONATO
Contava, eccome se contava. Quella con Sassari non era una semplice partita di stagione regolare. Arrivava dopo due sfide ravvicinate di Eurolega — e che sfide! — con Maccabi ed Efes, costate energie fisiche e nervose. Era preceduta da un’altra sconfitta in campionato, la quarta in nove giornate, con tanto di grido di allarme di Ettore Messina: se andiamo avanti così, rischiamo di rimanere fuori dalle otto finaliste di Coppa Italia. Vedeva al Forum una delle squadre più forti del campionato, sicuramente una delle più in forma, costruita apposta per minare le certezze milanesi. Ma soprattutto, arrivava a meno di sei mesi dall’orribile eliminazione in semifinale, 3-0 per Sassari e fine corsa per l’Olimpia, per Simone Pianigiani e per Mike James. Di quelle sfide, è rimasta l’esultanza di Gianmarco Pozzecco, i muscoli mostrati alla folla mentre Milano agonizzava sul parquet.
Che ci fosse qualche preoccupazione, in casa biancorossa, è un fatto. I superstiti della semifinale sapevano che quella di domenica non sarebbe stata una partita qualunque. La aspettavano. Aspettavano Sassari. E hanno cancellato ogni paura. Controllando il risultato per tre quarti di gara e chiudendo il match nell’ultimo quarto, segnando ancora la bellezza di 31 punti. Era già successo contro il Barcellona, 31 punti nei 10 minuti conclusivi e altra vittoria di prestigio.
Quando è in giornata, Milano è così: lavora ai fianchi gli avversari (o resta aggrappata alla partita, fate un po’ come vi pare) per poi finirli nel quarto decisivo. E l’esempio di questa crescita all’interno dei 40 minuti è Nemanja Nedovic, che nella ripresa comincia a segnare canestri dallo spogliatoio diventando il miglior marcatore dei secondi 20 minuti: quanto mancava, lo scorso anno, un giocatore così. Quanto mancava lui.
La vittoria contro Sassari è un messaggio alla nazione, e naturalmente a Sassari medesima: non illudetevi, non stiamo pensando soltanto all’Eurolega, quando conta sappiamo essere concentrati e vincere anche in campionato. È un’iniezione di fiducia anche alla unit milanese di serie A (quella d’Europa ormai di fiducia ne ha da vendere). Per questo lo snodo di domenica era cruciale per l’Olimpia, ancora senza Gudaitis, e persino priva dell’influenzato Ettore Messina.
Un’esibizione di muscoli: Nedovic, che quella semifinale l’ha giocata (male), si è sentito in diritto di mostrarli a Pozzecco, facendo il verso alla sua esultanza. Per la serie: chi è più forte adesso?