CARTELLI E INSEGNE STRADALI IL BUROCRATESE, LINGUA OSCURA
Ho visto nella rubrica delle lettere del 25 novembre l’immagine terribile del sottopasso di viale Lunigiana, sotto la Stazione Centrale. Faccio parte di una associazione di volontariato che si occupa, tra l’altro, di senzatetto. Se la situazione in città è drammatica, si può però affermare che Milano non lascia solo nessuno, o almeno ci prova. La situazione è costantemente monitorata dal Casc, il Centro aiuto della stazione centrale, con la Croce Rossa, che coordinano il lavoro di molte associazioni che 365 giorni all’anno, coprono le zone della città con interventi mirati: cibo, bevande, coperte, abiti, aiuto su centri di primo soccorso e accoglienza. La parte però fondamentale del nostro lavoro di volontari sta nell’ascolto, nel tentare di restituire dignità a chi ritiene di averla persa. Condividere le storie, i drammi, il senso di abbandono, la perdita di tutto, con questa umanità varia e diversissima, è esperienza fondamentale tanto per gli homeless che per noi. Le realtà sono molteplici e complesse, il filo che le unisce è una sofferenza profonda. Lo scorso Natale ero lì, nel
Caro Schiavi
Ormai è inveterata la diffusione di inglesismi e cripticità di linguaggi burocratici (tipo flat tax per tassa piatta, fake news per falsa notizia, obliterare per timbrare e così via) di difficile interpretazione per tante persone. Ieri, sull’autostrada Milano-laghi ho letto su un pannello luminoso «obbligo di dotazioni invernali» ed ho pensato che forse dovevo munirmi di guanti, cappotto, sciarpa, ma ho poi capito che intendeva riferirsi a catene e gomme invernali. Non era più semplice per scrivere «obbligo di catene e gomme da neve»?
Caro Grasso ha perfettamente ragione, siamo assediati dagli inglesismi, ma il vero scoglio da superare è il farraginoso linguaggio della burocrazia che insiste nel torturare l’italiano rendendolo criptico e oscuro. Cartelli e indicazioni stradali perpetuano una tradizione che ha il suo eroe in Monsù Travet, capostipite umbertino degli impiegati statali, e in Policarpo De Tappetti, ufficiale di scrittura suo successore, fino al mitico Fantozzi inchiodato al linguaggio della carta bollata. Ci ha messo del suo anche il «sinistrese», «nella misura in cui» non si capiva nulla, ma il clou restano sottopasso di viale Lunigiana, forse il luogo peggiore, più sporco, rumoroso, inquinato e gelido di Milano. Erano in tanti ed il mio senso di impotenza terribile. Non basta un panettone. Ma un pochino del nostro tempo è per loro un bene prezioso. E una volta in più serve porsi la questione: Se questo è un uomo.
Ticket Area C certi verbali di polizia e carabinieri e il linguaggio della magistratura, spesso dissimili dall’italiano parlato. La politica invece si è uniformata al linguaggio rissaiolo dei dibattiti in tv: si parla come si mangia. Qualche anno fa un quotidiano si prese la briga di pubblicare ogni giorno una frase tratta dal politichese o dal burocratese. Abbondavano esempi come questi: «Cessare la corresponsione degli emolumenti»; «L’esercizio prescinde dalla adozione di atti permissivi»; «Mancato accoglimento delle richieste», seguiti da un’inflazione di «attenzionato», «esperito», «vietato conferire rifiuti».
Provi a presentarsi in una caserma per una denuncia di furto o di smarrimento di documenti e le faranno sottoscrivere «il teste riconosce di aver svolto un accurato controllo senza peraltro aver riscontrato segni di infrazione. Il resoconto viene pertanto ascritto all’autorità di dovere». Manuali di stile ne sono stati pubblicati tanti, meglio dovremmo dire «approntati», ma con risultati non sempre buoni, a giudicare dalla scritta che lei segnala. Consideri l’attenuante della buona fede, in attesa che si realizzi il Dantedì, proposto dal Corriere: riscopriamo l’italiano vero. Sugli inglesismi rimando al già detto: non ne possiamo fare a meno, è la lingua di riferimento per smartphone e computer, banche e commercio. Pensi al guaio quando si passerà al cinese.
L’impegno dei volontari
Vado spesso in centro con l’auto e acquisto i ticket Area C. Più volte mi è capitato, grattando il codice da inserire nell’sms per il pagamento, di trovare cifre sovrapposte, come «ristampate», rendendo illeggibile il contenuto. L’ho segnalato al Comune ma non
Raduno in piazza Missori
Nella qualità di editore de Il Primato Nazionale, intendo precisare il contenuto dell’articolo «Provocazione il raduno di CasaPound in Missori», da voi pubblicato il 22 novembre 2019, alla pagina 6 della Cronaca di Milano. Non trattandosi né di un raduno dell’associazione di promozione sociale CasaPound Italia, né trattandosi Il Primato Nazionale dell’organo stampa dell’associazione di promozione sociale CasaPound Italia, vi invitiamo a rettificare quanto comunicato.
Codice illeggibile
Il Primato Nazionale