Corriere della Sera (Milano)

Metrò e bus, folle raid nel deposito di Atm

San Donato, arrestato gambiano

- di Gianni Santucci

Un giovane gambiano, 22 anni, è stato arrestato per resistenza e danneggiam­ento dopo un violento delirio esploso tra una galleria e il deposito Atm di San Donato. Non c’è stato pericolo per i passeggeri (già tutti scesi dal treno): intorno alle 10.40 di ieri, il ragazzo era rimasto a bordo ed è stato invitato ad allontanar­si. A quel punto, con una spranga e un tombino, ha danneggiat­o alcuni oggetti nel tunnel e un bus fermo in riparazion­e. Un addetto Atm e la sicurezza dell’azienda lo hanno seguito e circondato. Il giovane è stato poi bloccato dalle Volanti della polizia.

«Deve allontanar­si, non può stare qui».

I passeggeri sono già scesi dal treno, il macchinist­a si sta avviando verso il deposito, l’agente di stazione dell’Atm sta ispezionan­do i vagoni. Trova un uomo ancora a bordo: lo invita a scendere. Ma quello resta fermo, lo guarda fisso negli occhi.

Esiste sempre un prima, nelle esplosioni di violenza ingiustifi­cate e inaspettat­e. Il prima, in questo caso, sta nei pochi secondi in cui il treno si svuota, scena che si ripete centinaia di volte al giorno, al capolinea del metrò a San Donato: ma alle 10.40 di ieri mattina, l’agente dell’Atm inizia ad aver paura.

Il ragazzo, 22 anni, gambiano, qualche precedente per furto e per rissa in un centro d’accoglienz­a a Torino, s’attacca con forza alle leve d’emergenza dentro il vagone. Una invia un segnale d’allarme al macchinist­a (che in quel momento, già avvertito dal collega, sta fermando il treno); l’altra permette di aprire le porte, cosa che accade poco dopo, quando il convoglio si blocca. Il ragazzo scende e inizia a correre in galleria, l’addetto Atm chiama la security dell’azienda (che avvertirà in pochi secondi il 112) e lo segue. In galleria il ragazzo raccoglie una spranga, la brandisce, spacca alcuni «telefoni» che servono per comunicare dai tunnel; più volte si ferma, si volta e minaccia urlando l’addetto Atm, che continua a tenerlo a vista perché sa che, prima che arrivino le forze dell’ordine, sarebbe troppo rischioso lasciare quel tizio che corre in galleria seguendo l’istinto di un delirio (forse acceso o alimentato da alcol o droga).

Il secondo tempo di questo copione si svolge pochi minuti dopo, sempre a San Donato, ma stavolta nel deposito dei bus, dove l’uomo è riuscito a entrare scavalcand­o un paio di recinzioni. In questo passaggio ha abbandonat­o la spranga, ma ha trovato un tombino: lo alza e lo scaglia contro i vetri di un autobus, ne manda in frantumi più d’uno. È un mezzo in riparazion­e. Il giovane gambiano sale e si siede al posto di guida, prova a metterlo in moto. È animato da un eccitament­o confuso, come trascinato da un’ansia da persecuzio­ne.

È una scena che bisogna inquadrare in un contesto più ampio: quello del rischio potenziale legato a una serie di giovani migranti nei quali la vita di strada, la piccola criminalit­à, l’abuso di sostanze e una qualche forma di disagio psichico pregresso o acquisito, rischiano di scatenare reazioni ingestibil­i. È capitato ad esempio sabato sera in zona Greco, quando un ragazzo in condizioni analoghe, che mezzo nudo stava spaccando le auto, ha aggredito i carabinier­i della prima pattuglia arrivata. Persone che sfuggono alle reti di controllo sociale e amministra­tivo e che rappresent­ano potenziali pericoli; possono essere «innescati» dal caso o da fatti minimi (accadde anche ad aprile 2017,

L’intervento

Un gambiano con precedenti per rissa accerchiat­o da polizia e security aziendale

quando i poliziotti delle Volanti furono costretti a sparare per fermare un giovane in pieno delirio violento che minacciava i passanti con due grossi coltelli).

Ieri molte Volanti sono arrivate a San Donato quando gli addetti dell’Atm avevano già circondato l’uomo sull’autobus. Gli agenti hanno provato a bloccarlo con il taser, ma non c’è stato effetto perché il suo corpo era avvolto da troppi abiti e lui troppo agitato. Ha anche scagliato il tombino contro uno dei poliziotti. Alla fine è stato bloccato e arrestato. Non ha saputo spiegare i motivi della sua alterazion­e.

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