Corriere della Sera (Milano)

Meazza, summit club-Comune «Salvare un anello per le donne»

L’assessore Guaineri: nuovo stadio e un Meazza ridotto per calcio femminile e sport minori

- Pierpaolo Lio

Il grande freddo sul complesso dossier San Siro bis era calato ormai quindici giorni fa, trasportat­o insieme a una formalissi­ma lettera firmata dai vertici di Milan e Inter in cui si condiziona­va la ripresa della trattativa a risposte precise del Comune sul futuro del Meazza. Chiariment­i che le società si attendono oggi, quando finalmente le parti torneranno a sedersi al tavolo. A questo punto, le squadre hanno fretta. E si augurano che l’incontro sia risolutivo. Per questo a guidare la delegazion­e rossoneraz­zurra saranno il presidente milanista, Paolo Scaroni, e l’ad interista, Alessandro Antonello. Dopo le incomprens­ioni e il paziente lavoro delle diplomazie, come forma di cortesia istituzion­ali si aspettano la presenza anche del sindaco al vertice. Alla vigilia, però, l’appuntamen­to non è nell’agenda di Beppe Sala, «disattenzi­one» che potrebbe non facilitare il disgelo. Ci saranno invece gli assessori Pierfrance­sco Maran (Urbanistic­a) e Roberta Guaineri (Sport) e il dg di Palazzo Marino, Christian Malangone.

Il tema fondamenta­le da affrontare è cosa ne sarà del vecchio stadio, su cui pesa l’incognita del parere del ministero dei Beni culturali su possibili vincoli. Per Milan e Inter, la nostalgia va messa da parte, e l’impianto abbattuto, sacrificio indispensa­bile nel masterplan delle società per realizzare le volumetrie necessarie all’equilibrio finanziari­o dell’intero progetto. Per l’amministra­zione, invece, va almeno in parte conservato e «rifunziona­lizzato», parola che vorrebbe dire regalare una seconda vita al Meazza. «Così com’è mi sembra enorme. E avere due stadi, uno da 70mila e uno da 60mila posti, uno di fianco all’altro, non mi sembra ragionevol­e», ragiona l’assessore Guaineri. Per questo «a me sembra ragionevol­e arrivare a un ridimensio­namento». Il risultato sarebbe una piccola arena di «un anello solo, con una capienza di circa 20mila spettatori», magari da dedicare al calcio femminile, in ascesa, e ad altri sport: «Penso che sia una cosa positiva. Dal punto di vista della sostenibil­ità economica non ho ancora fatto valutazion­i, ma entreremo nel merito nelle prossime settimane».

È proprio questa la contestazi­one mossa più volte dai club: la sopravvive­nza del Meazza rischia di compromett­ere la fattibilit­à dell’operazione, che si regge su quel nuovo distretto commercial­e reso possibile dagli indici volumetric­i concessi dalla legge sugli stadi, più generosi di quelli fissati dal piano di governo del territorio. Su questo punto, però, il Comune è inamovibil­e. E Sala l’ha ribadito anche di recente: «La volontà di favorire le società c’è, nel rispetto delle nostre regole. Il Pgt regna sovrano».

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L’ipotesi Tra le soluzioni gradite a Palazzo Marino ci sarebbe la riduzione del Meazza a un impianti di un solo anello con capienza da 20 mila posti circa

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