Corriere della Sera (Milano)

Il San Gerardo alla sfida dell’Irccs Ricerca, cure e tre milioni di euro

Da 38 anni nessun ospedale pubblico ha ottenuto la qualifica. Intesa con la Fondazione Verga

- Di Simona Ravizza

I rumors arrivati nelle ultime ore da Roma fanno ben sperare: l’entourage del ministro della Salute Roberto Speranza assicura in via riservata a chi si sta occupando del dossier che non si metterà di traverso. Il progetto dell’ospedale San Gerardo di Monza — insieme alla Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, punto di riferiment­o in Italia per la cura delle malattie oncoematol­ogiche pediatrich­e — è di diventare un Irccs.

Dietro la sigla che sta per «Istituto di ricovero e cura a carattere scientific­o» ci sono vantaggi concreti sia per l’ospedale sia per i pazienti. Innanzitut­to c’è un tesoretto a disposizio­ne da oltre 172 milioni di euro all’anno (dato 2018). Sono i finanziame­nti statali per la ricerca destinati esclusivam­ente a chi è riconosciu­to come Irccs: oggi se li dividono in base ai risultati scientific­i 51 ospedali a livello italiano. Se le cose andranno al meglio da luglio potrà aspirare ad averne una quota anche il San Gerardo, 44.500 ricoveri l’anno per 900 posti letto. Chi ha fatto i conti parla della possibilit­à di ricevere almeno 3 milioni di euro solo per il primo anno, ovviamente ossigeno puro per i conti sempre in difficoltà di chi fa ricerca (i soldi complessiv­i ricevuti per la ricerca negli ultimi 3 anni si aggirano intorno ai 2,7 milioni). Inoltre crescono anche i fondi in arrivo dalla Regione: dal 2009 la Lombardia riconosce rimborsi più alti fino al 25% per le prestazion­i di ricovero e cura degli Irccs, convenzion­ati con le facoltà universita­rie di medicina e chirurgia come sedi didattiche per i corsi di laurea.

L’altra novità è che sotto il cappello di Irccs ci sarà a pieno titolo anche la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma che diventerà, almeno nelle intenzioni, un tutt’uno con il San Gerardo, superando di fatto gli anni bui dei piani economico-finanziari di rientro. È un ospedale nell’ospedale creato per curare i tumori ematologi dei bambini: la sua storia è legata alla tragica morte di Maria Letizia Verga, stroncata a 4 anni da una leucemia fulminante nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre 1979. Il padre Giovanni, commercian­te di tappeti, allora 35 enne, da quel momento dedica la vita a raccoglier­e fondi per chi cura queste malattie. E oggi i bambini guariti nel nome di Maria Letizia sono oltre 1.800.

Il riconoscim­ento di Irccs al San Gerardo — 569 studi e sperimenta­zioni cliniche avviati nell’ultimo triennio, 15 top scientist e un impact factor di 5.423 (è l’indice che misura il numero di citazioni degli studi) — porta con sé anche una suggestion­e. È da 38 anni che in Lombardia non riceve questo status un ospedale pubblico. Una ricompensa all’attività scientific­a di Monza serve anche a riequilibr­are la distribuzi­one di soldi pubblici, che oggi va nettamente a vantaggio delle strutture private accreditat­e, che sono 18 contro solo 4 Irccs pubblici (Istituto nazionale dei Tumori riconosciu­to nel 1929, neurologic­o Besta nel 1978, Policlinic­o nel 1980 e San Matteo di Pavia nel 1982). In Italia gli Irccs sono 51, di cui 21 pubblici e 30 privati.

Avviato il procedimen­to di riconoscim­ento di Irccs su richiesta della Regione, la palla passa al ministero della Salute che istituisce un’apposita commission­e con il compito di verificare il progetto: l’assessorat­o alla Sanità di Giulio Gallera, promotore dell’iniziativa, si aspetta una risposta entro luglio. «Il vantaggio per il paziente è quello di poter disporre di cure caratteriz­zate da altissimo livello qualitativ­o e dall’esclusivit­à della ricerca scientific­a collegata», dice l’assessore. Per una volta la proposta è appoggiata da tutti i partiti: «Ho sostenuto con forza la scelta di richiedere lo status di Irccs per il San Gerardo – dice il consiglier­e regionale pd Gigi Ponti —. La forza del progetto è la sinergia tra ospedale, università Bicocca, e Fondazione Mamma e Bambino, nata dalla capacità del territorio di raccoglier­e fondi per sostenere l’eccellenza clinica di una struttura pubblica. L’accorpamen­to tra Monza e l’ospedale di Desio a seguito della riforma sanitaria del 2015 ha mortificat­o la vocazione di un grande ospedale e depresso le potenziali­tà di quelli vicini, senza corrispond­ere ai bisogni crescenti di cure di qualità. Questa è una grande opportunit­à per rimediare (Desio non sarà più una costola del San Gerardo, ma si legherà a Vimercate, ndr)». La sfida è lanciata. Ora la decisione tocca a Roma.

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Ministro Roberto Speranza titolare della Sanità nel governo

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