I frati di Pavia vietano la plastica «Meno rifiuti e spese ridotte»
Svolta ecologica alle mense dei poveri: stoviglie in metallo come si usava tempo fa
PAVIA A Pavia, città lombarda capofila nella lotta alla plastica con tanto di movimento ufficiale (Pavia Plastic Free) che sta coinvolgendo negozi ed enti locali sensibili alle buone pratiche ambientaliste, arriva un altro primato: anche le mense dei poveri dicono addio alla plastica. Se sul versante scuole si è ancora lontani dal trovare una soluzione condivisa dall’amministrazione per le dotazioni dei refettori degli istituti comunali, e tra i genitori si accendono le polemiche, sulle due tavole delle mense di Canepanova e del Fratello, bottigliette e stoviglie monouso sono state messe al bando. I primi ad essere diventati totalmente plastic free sono stati i frati minori di Canepanova che gestiscono il grande salone della carità di via Foro Magno, dove quotidianamente viene servito il pranzo a 120 bisognosi che su due turni si accodano a due passi dal municipio. «L’idea è venuta ad una delle nostre giovani volontarie, sempre più attive nel migliorare il servizio offerto agli ospiti — racconta frate Maggiorino —. Sono stati eliminati bicchieri, piatti e posate in plastica, e siamo tornati alle vecchie stoviglie in metallo e riutilizzabili. In due mesi abbiamo risparmiato soldi e diminuito drasticamente la produzione di rifiuti».
Ogni settimana alla mensa di Canepanova finivano nel sacco un migliaio di bicchieri, duemila piatti ed altrettanti cucchiai e forchette. Una svolta ecologica e anti spreco resa possibile anche grazie alle donazioni di privati ed aziende. «I vassoi ora sono in metallo, regalo di un self service cittadino che li aveva dismessi, così come posate e bicchieri che vengono lavati a fine servizio — spiega Ada Meroni, coordinatrice dei volontari Mensa Canepanova
—. Abbiamo eliminato anche bottigliette e vaschette per i pasti d’asporto, sensibilizzando gli utenti: chi viene a ritirare il cibo da portare a casa, d’ora in poi lo farà con contenitori propri o direttamente con la pentola». Pochi giorni fa sono arrivati i rinforzi: un gruppo di cittadini si è presentato alla porta della mensa dei frati con un carico di derrate alimentari in vista del Natale. Quattrocento litri di latte, cento litri di salsa di pomodoro, quaranta chili di zucchero, altrettanti di pasta, trenta fra panettoni e pandori, e decine di scatole di cibi a lunga conservazione. «Il sostegno e la generosità dei pavesi è molto importante — racconta frate Maggiorino —. Ora che abbiamo scelto di eliminare la plastica, con le offerte acquisteremo una lavastoviglie industriale per poter alleggerire il lavoro dei nostri volontari».
Via la plastica e sì al compostabile anche alla mensa del Fratello della parrocchia di San Mauro, aperta 33 anni fa nel quartiere San Lanfranco. Qui, dove ogni giorno bussano alla porta uomini e donne dai 30 ai 65 anni in forte difficoltà, in un anno si preparano circa 23 mila pasti caldi per cena. Cifra che equivale ad una montagna di plastica che non sempre è destinata alla seconda vita del riciclo. L’esperimento a San Mauro era partito la scorsa estate in oratorio: il pranzo al centro estivo veniva servito in stoviglie di carta biodegradabile, una mossa per educare i bambini all’eco-sostenibilità, molto apprezzata dai genitori. «Sulle tavole della mensa del Fratello siamo al 90% plastic free — spiega don Franco Tassone —. Le bottigliette le abbiamo eliminate da tempo, mentre le scorte di piatti e bicchieri di plastica si stanno ormai esaurendo del tutto».