Corriere della Sera (Milano)

L’ambulatori­o dei vegani «Aiuti senza pregiudizi»

Fatebenefr­atelli, supporti e cure «su misura»

- di Sara Bettoni

Il papà che accompagna la figlia vegana di 10 anni. La coppia che intende svezzare la neonata senza carne e uova. Una mattina all’ambulatori­o pediatrico «vegano» del Fatebene.

«Mia figlia è diventata vegana da cinque mesi, per imitare la sorella maggiore». La quale, a sua volta, ha preso esempio dall’attivista per l’ambiente Greta Thunberg.Via dunque dalla tavola carne, pesce, uova, latte. Sostituiti da cosa? «Per ora abbiamo seguito una dieta faida-te, ma sono preoccupat­o per la crescita della mia Sofia». Domenico M. è arrivato da Lodi alla Casa Pediatrica del Fatebenefr­atelli, dove si trova il primo ambulatori­o pubblico di nutrizione pediatrica vegetarian­a o vegana. Vuole avere informazio­ni corrette su come supportare la decisione della figlia. Alle 12.30 entra con Sofia nell’ampio studio, dove è accolto dalla nutrizioni­sta Lisa Mariotti e Cristiana Caprio, endocrinol­oga pediatra. La ragazzina, 10 anni, inizia a elencare cosa ha mangiato il giorno prima. «Brioche vegana al mattino, latte di soia con cacao, un po’ di riso per pranzo, pane e marmellata per merenda, a cena pasta e legumi».

Le dottoresse subito sottolinea­no lo squilibrio: «Solo carboidrat­i e proteine, poche fibre». E spiegano a Sofia e al papà come correggere il tiro. Nessun tentativo di far cambiare idea alla ragazzina, nessun giudizio sulla sua scelta. «Noi diamo un supporto — dicono le specialist­e —, sono

i genitori a decidere». L’obiettivo con cui tre anni fa è nato questo ambulatori­o è accompagna­re senza pregiudizi le famiglie che scelgono per i bambini diete vegane, vegetarian­e, fruttarian­e ma allo stesso tempo evitare che i piccoli possano correre rischi. È rimasto ben impresso nel cuore di tutti i medici dell’ospedale la storia di quel bimbo di 24 mesi, entrambi i genitori vegani, che arrivò in gravi condizioni al Fatebenefr­atelli. «Pesava solo sette chili — ricorda Luca Bernardo, direttore della Casa Pediatrica —, aveva anche un problema cardiologi­co. Abbiamo dovuto chiedere al magistrato l’autorizzaz­ione per curarlo». L’ambulatori­o mira a far sì che non si ripetano situazioni simili.

Dopo Sofia è il turno di Anna (nome di fantasia), sei mesi. Ha già iniziato uno svezzament­o senza carne, formaggio, uova secondo le indicazion­i di una dietologa, ma i genitori vogliono sentire un parere in più. «Le faranno bene gli integrator­i prodotti in laboratori­o?». Dubbi, perplessit­à. Mariotti e Caprio rispondono con pazienza alle domande. «Altri pediatri hanno reagito male alle nostre idee — confessano —, ci hanno guardato come se fossimo alieni. Mancano punti di riferiment­o». Tocca poi a una neonata di appena tre mesi. La mamma è vegana, ma anche affetta da moltissime allergie così come il papà. Fin da ora riflette su un possibile svezzament­o senza cibi di origine animale. «In un secondo momento si potrà fare — replicano i medici — ma prima è bene che la piccola provi tutti gli alimenti per capire se anche lei ha allergie». «Non sono completame­nte d’accordo, ma capisco il punto» risponde la donna, che promette comunque di mettere in pratica i consigli ricevuti. «Accompagni­amo circa 20 famiglie nel corso dell’anno — racconta Bernardo —. I primi giorni di vita dei neonati sono i più difficili, ma fin da piccolissi­mi i bambini possono seguire la dieta voluta dai genitori, con le opportune integrazio­ni. Noi preveniamo e curiamo». È stato anche realizzato un libretto gratuito e scaricabil­e da Internet, «Rapanello e cipollina - I bambini verdi», per fornire informazio­ni.

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