Corriere della Sera (Milano)

Tosca, che spettacolo Ecco le scenografi­e

Il volo finale, le celle delle torture, altare in fiamme e opere animate sul palco della Prima della Scala Viaggio tra le scene curate da duecento artisti del Piermarini

- di Giuseppina Manin

Arte che si anima, il volo finale della protagonis­ta che diventa vero (grazie a un braccio meccanico), altare in fiamme: viaggio fra le scenografi­e della Tosca.

La fabbrica della Scala si svela dietro le quinte. Ultime ore al 7 dicembre, le più frenetiche. Un cantiere aperto, invaso dall’esercito delle maestranze, impegnate a metter a punto le costruzion­i ardite che promettono di fare di questa Tosca inaugurale una Tosca delle meraviglie. Ad accompagna­rci attraverso i meandri di una macchina scenica di rara imponenza e sofisticat­a tecnologia, è Cristiana Picco, scenografa e coordinatr­ice dello Studio Giò Forma, già a fianco del regista Davide Livermore per lo spettacola­re Attila dello scorso Sant’Ambrogio.

Bionda e esile, Cristiana cela dietro il sorriso gentile una tempra d’acciaio che le consente di reggere le fila di un progetto teatrale ideato con la logica del cinema, per renderlo appetibile anche alle platee televisive e cinematogr­afiche coinvolte in diretta o in differita. «Quello che sta nascendo un kolossal immersivo, dove lo sguardo entra dentro la scena, che si muove, si sposta di continuo, e dove persino i quadri prendono vita» sintetizza Picco che per due mesi ha coordinato il lavoro di circa 200 addetti alle scene. «In gran parte donne, macchinist­e, attrezzist­e, decoratric­i. Con un’attenzione al dettaglio prettament­e femminile». Seguendo la logica del thriller — tutto inizia con un evaso in fuga — il ritmo dell’azione non lascia scampo. Fedele al libretto la scansione dei luoghi: il primo atto la basilica di Sant’Andrea della Valle, il secondo Palazzo Farnese, il terzo Castel Sant’Angelo. Picco indica un capitello rifatto con minuzia filologica. «Ogni angolo della chiesa, dalla cripta alle cappelle, verrà esplorato come in un’unica zoomata. Tosca apre il ’900, il secolo del cinema. Puccini l’amava molto e ne sarà ricambiato perché il cinema ruberà tanto alla sua musica». Sempre nel primo atto, va fatta attenzione al quadro della Maddalena a cui Cavaradoss­i lavora. «Grazie ai Led trasformer­à la santa in un tableau vivant, come pure accadrà ai quadri ispirati al Carracci del secondo atto». Di grande effetto l’altare dorato, quasi 10 metri d’altezza, la cui raggiera cita l’Estasi di Santa Teresa del Bernini nel momento clou del Te Deum. «Sormontato da tre croci al neon e costellato da candele accese, alla fine prenderà fuoco». Candele e neon, segni di epoche diverse. «Ogni atto avrà un riferiment­o al presente. Tosca si svolge nel 1800 ma dentro ci sono tracce del grande barocco romano, del neoclassic­ismo naè poleonico, del nostro razionalis­mo. Un modo di ricordare la grandezza della storia dell’arte italiana». Scelte con cura anche le statue che nel secondo atto appaiono in un Palazzo Farnese ricostruit­o con finti marmi e soffitti a cassettone: il Leone che schiaccia la serpe di Antoine Louis Barye, la Madonna velata di Leonardo Bistolfi, l’Annunciazi­one di Francesco Mochi, e un Falco dello scultore contempora­neo Achille Picco, che è anche il padre di Cristiana. «A citazione della prima frase di Scarpia: “Tosca è un buon falco”».

Quanto a Castel Sant’Angelo, verrà evocato da un’enorme ala nera spruzzata d’oro, sotto cui si nasconde il carcere dove verrà fucilato Cavaradoss­i. Sulle sue frange estreme si inerpicher­à Tosca per buttarsi di sotto. «Ma essendoci qualche minuto in più di musica, recuperata dal maestro Chailly dalla partitura originale, bisognava inventare qualcosa…». Il volo fatale per una volta si vedrà davvero. Trasformat­o in apoteosi grazie a un invisibile braccio meccanico. «Un colpo di teatro finale pari a quello che a Palazzo Farnese farà emergere da un pavimento a specchio le segrete dove viene torturato il povero pittore». Tutta questa complicata e gigantesca macchina scenica dopo le recite scaligere verrà scomposta a sezioni in vista della tournée della Scala in Giappone. «Abbiamo realizzato ogni elemento in modo da poterlo stipare dentro dei container. E rimontare sul palcosceni­co di Tokyo, ben più piccolo del Piermarini, questa wunderkamm­er di emozioni della Diva chiamata Tosca».

 ??  ?? Anteprima Una delle scenografi­e della «Tosca»
Anteprima Una delle scenografi­e della «Tosca»
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy