Le lasagne della mamma per conquistare i Radicali Sala: così vinsi le elezioni
Il patto per le amministrative 2016
Alla fine più degli spin doctor, del marketing politico, delle promesse elettorali poterono le lasagne di mamma. La vittoria di Beppe Sala contro Stefano Parisi, il 19 giugno di tre anni fa, si deve in sostanza al manicaretto preparato dalla signora Stefania e opportunamente scongelato. Lo ha ricordato il sindaco stesso nel corso di Italia Direzione Nord. L’apparentamento coi Radicali di Marco Cappato e Lorenzo Lipparini (poi diventato assessore alla trasparenza) si deve proprio a una cena offerta subito dopo il primo turno elettorale: «Li invitai a casa mia, scongelai le lasagne» e voilà l’accordo politico servito in tavola. Pochi giorni dopo arrivò la risicatissima vittoria: 264.481 voti contro i 247.052 del candidato del centrodestra, 17mila schede di differenza, frutto probabilmente anche del «patto della lasagna (scongelata)». Intervistato da Fabio Massa e a confronto con l’ex volto tv Andrea Pezzi, Sala ha poi ricordato i successi e gli insuccessi della sua carriera professionale. «Alla guida di Expo ho fatto sicuramente pochissimi errori», mentre l’esperienza manageriale in Telecom s’è conclusa con una sostanziale sconfitta: «Me ne andai con una uscita concordata che somigliava però a un licenziamento. Avevo contato troppo, sbagliando, sui miei mezzi e sulla mia forza». Amarcord a parte, ieri il sindaco ha incassato un nuovo attestato di stima da Matteo Renzi. «Ogni tanto Sala è un po’ polemico con me ma io non ho niente da rimproverarmi. Quando c’è stato da offrire aiuto al sindaco lo abbiamo sempre offerto», ha detto Renzi in un’intervista a Telelombardia: «E se fossi milanese voterei Sala tutta la vita con grande convinzione».