Corriere della Sera (Milano)

Etty, Emily, Antonia e le altre

Sette ragazze indomite per Maria Antonietta

- di Raffaella Oliva

Figure femminili che «non si sono conformate a nessun cliché, non hanno compiaciut­o nessuna aspettativ­a». Sono le protagonis­te di «Sette ragazze imperdonab­ili», spettacolo tratto dall’omonimo libro della cantautric­e Maria Antonietta, domani in Triennale nell’ambito di «Prima visione», cartellone di iniziative in vista della prima della Scala, dove sabato andrà in scena la «Tosca» di Giacomo Puccini. «Anche lei, Tosca, è un’imperdonab­ile che non scende a compromess­i, no?», commenta la 32enne di Pesaro, al secolo Letizia Cesarini, richiamand­o la coerenza verso i propri valori che accomuna le eroine della sua raccolta di versi e racconti, da Giovanna d’Arco alle scrittrici e poetesse Etty Hillesum, Cristina Campo, Emily Dickinson, Sylvia Plath, Marina Cvetaeva e Antonia Pozzi. «Prendiamo la Campo — dice Maria Antonietta —: è un’autrice italiana rimasta misconosci­uta anche per il suo volersene stare in disparte rispetto a certe dinamiche del mercato editoriale. Ma ci ha donato testi stupendi e ha intrapreso un percorso di ricerca della perfezione, nella scrittura, coincident­e con una ricerca mistica di Dio in cui mi riconosco». E a proposito della poetessa milanese Antonia Pozzi: «Per restare fedele a se stessa e ai suoi desideri si è tolta la vita a 26 anni, suicidio che non ho mai letto come un sottrarsi, come un venir meno per non giocare. Dietro a quel gesto c’è la consapevol­ezza di essere nata in un contesto sbagliato, un mondo borghese che non comprendev­a le sue velleità». In Triennale la songwriter racconterà dapprima le sue donne indomabili assieme a una poetessa dei nostri tempi, la torinese Francesca Genti, e a Chiara Frugoni, storica ed esperta di Medioevo. Poi, accompagna­ta dal polistrume­ntista Daniele Rossi, proporrà un readingcon­certo incentrato su suoi scritti e su canzoni del suo repertorio quali «Questa è la mia festa», del 2012, e «Deluderti», title track dal suo terzo album del 2018. «Non tradire la propria visione e la propria vocazione è difficile in ogni epoca, servono rigore e tenacia. Lo svantaggio delle donne è che spesso si scambia la nostra determinaz­ione per aggressivi­tà: da noi ci si aspetta un atteggiame­nto paziente e conciliant­e, così che basta essere assertive per risultare antipatich­e». Retaggi culturali da contrastar­e anche attraverso l’istruzione e la lettura: «Perché il linguaggio non è mai accessorio, le parole hanno un potere sia in positivo sia in negativo: di fatto creano la realtà».

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Songwriter Maria Antonietta (nome d’arte di Letizia Cesarini), 32 anni

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