Una chiamata europea per 7 siti da reinventare
Nel bando lo stabile della Sogemi occupato
Piazzale Loreto e le palazzine di viale Molise, l’ex scalo di Lambrate e il nodo Bovisa, l’ex Macello e due angoli di periferia da rilanciare. Sette siti da disegnare con Reinventing Cities.
Piazzale Loreto e le palazzine liberty di viale Molise, l’ex scalo di Lambrate e il nodo ferroviario della Bovisa, tutta l’area dell’ex Macello e poi due angoli di periferia da rilanciare. Quarantatré ettari e sette porzioni di territorio diversissime tra loro da disegnare attraverso il concorso Reinventing cities, il bando internazionale (nove le città del mondo che partecipano) promosso da C40 e che prevede «l’alienazione di siti dismessi e degradati da destinare a progetti di rigenerazione urbana, nel rispetto del principio di sostenibilità». In pratica la giuria, nominata dal Comune e dagli altri proprietari delle varie aree interessate alla trasformazione, dovrà decidere del miglior progetto di riqualificazione badando principalmente all’aspetto ambientale o culturale e non solo al lato pecuniario (l’offerta economica conterà solo per il 20 per cento nel punteggio di gara). Il concorso si apre oggi, il termine per presentare i progetti è fissato per il 4 maggio dell’anno prossimo e il vincitore sarà proclamato a febbraio 2021.
Piazzale Loreto è il «campo centrale», buco nero urbanistico a soli tre chilometri da piazza Duomo. Nel bando si prevede «la vendita dell’edificio comunale di via Porpora e la cessione in diritto di superficie degli spazi pubblici da valorizzare, comprese alcune parti dei mezzanini della metropolitana. L’eventuale riassetto dell’area potrà consentire l’edificazione di limitate aree in superficie oggi destinate a viabilità». «Vogliamo che il progetto porti in centro via Padova e viale Monza e che accompagni la crescita della parte finale commerciale di corso Buenos Aires. Vogliamo superare ciò che oggi rende la piazza luogo di interruzione urbana», racconta l’assessore all’Urbanistica del Comune, Pierfrancesco Maran. L’area più grande (165 mila metri quadrati) è invece quella dell’ex Macello dove l’obiettivo è di rigenerare «un ambito degradato massimizzando la qualità urbana, il mix sociale e funzionale in armonia col contesto». E poi case a prezzi accessibili e popolari sull’ex scalo di Lambrate, nel parcheggio di Crescenzago e in via Monti Sabini.
Ma a far discutere sono soprattutto le sei palazzine liberty di viale Molise, le vecchie portinerie dell’ex macello pubblico, una delle quali è da anni occupata dal collettivo di Macao. Destinare quest'area ai bandi di Reinventig cities era sembrato al centrodestra di Palazzo Marino (ma anche a settori della stessa maggioranza) un assist agli occupanti. Un regalo, in sintesi, a quelli di Macao che potrebbero concorrere all’assegnazione del diritto di superficie degli immobili con un progetto culturale-artistico. L’assessore Maran prova a smorzare le contestazioni: «Tutti i soggetti possono produrre una proposta in termini di interesse pubblico, tutti possono partecipare al bando. È una cosa sfidante per tutti. Se Macao parteciperà al bando lo farà inserendosi in un processo di legalità dove potrebbe anche non vincere. Se le iniziative proposte avranno risvolti sociali migliori delle altre saranno premiate, altrimenti gli spazi saranno assegnati ad altri».
La notizia del bando viene però letta in maniera opposta, rispetto all’interpretazione del centrodestra, dai diretti interessati. «Il Comune — scrivono quelli di Macao — avrebbe deciso di lanciare un bando che esclude e prova ad azzerare la nostra esperienza, inaugurando così una fase di decisionismo con selezione all’ingresso. Ma noi continueremo a proporre strumenti concreti contro il nulla che avanza».