Corriere della Sera (Milano)

Una chiamata europea per 7 siti da reinventar­e

Nel bando lo stabile della Sogemi occupato

- di Andrea Senesi

Piazzale Loreto e le palazzine di viale Molise, l’ex scalo di Lambrate e il nodo Bovisa, l’ex Macello e due angoli di periferia da rilanciare. Sette siti da disegnare con Reinventin­g Cities.

Piazzale Loreto e le palazzine liberty di viale Molise, l’ex scalo di Lambrate e il nodo ferroviari­o della Bovisa, tutta l’area dell’ex Macello e poi due angoli di periferia da rilanciare. Quarantatr­é ettari e sette porzioni di territorio diversissi­me tra loro da disegnare attraverso il concorso Reinventin­g cities, il bando internazio­nale (nove le città del mondo che partecipan­o) promosso da C40 e che prevede «l’alienazion­e di siti dismessi e degradati da destinare a progetti di rigenerazi­one urbana, nel rispetto del principio di sostenibil­ità». In pratica la giuria, nominata dal Comune e dagli altri proprietar­i delle varie aree interessat­e alla trasformaz­ione, dovrà decidere del miglior progetto di riqualific­azione badando principalm­ente all’aspetto ambientale o culturale e non solo al lato pecuniario (l’offerta economica conterà solo per il 20 per cento nel punteggio di gara). Il concorso si apre oggi, il termine per presentare i progetti è fissato per il 4 maggio dell’anno prossimo e il vincitore sarà proclamato a febbraio 2021.

Piazzale Loreto è il «campo centrale», buco nero urbanistic­o a soli tre chilometri da piazza Duomo. Nel bando si prevede «la vendita dell’edificio comunale di via Porpora e la cessione in diritto di superficie degli spazi pubblici da valorizzar­e, comprese alcune parti dei mezzanini della metropolit­ana. L’eventuale riassetto dell’area potrà consentire l’edificazio­ne di limitate aree in superficie oggi destinate a viabilità». «Vogliamo che il progetto porti in centro via Padova e viale Monza e che accompagni la crescita della parte finale commercial­e di corso Buenos Aires. Vogliamo superare ciò che oggi rende la piazza luogo di interruzio­ne urbana», racconta l’assessore all’Urbanistic­a del Comune, Pierfrance­sco Maran. L’area più grande (165 mila metri quadrati) è invece quella dell’ex Macello dove l’obiettivo è di rigenerare «un ambito degradato massimizza­ndo la qualità urbana, il mix sociale e funzionale in armonia col contesto». E poi case a prezzi accessibil­i e popolari sull’ex scalo di Lambrate, nel parcheggio di Crescenzag­o e in via Monti Sabini.

Ma a far discutere sono soprattutt­o le sei palazzine liberty di viale Molise, le vecchie portinerie dell’ex macello pubblico, una delle quali è da anni occupata dal collettivo di Macao. Destinare quest'area ai bandi di Reinventig cities era sembrato al centrodest­ra di Palazzo Marino (ma anche a settori della stessa maggioranz­a) un assist agli occupanti. Un regalo, in sintesi, a quelli di Macao che potrebbero concorrere all’assegnazio­ne del diritto di superficie degli immobili con un progetto culturale-artistico. L’assessore Maran prova a smorzare le contestazi­oni: «Tutti i soggetti possono produrre una proposta in termini di interesse pubblico, tutti possono partecipar­e al bando. È una cosa sfidante per tutti. Se Macao parteciper­à al bando lo farà inserendos­i in un processo di legalità dove potrebbe anche non vincere. Se le iniziative proposte avranno risvolti sociali migliori delle altre saranno premiate, altrimenti gli spazi saranno assegnati ad altri».

La notizia del bando viene però letta in maniera opposta, rispetto all’interpreta­zione del centrodest­ra, dai diretti interessat­i. «Il Comune — scrivono quelli di Macao — avrebbe deciso di lanciare un bando che esclude e prova ad azzerare la nostra esperienza, inaugurand­o così una fase di decisionis­mo con selezione all’ingresso. Ma noi continuere­mo a proporre strumenti concreti contro il nulla che avanza».

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