Dopo fango e sequestri ecco il Sogno di Natale
Luci, elfi e animazione: apre all’Ippodromo la cittadella dei bimbi liberata dai sigilli Venduti 80 mila biglietti
All’ippodromo del galoppo, dopo lo stop per problemi al cantiere, ha aperto «il Sogno di Natale», villaggio a tema per cui sono stati già venduti 80 mila biglietti.
Gli americani dicono «Believe» e nel pentolone ci mettono tutto quell’immaginario natalizio fatto di Jingle Bells, lucine e vin brulé. Ma anche tutto quel business che regge intatto da anni, sotto la dura legge del consumismo. Una politica che tiene a galla sogni e portafogli. Qui c’è voluta un po’ di pazienza, ma alla fine il sogno di chi aveva acquistato il biglietto in prevendita e di chi lo prenderà da oggi al 6 gennaio si avvera. Anche Milano ha il suo villaggio di Natale in formato extralarge, come non se ne vedevano da tempo, all’Ippodromo Snai. Con due settimane di ritardo, dopo che la procura di Milano aveva chiesto un upgrade di lavoro e modifiche, mettendo i sigilli ad alcune zone dello spazio, prima che il meteo ci aggiungesse il carico pesante, con il record di piogge a novembre, al ritmo di 22 giorni su 30. Con 244 millimetri che svuotati sull’area più campagnola di Milano significano disagi e ritardi.
Il clima, inteso come il freddo, è quello delle grandi occasioni. Il format è quello che ispirandosi alle foreste innevate della Lapponia e di Rovaniemi, è stato inaugurato due anni fa in Piazza d’Armi a Torino, sulla scia del modello nordeuropeo, ma con un tocco artistico all’italiana. E replicato l’anno scorso a Venaria: 300 mila biglietti in due anni. Numeri che gli organizzatori pensano di bruciare quest’anno, nonostante la formula condensata in un mese. Sono già stati venduti 80 mila biglietti in prevendita e il weekend alle porte è sold-out. Il che significa che il Natale resta una calamita imbattibile se si tratta di abbinare incassi e suggestioni. Servono scarpe comode, perché l’area da oltre 30 mila metri quadri, sistemata last minute con i lavori di questa notte, sembra una versione soft del festival rock di Glastonbury. Il campo pesante, spalato e rinforzato dalla ghiaia, ha coinvolto 100 persone al lavoro in queste settimane. Ci si muove in un percorso animato da 60 elfi e dieci tecnici di audio e luci. «Un villaggio analogico più che tecnologico: l’idea era quella di stupire con i contenuti», spiega il direttore artistico Richi Ferrero. Anche se c’è spazio per gli effetti speciali, come l’albero di Natale del villaggio e il giardino incantato illuminati in modo smart con luci led, usando la stessa energia che serve a un phon per asciugarsi i capelli. Ci sono le letterine a Babbo Natale nella sala della timbratura, dove quattro Santa Claus turnisti danno pure la ricevuta. Dopo l’ufficio postale, tra slitte e renne, il corridoio degli antenati, la fabbrica dei giocattoli, dove ai giochi vengono fatte pure le radiografie modello metal detector. È stato scelto un coreografo che ha fatto casting pescando dal mondo del teatro i personaggi che animano il villaggio. «Una scommessa che vuole diventare nei prossimi anni un appuntamento fisso del dicembre milanese», dice Lorenzo Gentile, organizzazione dell’evento.