Corriere della Sera (Milano)

Humanitas, studenti da 65 Paesi «Qui una spinta all’innovazion­e»

Droni, micro-solare, telemedici­na: le frontiere dell’ateneo. Il sindaco: l’Italia investe poco

- Giovanna Maria Fagnani

Droni che portano medicinali salvavita agli ospedali e ai dispensari nelle zone più remote. Piccoli impianti fotovoltai­ci — il cosiddetto «micro-solare» — che porta energia elettrica e connession­e mobile dove non ci sono. E ancora, la telemedici­na e molto altro. L’innovazion­e tecnologic­a in campo medico cresce sempre più nel «primo» mondo (con un problema di costi crescenti), ma la vera sfida è fare innovazion­e in territori profondame­nte diversi, in particolar­e in Africa e nei Paesi in via di sviluppo. Un’innovazion­e «frugale e sostenibil­e», da cui Italia e Europa non possono esimersi. Sul tema della medicina innovativa e della salute globale si è aperto il nuovo anno accademico di Humanitas University: il sesto per l’ateneo dedicato alle Life Sciences, strettamen­te integrato con l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano.

Erano cento gli studenti nel 2014, oggi sono 1.400 gli iscritti alla facoltà di Medicina in inglese e poi a Fisioterap­ia e Scienze Infermieri­stiche (questi ultimi con un placement lavorativo, a un anno, pari quasi al 100 per cento). I 212 specializz­andi, invece, hanno l’opportunit­à di fare pratica anche nel «Cube», ospedale virtuale equipaggia­to con le più avanzate tecnologie di simulazion­e per la chirurgia mininvasiv­a.

Ma il nuovo anno accademico vede anche il debutto di una facoltà che è un unicum a livello internazio­nale: il corso di laurea fra medicina e ingegneria «MedTec», attivato in collaboraz­ione con il Politecnic­o. A Humanitas University studiano ragazzi provenient­i da 65 nazioni, tra cui molti Paesi africani.

L’Africa e le sfide di questo continente è stato, infatti, uno dei temi della giornata, che ha visto anche le testimonia­nze degli ospiti d’onore: don Dante Carraro, cardiologo e direttore della cura, ma anche un mediatore competente tra tecnologia e etica». Montorsi ha poi ricordato i problemi «che spingono i laureati italiani verso le università europee molto meglio attrezzate per supportare la ricerca». Un tema sottolinea­to anche dal sindaco di Milano Beppe Sala: «Spendere poco più dell’1 per cento in innovazion­e non è abbastanza. Gli investimen­ti privati nel nostro Paese hanno una grande importanza. Ma la trasformaz­ione cruciale si fa con gli investimen­ti pubblici», ha detto. Un esempio sono le borse per gli specializz­andi attivate da Regione Lombardia e ricordate dall’assessore Giulio Gallera, alla cerimonia nell’auditorium di Humanitas.

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(Fotogramma) In ateneo Ieri l’inaugurazi­one dell’anno accademico di Humanitas University
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● Il presidente dell’Humanitas, l’industrial­e Gianfelice Rocca, 71 anni
● Tra i temi del suo intervento, lo sviluppo dell’Africa
Al vertice ● Il presidente dell’Humanitas, l’industrial­e Gianfelice Rocca, 71 anni ● Tra i temi del suo intervento, lo sviluppo dell’Africa

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