Estragone e Vladimiro, due come noi
Alessandro Averone firma una nuova regia di «Aspettando Godot» «I miei personaggi hanno 40 anni e vivono sommersi dai rifiuti»
«Vladimiro ed Estragone sono miei coetanei, due quarantenni senza punti di riferimento in preda alla precarietà: due disperati che lottano per ritrovare un senso al nostro vivere». Il regista Alessandro Averone torna in scena con «Aspettando Godot» di Samuel Beckett (da stasera ore 19.30 a domenica all’Elfo Puccini, corso Buenos Aires
33, ing. 33 euro). Un capolavoro che il regista rispetta fino all’ultima virgola, unica variante, l’età dei protagonisti: «quelle pagine scritte più di 60 anni fa rispecchiano il senso di vuoto che oggi molti di noi sentono, lo confermano la credibilità che assumono quando sono dette in scena da due persone della mia generazione». A sottolineare l’attualità del testo in scena una «landa desolata» che fa riflettere sulla nostra crisi ambientale: «qui c’è una metropoli in cui i rifiuti hanno superato i tetti delle case dunque la panchina di Vladimiro ed Estragone è una seduta ricavata da un lampione ripiegato su stesso, mentre lo scheletrico albero indicato da Beckett è un’antenna di un palazzo». Tra gli altri elementi che rimandano al nostro tempo Averone sottolinea le dinamiche a due: «i protagonisti spesso sono stati rappresentati come homeless o clown, nel nostro spettacolo invece sono semplicemente due persone che vivono insieme da anni, facendo più o meno le stesse cose tutti i giorni». Ma «Aspettando Godot» non è solo angoscia. «Nonostante la tragica condizione esistenziale che affligge l’uomo — conclude il regista— «in queste pagine c’è una grande luce, un’immensa forza, tutta quella che serve per lottare alla ricerca di un significato al nostro vivere. Una battaglia fatta di giorno in giorno, attimo dopo attimo. Non c’è un Dio, non c’è una filosofia, non c’è un Godot a darci risposte, e la solitudine non ci porta da nessuna parte. Beckett lo dice chiaramente: l’unica salvezza è condividere tutti i nostri dubbi, gioie e inquietudini con gli altri».