Nell’ultima cereria della Brianza
I discendenti del pittore: la nostra cereria è l’ultima della Brianza
Ipassaggi per la creazione delle loro candele sono gli stessi da ottant’anni, alla cereria «Parma» di Concorezzo, in Brianza. «Ogni pezzo è fatto a mano», raccontano. La prima sede era lungo il Lambro: una piccola bottega a Monza dove la produzione iniziò nel 1938. Negli anni l’azienda è cresciuta, fino al 1985 quando un rogo costrinse ad una ripartenza nella sede di Concorezzo. Il Natale è il momento di maggior lavoro e il 70% del fatturato si realizza tra settembre e dicembre. «In realtà — dice Matteo Parma — al Natale 2020 inizieremo a pensare già a gennaio. Viaggiamo in cerca di ispirazione, per trovare nuove forme e colori».
CONCOREZZO (MONZA) Sui carelli, all’interno del grande capannone in via per Oreno ci sono alberelli in cera di ogni dimensione e colore, pronti per essere imballati. Sui lunghi tavoli invece le candele sono ancora a riposo negli stampi in gomma: sono state colate e si attende con pazienza l’asciugatura, anche di alcuni giorni, prima della lavorazione finale e dell’eventuale laccatura. I passaggi per la creazione di candele sono gli stessi da ottant’anni, alla cereria «Parma» di Concorezzo. Il nome rivela l’origine della famiglia: «Il mio bisnonno — spiega il titolare Matteo — era Emilio Parma, pittore formatosi a Brera, celebre per i ritratti dei cardinali Tosi, Ratti e Schuster. Fu lui a dare a mio nonno Luigi le 50 mila lire necessarie per far nascere la cereria». La prima sede era lungo il Lambro: una piccola bottega a Monza in via dei Tintori, dove la produzione iniziò nel 1938. «All’epoca si producevano esclusivamente candele per la chiesa con la tecnica dell’immersione, un mercato che oggi è marginale, anche se continuiamo a servire ceri al Duomo di Monza e ad una ventina di altre chiese». Negli anni l’azienda è cresciuta, trasferendo la sede in via Castelfidardo, sempre a Monza, fino al 1985 quando un rogo costrinse ad un nuovo trasloco e ad una ripartenza nella sede di Concorezzo.
Alla guida, dopo il papà Cesare, arrivò l’attuale titolare, Matteo Parma, che nel 1989, a 19 anni, rinnovò la tradizione di famiglia, oggi unica in Brianza per questo tipo di lavorazione a mano. «Ho iniziato a produrre candele colorate e profumate di ogni forma — spiega —. Collaboro con scultori che ci realizzano stampi anche personalizzati per ogni occasione, come le fiamme rosse, realizzate per l’Arma dei Carabinieri di Agrate». La lavorazione delle candele parte ancora oggi dal blocco in paraffina che viene sciolto in grandi vasche ad una temperatura di 120 o 125 gradi per ottenere l’«effetto sfumato». I secchi di paraffina liquida vengono quindi immersi in altre vasche riscaldate dove si aggiunge colore e profumo. «Mai un profumo troppo intenso se la candela deve servire per centro tavola e solo essenze naturali». Al lavoro nelle diverse fasi di produzione ci sono una decina di addette, capaci di produrre a pieno ritmo fino a seicento candele al giorno.
Il Natale è naturalmente il momento di maggior lavoro e il 70% del fatturato si realizza tra settembre e dicembre. «In realtà — dice Matteo Parma — al Natale 2020 inizieremo a pensare già a gennaio. Viaggiamo in cerca di ispirazione, pensiamo a nuove forme e colori. Il catalogo viene presentato a marzo, poi raccogliamo gli ordini e la produzione parte a giugno». Le mode cambiano e il Natale non è più solo rosso: «Quest’anno puntiamo sul bianco e l’argento, le forme sono varie dagli alberi decorativi, alle mele che sono la novità di quest’anno. Una buona candela si riconosce dal fatto che si consuma solo all’interno con una bella fiamma che è data dalla scelta dello stoppino che deve essere calibrato in base alle dimensioni del cero».