Resistenza, il museo nella Piramide bis
Oggi l’atteso corteo per Liliana Segre
Nascerà a Milano il Museo nazionale della Resistenza. Dopo polemiche, raccolte firme e appelli, non sarà all’interno della Casa della Memoria, ma in piazzale Baiamonti, nella futura seconda piramide di Herzog. 2.500 metri quadrati anziché 450. Un Museo che punterà ad avere «una dimensione europea», anticipa il presidente dell’Istituto Parri. «Occasione preziosa anche di rigenerazione urbana», dice il sindaco Sala alla vigilia della grande manifestazione di oggi: «Noi sindaci saremo la scorta di Liliana Segre», promette.
L’Italia avrà il suo Museo nazionale della Resistenza: nascerà a Milano dopo un iter lungo cinque anni, progetti consegnati, polemiche, raccolte firme e appelli. Sorgerà nella «capitale morale, militare e politica» di quel periodo, dice lo storico Paolo Pezzino, presidente dell’Istituto Parri, che parteciperà all’elaborazione del nuovo progetto insieme con Anpi e probabilmente a Regione Lombardia. Una fondazione ad hoc, con una forma partecipativa aperta, si occuperà del disegno e della gestione del museo. Che non sarà, come previsto, all’interno della Casa della Memoria di via Confalonieri, ma in piazzale Baiamonti, nella futura seconda piramide disegnata dall’architetto Herzog di fronte a quella che ospita la Fondazione Feltrinelli. Duemilacinquecento metri quadrati anziché i previsti 450.
Il governo, con il ministero dei Beni e delle attività culturali, stanzierà per il progetto altri 15 milioni di euro, dopo i 2,5 milioni già stanziati, per un totale di 17,5 milioni. Lo ha annunciato ieri il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini assieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala. L’idea di un Museo della Resistenza a Milano parte nel 2014, nel 2015 un protocollo d’intesa tra Mibac, Comune (amministrazione Pisapia) e Istituto Parri identifica nella Casa della Me
moria il luogo che avrebbe ospitato il museo, il cui progetto esecutivo viene presentato nel giugno scorso. Da quel momento, lo scontento di molte associazioni — in primis dell’Anpi, per quel luogo «troppo piccolo e per un museo che si sarebbe sovrapposto alle iniziative della Casa della Memoria» — ma soprattutto l’appello e la raccolta firme, capeggiate da quella della senatrice a vita Liliana Segre, hanno convinto il ministero a cambiare destinazione. «Ci chiedevano una sede diversa e adeguata — ha detto Franceschini —. Il risultato sarà un Museo Nazionale della Resistenza: una cosa di cui il Paese ha assoluto bisogno». Sono quattro le tendenze che l’Istituto Parri vorrebbe seguire nell’elaborazione del nuovo progetto. Grazie alla nuova disponibilità di spazio le cose cambiano «di scala, di quantità e di qualità», dice Pezzino. «Mi piacerebbe dare al museo una dimensione europea: la resistenza italiana fa parte della resistenza dei Paesi occupati. Avremo modo di dare maggiore spazio ad aspetti che per forza di cosa avremmo dovuto comprimere: temi come la resistenza civile, le lotte operaie, il ruolo delle donne». Se poi la precedente destinazione dava spazio a un museo unicamente multimediale, «ora ci sarà modo di integrare una parte espositiva, con documenti e oggetti che le associazioni potranno metterci a disposizione. Infine potremo dedicare una sezione alla città di Milano, medaglia d’oro della Resistenza. Con queste caratteristiche penso che il museo potrà affermarsi a livello europeo come uno dei principali destinati alla Resistenza».
Il sindaco Sala ha spiegato che i tempi per la realizzazione saranno definiti probabilmente nelle prossime settimane. E ha sottolineato l’importanza della nuova destinazione, anche per il quartiere in cui sorgerà. «In uno spazio centrale, al crocevia tra la Milano di ieri e di oggi, con un’architettura significativa. In una sorta di prosecuzione con l’edificio della Fondazione Feltrinelli. Sarà un’occasione preziosa di rigenerazione urbana, con la riqualificazione di strade e marciapiedi, l’estensione delle aree verdi e la valorizzazione del giardino dedicato a Lea Garofalo». La futura sede è «un luogo nuovo che guarda al futuro — spiega l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran —. Restano tutti gli impegni ambientali presi nel progetto della piramide, ma si aggiunge un punto centrale: rappresenterà uno dei luoghi più autorevoli della città».
Soddisfatto il presidente dell’Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati: «L’appello della società civile ha avuto un impatto straordinario. Salvaguardare la Casa della Memoria e realizzare il Museo Nazionale della Resistenza in un posto adeguato e accogliente credo che sia la soluzione ideale. Quella che tutti auspicavamo».