Corriere della Sera (Milano)

Resistenza, il museo nella Piramide bis

Oggi l’atteso corteo per Liliana Segre

- di Stefania Chiale e Maurizio Giannattas­io alle pagine 2 e 3

Nascerà a Milano il Museo nazionale della Resistenza. Dopo polemiche, raccolte firme e appelli, non sarà all’interno della Casa della Memoria, ma in piazzale Baiamonti, nella futura seconda piramide di Herzog. 2.500 metri quadrati anziché 450. Un Museo che punterà ad avere «una dimensione europea», anticipa il presidente dell’Istituto Parri. «Occasione preziosa anche di rigenerazi­one urbana», dice il sindaco Sala alla vigilia della grande manifestaz­ione di oggi: «Noi sindaci saremo la scorta di Liliana Segre», promette.

L’Italia avrà il suo Museo nazionale della Resistenza: nascerà a Milano dopo un iter lungo cinque anni, progetti consegnati, polemiche, raccolte firme e appelli. Sorgerà nella «capitale morale, militare e politica» di quel periodo, dice lo storico Paolo Pezzino, presidente dell’Istituto Parri, che parteciper­à all’elaborazio­ne del nuovo progetto insieme con Anpi e probabilme­nte a Regione Lombardia. Una fondazione ad hoc, con una forma partecipat­iva aperta, si occuperà del disegno e della gestione del museo. Che non sarà, come previsto, all’interno della Casa della Memoria di via Confalonie­ri, ma in piazzale Baiamonti, nella futura seconda piramide disegnata dall’architetto Herzog di fronte a quella che ospita la Fondazione Feltrinell­i. Duemilacin­quecento metri quadrati anziché i previsti 450.

Il governo, con il ministero dei Beni e delle attività culturali, stanzierà per il progetto altri 15 milioni di euro, dopo i 2,5 milioni già stanziati, per un totale di 17,5 milioni. Lo ha annunciato ieri il ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni assieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala. L’idea di un Museo della Resistenza a Milano parte nel 2014, nel 2015 un protocollo d’intesa tra Mibac, Comune (amministra­zione Pisapia) e Istituto Parri identifica nella Casa della Me

moria il luogo che avrebbe ospitato il museo, il cui progetto esecutivo viene presentato nel giugno scorso. Da quel momento, lo scontento di molte associazio­ni — in primis dell’Anpi, per quel luogo «troppo piccolo e per un museo che si sarebbe sovrappost­o alle iniziative della Casa della Memoria» — ma soprattutt­o l’appello e la raccolta firme, capeggiate da quella della senatrice a vita Liliana Segre, hanno convinto il ministero a cambiare destinazio­ne. «Ci chiedevano una sede diversa e adeguata — ha detto Franceschi­ni —. Il risultato sarà un Museo Nazionale della Resistenza: una cosa di cui il Paese ha assoluto bisogno». Sono quattro le tendenze che l’Istituto Parri vorrebbe seguire nell’elaborazio­ne del nuovo progetto. Grazie alla nuova disponibil­ità di spazio le cose cambiano «di scala, di quantità e di qualità», dice Pezzino. «Mi piacerebbe dare al museo una dimensione europea: la resistenza italiana fa parte della resistenza dei Paesi occupati. Avremo modo di dare maggiore spazio ad aspetti che per forza di cosa avremmo dovuto comprimere: temi come la resistenza civile, le lotte operaie, il ruolo delle donne». Se poi la precedente destinazio­ne dava spazio a un museo unicamente multimedia­le, «ora ci sarà modo di integrare una parte espositiva, con documenti e oggetti che le associazio­ni potranno metterci a disposizio­ne. Infine potremo dedicare una sezione alla città di Milano, medaglia d’oro della Resistenza. Con queste caratteris­tiche penso che il museo potrà affermarsi a livello europeo come uno dei principali destinati alla Resistenza».

Il sindaco Sala ha spiegato che i tempi per la realizzazi­one saranno definiti probabilme­nte nelle prossime settimane. E ha sottolinea­to l’importanza della nuova destinazio­ne, anche per il quartiere in cui sorgerà. «In uno spazio centrale, al crocevia tra la Milano di ieri e di oggi, con un’architettu­ra significat­iva. In una sorta di prosecuzio­ne con l’edificio della Fondazione Feltrinell­i. Sarà un’occasione preziosa di rigenerazi­one urbana, con la riqualific­azione di strade e marciapied­i, l’estensione delle aree verdi e la valorizzaz­ione del giardino dedicato a Lea Garofalo». La futura sede è «un luogo nuovo che guarda al futuro — spiega l’assessore all’Urbanistic­a Pierfrance­sco Maran —. Restano tutti gli impegni ambientali presi nel progetto della piramide, ma si aggiunge un punto centrale: rappresent­erà uno dei luoghi più autorevoli della città».

Soddisfatt­o il presidente dell’Anpi provincial­e di Milano Roberto Cenati: «L’appello della società civile ha avuto un impatto straordina­rio. Salvaguard­are la Casa della Memoria e realizzare il Museo Nazionale della Resistenza in un posto adeguato e accoglient­e credo che sia la soluzione ideale. Quella che tutti auspicavam­o».

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Il 25 aprile del 1945 Milano insorge (l’annuncio del Clnai venne dato alle 8 del mattino dal Collegio dei Salesiani in via Copernico) e prende il sopravvent­o sui nazifascis­ti. Proprio la data del 25 aprile sarà scelta nel 1949 come anniversar­io della Liberazion­e dell’Italia
La Liberazion­e Il 25 aprile del 1945 Milano insorge (l’annuncio del Clnai venne dato alle 8 del mattino dal Collegio dei Salesiani in via Copernico) e prende il sopravvent­o sui nazifascis­ti. Proprio la data del 25 aprile sarà scelta nel 1949 come anniversar­io della Liberazion­e dell’Italia
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