«Orrigoni è collaborativo» Il patron dei supermercati libero ma fuori dagli affari
Ipotesi tangente. Il gip: via i domiciliari ma sei mesi di interdittiva
Tutta una serie di iniziative adottate da Paolo Orrigoni, patron dei supermercati Tigros arrestato lo scorso 14 novembre per l’ipotesi di corruzione, depongono per «un atteggiamento processuale connotato da lealtà e spirito collaborativo, il che induce a ritenere che le residue esigenze cautelari, insite nella possibilità che l’indagato possa costituire nuove società attraverso le quali intrattenere rapporti con la Pubblica Amministrazione, possano adeguatamente essere salvaguardate con la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese o uffici direttivi di persone giuridiche». Per questa ragione ieri Orrigoni ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari, sostituiti dalla misura interdittiva per sei mesi. Un po’ come il Tribunale del Riesame ha disposto venerdì scorso per l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, passata anch’essa dai domiciliari a una misura interdittiva.
Di Orrigoni, assistito dai professori Federico Consulich e Francesco D’Alessandro, l’accusa legge in chiave corruttiva (sulla scorta anche di dichiarazioni di tre coindagati tra i quali l’ex uomo forte di
Forza Italia a Varese, Nino Caianiello) la disponibilità a rimborsare, in caso di esito positivo, un incarico ingegneristico da 50.000 euro che l’imprenditore Piero Enrico Tonetti (in procinto di vendergli un terreno da 4,6 milioni di euro a Gallarate) aveva affidato a un piccolo studio, allo scopo (ad avviso dei pm) di mascherare in realtà una tangente finalizzata a una variante urbanistica nell’interesse del futuro supermercato, e destinata a Caianiello e al suo coordinatore forzista gallaratese Luigi Bilardo. Orrigoni nell’interrogatorio aveva concesso di essere stato forse superficiale nel fidarsi troppo del terzetto, ma ribadito di non aver mai avuto idea che dietro il progetto (seguito da professionisti indicati dal venditore perché del venditore era il terreno) ci fosse in realtà una tangente, e rimarcato di aver parlato sempre e solo con il venditore. Vero o non vero si vedrà in futuro, mentre ieri nel suo provvedimento la gip Raffaella Mascarino esamina le scelte compiute da Orrigoni e tali, ad avviso anche dei pm che avevano dato parere favorevole, da far venire meno esigenze cautelari. Orrigoni si è dimesso da consigliere comunale a Varese, dove aveva sfiorato la vittoria a sindaco quando come candidato leghista del centrodestra aveva vinto il primo turno, venendo battuto nel ballottaggio. Sul piano imprenditoriale, poi, Orrigoni si è dimesso da amministratore di Tigros spa. Ma soprattutto la nomina a consiglieri di Guido Ceron e Giovanni Slavazza è avvenuta «con l’importante precisazione, imposta dal Consiglio, che tutte le operazioni di apertura di nuovi punti vendita, che comportano la necessità di intrattenere rapporti con la Pubblica Amministrazione, necessitino della loro firma congiunta».