Ultrà e coltelli Tifoso ferito per una lite sui posti nel bus
Non solo una banale lite per un paio di pantaloncini gettati dai giocatori nel settore ospiti dello stadio Dall’Ara e da riportare a Milano come trofeo. Dietro l’accoltellamento di un ultrà rossonero domenica sera allo stadio dopo Bologna-Milan c’è molto altro. E si tratterebbe di una lite e di un successivo pestaggio avvenuto il 1° dicembre in occasione di un’altra trasferta emiliana della squadra rossonera, quella contro il Parma. Tutto è avvenuto domenica sera, al termine della partita vinta dal Milan per 3 a 2. Durante il deflusso dallo stadio, dopo che non si erano verificati incidenti né contatti con la tifoseria bolognese, all’altezza di via Menabue è scoppiato un parapiglia tra gli stessi supporter rossoneri. A farne le spese Valentino C., un tifoso milanista 35enne del gruppo ultrà «Nervi tesi», accoltellato all’addome con un fendente. Il 35enne è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato operato nella notte per ridurre la lesione interna. Non è in pericolo di vita e le sue condizioni sono stabili. L’aggressore, 34 anni, fa parte di un gruppo di ultrà mantovani, anche se è considerato un tifoso «occasionale», è denunciato dalla Digos Secondo gli inquirenti la causa dell’accoltellamento è da ricercare in un precedente episodio avvenuto a Parma: una violenta discussione tra membri del gruppo «Nervi tesi» — di cui fa parte la vittima— e tifosi rossoneri arrivati da Mantova. Il «casus belli» nel posizionamento dei vari gruppi ultrà su un bus navetta che conduceva i supporter allo stadio.