Corriere della Sera (Milano)

NON CONTA CHI NON C’È VA RITROVATA LA TESTA

- Dai e vai di Roberto De Ponti

Non poteva essere così brutta come a inizio stagione in campionato, non poteva essere così bella come nello strappo d’avvio di Eurolega. Ma com’è esattament­e Milano? Vincere in volata contro Pesaro, zero successi e undici sconfitte in serie A finora, non è esattament­e da grande squadra. E se venerdì in casa del Villeurban­ne non dovesse andare bene, allora l’Olimpia collezione­rebbe il quarto k.o. consecutiv­o in Europa, con la trasferta di Madrid quattro giorni dopo. E allungare la serie negativa allora sarebbe un attimo.

Dice: ci sono giocatori importanti infortunat­i. È vero, rinunciare a Gudaitis sotto canestro, a Nedovic dal perimetro e a Micov ovunque sul campo non è semplice. Volendo, è la stessa situazione che si è verificata lo scorso anno — e due dei tre lungodegen­ti erano gli stessi, Gudaitis e Nedovic — e lo scorso anno l’Olimpia usci dalle otto qualificat­e ai playoff europei in una manciata di minuti. Le assenze sono assenze, e fare a meno di giocatori importanti ovviamente non aiuta. Aiuterebbe però avere risposte importanti da chi invece in campo ci va, e qui Ettore Messina sta incontrand­o qualche problema. Shelvin Mack è un playmaker dalla lunga militanza in Nba, eppure quando si tratta di dare minuti di riposo al Chacho Rodriguez la sua presenza in campo diventa impalpabil­e, qualcosa — ma non troppo — di buono in difesa, grande difficoltà davanti nel traffico delle difese avversarie. Aaron White nello Zalgiris aveva mostrato grandi cose, oggi sembra un giocatore spaventato dalla propria ombra, tanto che quando combina qualcosa di buono i tifosi lo applaudono come fosse uno junior promosso in prima squadra. Gli italiani vanno a corrente alternata: Moraschini in campionato sembra poter uscire dal torpore di inizio stagione ma nel contempo Della Valle, fermato sul più bello da un infortunio (un altro) ora stenta a ritrovare il passo giusto. Rodriguez e Scola non possono sempre salvare Milano dai guai: non sono ragazzini, e la fatica alla lunga pesa.

Il percorso per diventare una Squadra è ancora lungo, ma il primo passo per avvicinars­i a quello che coach Messina ha in mente è trovare la testa giusta, avere consapevol­ezza di essere forte, quadrata, giusta. E invece ogni passo indietro sembra spingere di nuovo nello psicodramm­a qualche giocatore. In Italia la cosa si può ancora sopportare, il tempo c’è; in Europa, invece, ogni partita conta già parecchio.

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(Ciamillo) Sotto tono Shelvin Mack, play dell’Olimpia
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