Corriere della Sera (Milano)

Una quercia per Pinelli Il sindaco alle figlie: chiedo il vostro perdono

La targa a San Siro. «Dono della Milano antifascis­ta»

- Di Giampiero Rossi

Claudia Nostro padre è vittima due volte: prima per i sospetti, poi per una fine assurda Ricordare è non cedere

Una quercia rossa. Per ora ancora giovane e gracile, ma crescerà come «simbolo di protezione e di pace». Così Milano rende onore a Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, morto dopo un volo da una finestra della questura tre giorni dopo la strage di piazza Fontana.

Dieci anni fa, una volta per tutte, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo definì «la diciottesi­ma vittima» della bomba neofascist­a che devastò la Banca nazionale dell’agricoltur­a. Ora, a cinquant’anni da quei tragici fatti, anche il sindaco Giuseppe Sala omaggia l’ex staffetta partigiana. «La mia presenza ha soprattutt­o il significat­o di chiedere scusa e il perdono della città per quello che è stato — ha detto Sala subito dopo la piantumazi­one dell’albero in piazzale Segesta, dove abitava Pinelli —. È qualcosa che credo sentiamo tutti profondame­nte e credo sia qualcosa che vada fatto. È la nostra richiesta di perdono alla famiglia e facciamo anche una promessa, cioè che come Milano continuere­mo ad essere quello che siamo. Milano sta cercando di lasciare un segno profondo politico e sociale».

Silvia Pinelli, figlia del ferroviere anarchico, ringrazia l’amministra­zione comunale a nome della sorella Claudia e soprattutt­o della madre Licia, che per mezzo secolo non ha mai smesso di lottare per la memoria del marito: «Dopo cinquant’anni arriva questo gesto che ci ricorda che Milano è e resta una città antifascis­ta e ricorda Pino l’anarchico con un gesto importanti­ssimo. Mio padre era un anarchico — dice — l’aveva sposata l’anarchia e ne aveva fatto il suo modo di vivere e di rapportars­i in famiglia e fuori. Era un pacifista che credeva nell’uomo e nei suoi valori. Si è sempre impegnato per questo». Commossa ma sorridente anche Claudia Pinelli: «Sì, è un giorno che aspettavam­o».

Tra gonfaloni dell’Anpi e bandiere rosse della Cgil e di Rifondazio­ne comunista, accompagna­ta da due ottoni e una chitarra è partita «Addio Lugano bella», canzone simbolo degli anarchici. Quindi la sfilata a a rendere omaggio alla nuova targa che commemora Pinelli, che si aggiunge alle due già presenti nell’aiuola di piazza Fontana.

Ma già sabato pomeriggio Milano sarà letteralme­nte attraversa­ta da una ulteriore iniziativa in memoria di Pino Pinelli: una «catena musicale» che unirà idealmente piazza Fontana e piazza Cavour, cioè la questura. Tutti i partecipan­ti sono invitati a portare uno strumento o a cantare le canzoni che, con effetto domino, saranno intonate dal primo della fila per poi coinvolger­e l’intera catena umana.

Silvia Quello di oggi è un gesto importanti­ssimo di cui non possiamo che essere grate alla nostra città

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 ??  ?? Memoria Giuseppe Pinelli (1928-1969). A destra, la targa e l’albero a lui dedicati in piazzale Segesta, quartiere in cui abitava l’anarchico ingiustame­nte accusato di avere avuto un ruolo nella strage e morto precipitan­do da una finestra della questura il 15 dicembre 1969
Memoria Giuseppe Pinelli (1928-1969). A destra, la targa e l’albero a lui dedicati in piazzale Segesta, quartiere in cui abitava l’anarchico ingiustame­nte accusato di avere avuto un ruolo nella strage e morto precipitan­do da una finestra della questura il 15 dicembre 1969
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