Corriere della Sera (Milano)

C’è posta in pediatria

Precotto, nella sede dei clown-dottori Lettere del sorriso da tutta Europa da distribuir­e ai piccoli negli ospedali e tra i nonni delle case di riposo L’inizio per caso. «Ora sono migliaia»

- Di Giovanna Maria Fagnani

Precotto, via Don Guanella, civico 11. Nella sede dell’associazio­ne Veronica Sacchi il postino ora passa una volta ogni due-tre giorni. «Tengo da parte un po’ di lettere e poi ve le porto tutte insieme». L’ultima volta, si è presentato con un pacco pieno zeppo.

Precotto non è Rovaniemi, il reame di Santa Claus, e non è nemmeno la Casa di Giulietta, a Verona, a cui scrivono gli innamorati da tutto il mondo. È l’ufficio dei «clown dottori», i volontari che portano conforto con la clownterap­ia ai bambini ricoverati nelle pediatrie degli ospedali milanesi e agli anziani nelle case di riposo. Da qualche settimana i volontari sono sommersi da una lettere provenient­i da tutta Italia, ma anche da Vienna, da Bruxelles, da Norimberga. Sono le «lettere del sorriso», destinate ai piccoli e agli anziani malati. Pensieri che grondano affetto, auguri di Natale, disegni, perfino qualche lavoretto. Tutti scritti e decorati rigorosame­nte a mano e indirizzat­i «Da me, per te». Ormai hanno superato il migliaio e i volontari hanno consegnato le prime, l’altroie

Leggi, commenta e condividi le notizie anche sul sito Internet milano. corriere.it ri, all’ospedale Buzzi e sabato proseguira­nno con i giovani pazienti dell’oncologia ortopedica al Gaetano Pini.

E pensare che tutto è nato per caso. Una volontaria frequentav­a i corsi di calligrafi­a di Rossella Manganelli e quest’ultima, insieme all’associazio­ne, ha lanciato la proposta di inviare lettere scritte a mano ai malati. «Pensavamo che il fenomeno restasse circoscrit­to a Milano e dintorni, ai suoi allievi e ai nostri contatti, come l’anno scorso. Nel 2018, infatti, avevamo ricevuto circa trecento lettere. Invece è partito un passaparol­a, che ci ha meraviglia­ti», racconta Roberto Pansardi, 42 anni, referente dell’area volontaria­to per l’associazio­ne nata 18 anni fa in memoria di Veronica Sacchi, 17enne milanese che aveva il sogno di dedicare il suo tempo agli altri. Oggi i clown dottori (formati con un corso di tredici settimane) sono circa 150. Oltre che al Buzzi e al Pini, operano al San Paolo, al San Raffaele, al Don Orione e in due strutture a Lecco. Le lettere sono un inno alla tenacia: «La vita ti deve ancora un sogno». «Sei più forte di quanto tu creda. E sei amato più di quanto tu possa immaginare». «Guarisci presto, perché hai troppe cose da fare fuori di lì». Qualcuno ha firmato con l’email e così sono nate delle amicizie «di penna».

Il primo a ricevere la lettera del sorriso è stato un bambino ricoverato al Buzzi da più di un mese. L’ha portata Marco Casati, clown-dottore «che ha la sindrome di down, ma anche la sindrome del dono». La prossima la riceverà Lucia, 10 anni, che nei giorni scorsi ha subito l’amputazion­e di un arto. «Quando i dottori me l’hanno detto ero triste, ma la mamma mi ha raccontato di una campioness­a di snowboard con una gamba sola: anche io da grande farò come lei», ha raccontato ai volontari. Una delle lettere andrà anche a infermieri e medici. E dice: «Le cose più belle della vita non le trovi sotto l’albero ma nelle persone che ti stanno vicino nei momenti speciali».

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In pagina le lettere, i disegni e i messaggi che stanno arrivando da tutta Italia per i pazienti degli ospedali milanesi. Per inviare (o consegnare a mano) un biglietto: Associazio­ne Veronica Sacchi onlus, via Don Luigi Guanella 112/4, 20128, Milano
L’indirizzo In pagina le lettere, i disegni e i messaggi che stanno arrivando da tutta Italia per i pazienti degli ospedali milanesi. Per inviare (o consegnare a mano) un biglietto: Associazio­ne Veronica Sacchi onlus, via Don Luigi Guanella 112/4, 20128, Milano
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