Smog, un picco da record per i botti
Da oggi scattano i divieti. Politecnico, potatura blindata degli alberi all’alba: nuove proteste
Il 2020 inizia con un nuovo allarme smog. Sei giorni consecutivi di polveri sottili nell’aria (Pm 10), con superamenti della soglia massima di 50 microgrammi per metro cubo, hanno fatto scattare le misure di primo livello previste dal protocollo Aria sottoscritto da Arpa, Comuni e Regione. A provocare l’innalzamento dei valori ha contribuito l’uso dei fuochi di artificio di Capodanno che, assieme a condizioni meteo favorevoli all’accumulo degli inquinanti, ha causato quest’anno picchi record di polveri nell’aria. Intanto, il Politecnico ha iniziato il taglio degli alberi del parco Bassini per fare spazio alla nuova sede di Chimica: cantiere blindato e proteste degli ambientalisti.
Con l’anno nuovo, torna l’allarme smog. Da oggi scatta lo stop per i veicoli più inquinanti, diesel Euro 4 in testa, dopo sei giorni consecutivi di polveri sottili (Pm 10) nell’aria oltre la soglia consentita di 50 microgrammi per metro cubo. La serie nera delle polveri milanesi è iniziata il 27 dicembre con 52 microgrammi per metro cubo d’aria ed è destinata a continuare anche se con livelli inferiori rispetto ai 131 microgrammi registrati in media a Capodanno dalle stazioni di controllo milanesi.
Se si guardano in dettaglio i dati delle centraline dell’Arpa, l’agenzia regionale che monitora la qualità dell’aria, si scopre che il primo gennaio è stato il Capodanno più inquinato da quando sono iniziate le rilevazioni (nel 2005). Con picchi allarmanti: 180 microgrammi per metro cubo in via Senato (una cifra da record negativo nella storia dell’aria milanese, quinta peggior rilevazione della stazione dal 2005), 179 al Verziere e in viale Marche, 154 a Città Studi-Pascal. L’Arpa spiega che l’innalzamento dei valori è da imputarsi all’utilizzo dei fuochi di artificio di Capodanno che, assieme a condizioni meteo favorevoli all’accumulo degli inquinanti (assenza di piogge e venti), ha causato picchi straordinari di polveri.
Dati eclatanti, soprattutto se confrontati con quelli del 1° gennaio 2018, quando il valore rilevato era stato di «soltanto» 42 microgrammi, conseguenza delle misure antismog stabilite da Arpa già entrate in vigore il 26 dicembre. O con quelli del 2015 e del 2016, quando a Milano era stato introdotto il divieto di esplodere fuochi d’artificio, poi stoppato dall’allora prefetto, oggi ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Le polveri dei fuochi d’artificio, seppur «consentite» (fatta eccezione per l’ordinanza di sicurezza in piazza del Duomo in vigore da anni), apportano infatti un consistente contributo alle concentrazioni di Pm 10 e ogni anno causano il primo giorno di sforamento sui 35 consentiti dalla normativa europea (sempre superati da Milano). I livelli di solito ritornano a essere meno preoc