Perseguita il marito: arrestata
Agguati con lacrimogeni e coltelli da sushi. Asiatica di 41 anni fermata dopo l’escalation di violenze
Ha 41 anni ed è stata arrestata dai carabinieri dopo l’ennesimo agguato nei confronti dell’ex marito, al quale i giudici hanno assegnato l’affidamento della figlia, oggi adolescente. Una decisione che la donna non ha mai voluto accettare, facendo dei due la propria «ossessione» quotidiana. Fino a quando, facendosi trovare sul ballatoio nell’elegante palazzo in zona Fiera dove padre e figlia abitano, ha prima aggredito l’uomo e poi ha cercato di sequestrare la ragazzina. È stata proprio quest’ultima a spintonare via la madre e costringerla alla fuga. Nella sua abitazione, trovati coltelli: probabilmente preparava nuova assalti.
Vuole con sé la figlia minore nonostante il tribunale l’abbia affidata al padre e «trasforma» la ragazzina nell’oggetto delle sue ossessioni, arrivando a minacciarla con un coltello, e a spruzzare il lacrimogeno negli occhi dell’ex compagno e bruciargli il portone di casa.
Con l’accusa di atti persecutori nei confronti della figlia 14enne, lesioni ai danni dell’uomo e porto abusivo di armi, una donna di 41 anni, originaria del Kirghizistan e residente in un piccolo comune dell’Oltrepò pavese, è stata arrestata dai carabinieri della compagnia Porta Magenta. Gli atti violenti si sono esponenzialmente moltiplicati nei giorni prima di Natale, in piazza Amendola, ma i fatti sono stati resi noti ieri, dopo che il provvedimento di arresto è stato convalidato dal gip.
I primi episodi risalirebbero al 2010, quando la cittadina asiatica e il marito italiano (che oggi ha 48 anni) si separano legalmente. L’autorità giudiziaria nomina l’uomo come affidatario esclusivo della ragazza, che all’epoca era una bambina di solo cinque anni, ma secondo quanto riferito, la mamma non accetta la decisione. Dopo anni di minacce e di intemperanze da parte della 41enne, la situazione, per appunto, precipita drasticamente nei giorni scorsi. Il primo fatto eclatante è del 21 dicembre, quando il portone di ingresso dello stabile in cui vivono padre e figlia, un elegante palazzo della stessa piazza Amendola, prende fuoco. Il giorno successivo la donna si fa trovare nel pianerottolo di casa dei due, dove tende agguato. Si serve di una bomboletta di gas lacrimogeno, di quelle in dotazione alle forze dell’ordine, utilizzate per esempio per l’ordine pubblico nelle manifestazioni, quindi non reperibili in commercio, e aggredisce l’ex marito, che viene accecato dallo spray. È la figlia adolescente a respingere la madre, spingendola giù per le scale e mettendola in fuga, nonostante questa la stesse minacciando con un piccolo coltello in ceramica da sushi, tentando inoltre di metterle delle fascette di plastica ai polsi (come quelle normalmente usate dagli elettricisti) per immobilizzarle le mani, con l’intento di sequestrarla. Immediato l’allarme. La donna viene individuata dai carabinieri non distante dalla piazza, in zona Fiera, completamente fuori controllo. Per immobilizzarla e portarla in galera a San Vittore, i militari, bersagliati da sputi e insulti, hanno dovuto faticare molto. Il coltello e le fascette sono state sequestrate, mentre nella sua casa in provincia di Pavia è stata trovata una tanica pieghevole con un residuo di liquido infiammabile sul fondo. Molto probabilmente progettava nuovi assalti da compiere in un imminente futuro.