Assalto a tre casseforti ma il maxifurto fallisce
Casa extra lusso visitata dai ladri la notte di fine anno. Altri due forzieri resistono allo scasso
Bisognerebbe partire dall’esito tragicomico per sdrammatizzare un tentativo di furto per nulla nato come uno scherzo. Nella notte di Capodanno, un gruppo di ladri fa irruzione in casa di un facoltoso imprenditore in corso Concordia. Fallito il primo tentativo di staccare una cassaforte dal muro, ripiegano su un secondo forziere che portano in ascensore, che però per via del peso si blocca. Incassato il doppio fallimento, la fuga. Il primo gennaio il figlio dell’imprenditore si accorge del’incursione e chiama i carabinieri.
Hanno avuto tempo per «lavorare», nella notte di capodanno, quando il palazzo era quasi del tutto vuoto e nessuno s’è reso conto dei colpi, violenti urti contro una parete, per cercare di staccare una cassaforte dal muro. E nessun testimone, allo stesso modo, presumibilmente poco dopo, ha sentito i rumori di un’altra pesante cassaforte che veniva trascinata sul pianerottolo e infine spinta fin dentro l’ascensore, con l’obiettivo di portarla fino al piano terra. La terza cassaforte, ancor più massiccia, aveva scoraggiato i ladri perché evidentemente hanno ritenuto che in quel momento fosse impossibile provare sia a scassinarla, sia a trasportarla. Poteva essere il colpo dell’anno: sia perché gli intrusi sono entrati in quell’appartamento di corso Concordia nelle prime ore del 2020, sia perché i ladri hanno pensato di avere per le mani un bottino potenzialmente assai ingente. Le tre casseforti, alla fine, sono rimaste però inespugnabili: l’unica portata fuori dall’appartamento è rimasta infatti bloccata nell’ascensore, non è chiaro se per il peso o per qualche manovra scorretta o maldestra. Nel tardo pomeriggio del primo gennaio, una dozzina di ore dopo il tentato furto, quando i carabinieri del
Radiomobile sono entrati per il sopralluogo, l’interno della casa era del tutto rovistato e in disordine.
Si tratta d’un appartamento extra lusso, con molte e ampie stanze, in un palazzo nobile a pochi metri da corso
Monforte e piazza del Tricolore. Al piano sotto a quello in cui sono entrati i ladri, si trova uno degli appartamenti milanesi di Annamaria Cancellieri (ministro dell’Interno del governo Monti e ministro della Giustizia del governo Letta) che non era in città in questo periodo dell’anno. Forzando la porta d’ingresso, i ladri sono entrati nella casa di un facoltoso imprenditore con interessi nelle produzione di apparecchiature mediche, anche lui con la moglie fuori Milano per la fine del 2019. Il furto è stato scoperto dal figlio della coppia, 32 anni, che è andato nel palazzo dei genitori e ha poi chiamato il 112. Non c’era allarme e non c’erano telecamere: le indagini dei carabinieri partiranno dunque dalla ricerca di altre riprese registrate in zona e dai rilievi su un paio di arnesi da cantiere che i ladri hanno usato per lo scasso e che poi hanno abbandonato (anche se si può prevedere che su quegli oggetti, per ora sequestrati, non verranno trovate tracce). Analizzando la dinamica del furto, si può ipotizzare che i ladri non sapessero in casa di chi stessero entrando e non avessero idea che si sarebbero trovati di fronte una situazione così «complicata»: con pochi oggetti di valore nelle stanze (dove sono rimasti i segni di una caccia frenetica alla ricerca di oro, gioielli, orologi) e soltanto quelle tre casseforti. Dovrebbero dunque essere entrati in quel palazzo soltanto perché, dall’aspetto, è uno stabile della Milano alto borghese: un po’ come accaduto quando un gruppo di ragazze rom riuscì a scassinare la casa del sindaco Giuseppe Sala (maggio 2018) o quando una gang di georgiani svaligiò l’appartamento dei genitori dell’allora ministro Matteo Salvini (agosto 2018). In entrambi i casi i ladri non avevano alcuna idea dell’«obiettivo» che avevano attaccato. È probabile che anche il tentato furto in corso Concordia sia legato a uno di quei due ambienti criminali.