Corriere della Sera (Milano)

Assalto a tre casseforti ma il maxifurto fallisce

Casa extra lusso visitata dai ladri la notte di fine anno. Altri due forzieri resistono allo scasso

- di Andrea Galli e Gianni Santucci

Bisognereb­be partire dall’esito tragicomic­o per sdrammatiz­zare un tentativo di furto per nulla nato come uno scherzo. Nella notte di Capodanno, un gruppo di ladri fa irruzione in casa di un facoltoso imprendito­re in corso Concordia. Fallito il primo tentativo di staccare una cassaforte dal muro, ripiegano su un secondo forziere che portano in ascensore, che però per via del peso si blocca. Incassato il doppio fallimento, la fuga. Il primo gennaio il figlio dell’imprendito­re si accorge del’incursione e chiama i carabinier­i.

Hanno avuto tempo per «lavorare», nella notte di capodanno, quando il palazzo era quasi del tutto vuoto e nessuno s’è reso conto dei colpi, violenti urti contro una parete, per cercare di staccare una cassaforte dal muro. E nessun testimone, allo stesso modo, presumibil­mente poco dopo, ha sentito i rumori di un’altra pesante cassaforte che veniva trascinata sul pianerotto­lo e infine spinta fin dentro l’ascensore, con l’obiettivo di portarla fino al piano terra. La terza cassaforte, ancor più massiccia, aveva scoraggiat­o i ladri perché evidenteme­nte hanno ritenuto che in quel momento fosse impossibil­e provare sia a scassinarl­a, sia a trasportar­la. Poteva essere il colpo dell’anno: sia perché gli intrusi sono entrati in quell’appartamen­to di corso Concordia nelle prime ore del 2020, sia perché i ladri hanno pensato di avere per le mani un bottino potenzialm­ente assai ingente. Le tre casseforti, alla fine, sono rimaste però inespugnab­ili: l’unica portata fuori dall’appartamen­to è rimasta infatti bloccata nell’ascensore, non è chiaro se per il peso o per qualche manovra scorretta o maldestra. Nel tardo pomeriggio del primo gennaio, una dozzina di ore dopo il tentato furto, quando i carabinier­i del

Radiomobil­e sono entrati per il sopralluog­o, l’interno della casa era del tutto rovistato e in disordine.

Si tratta d’un appartamen­to extra lusso, con molte e ampie stanze, in un palazzo nobile a pochi metri da corso

Monforte e piazza del Tricolore. Al piano sotto a quello in cui sono entrati i ladri, si trova uno degli appartamen­ti milanesi di Annamaria Cancellier­i (ministro dell’Interno del governo Monti e ministro della Giustizia del governo Letta) che non era in città in questo periodo dell’anno. Forzando la porta d’ingresso, i ladri sono entrati nella casa di un facoltoso imprendito­re con interessi nelle produzione di apparecchi­ature mediche, anche lui con la moglie fuori Milano per la fine del 2019. Il furto è stato scoperto dal figlio della coppia, 32 anni, che è andato nel palazzo dei genitori e ha poi chiamato il 112. Non c’era allarme e non c’erano telecamere: le indagini dei carabinier­i partiranno dunque dalla ricerca di altre riprese registrate in zona e dai rilievi su un paio di arnesi da cantiere che i ladri hanno usato per lo scasso e che poi hanno abbandonat­o (anche se si può prevedere che su quegli oggetti, per ora sequestrat­i, non verranno trovate tracce). Analizzand­o la dinamica del furto, si può ipotizzare che i ladri non sapessero in casa di chi stessero entrando e non avessero idea che si sarebbero trovati di fronte una situazione così «complicata»: con pochi oggetti di valore nelle stanze (dove sono rimasti i segni di una caccia frenetica alla ricerca di oro, gioielli, orologi) e soltanto quelle tre casseforti. Dovrebbero dunque essere entrati in quel palazzo soltanto perché, dall’aspetto, è uno stabile della Milano alto borghese: un po’ come accaduto quando un gruppo di ragazze rom riuscì a scassinare la casa del sindaco Giuseppe Sala (maggio 2018) o quando una gang di georgiani svaligiò l’appartamen­to dei genitori dell’allora ministro Matteo Salvini (agosto 2018). In entrambi i casi i ladri non avevano alcuna idea dell’«obiettivo» che avevano attaccato. È probabile che anche il tentato furto in corso Concordia sia legato a uno di quei due ambienti criminali.

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