Nuoto, yoga, surf L’Idroscalo è il regno dello sport invernale
Wakeboard, surf, nuoto, yoga e triathlon È arrivato il momento di rimettersi in forma
N on fa caldo eppure nelle acque dell’Idroscalo (ieri a 7 gradi) c’è gente che nuota, surfa, fa wakeboard. «Non siamo fenomeni, basta una muta di qualità e vai», dice uno degli habitué. «Nuotare in acque libere con lo sguardo rivolto alla natura dà una sensazione indescrivibile», aggiunge un altro, mentre un gruppo fa yoga.
In acqua in inverno? Follie dei Finlandesi, dei Russi, per noi abituati alle temperature del Mediterraneo non è cosa. Errore. Prima di Natale a Milano ha nevicato, quel giorno all’Idroscalo le canoe e gli equipaggi di canottaggio erano fuori come sempre, a vogare con forza mentre scendevano i fiocchi («divertimento allo stato puro», assicurano loro). Non è un caso isolato: nelle corsie del nuoto libero, lato ovest del grande bacino acquatico alle spalle dell’aeroporto di Linate, anche a gennaio e febbraio c’è sempre qualcuno a nuotare (a volte accanto a un olimpionico in allenamento). E nella punta più a sud, i fanatici del wakeboard, via di mezzo fra lo sci nautico e lo snowboard, si fanno tirare e provano salti ed evoluzioni perfino quando la superficie dell’acqua è semighiacciata. È facile arrivare così al paradosso degli accompagnatori a riva avvolti da strati di lana, mentre gli sportivi entrano ed escono dall’acqua come niente fosse.
«Non dipingeteci come eroi, basta una muta di qualità che ti isola bene e vai, non fai giornata piena come in estate ma si resiste a lungo», spiega Matteo Codignola mentre aspetta di prendere il bilancino, attaccato a un cavo, che lo trascinerà al largo. Come lui, che passa tutti i fine settimana all’Idroscalo, ce ne sono tanti. Impallinati della tavola che non si lasciano fermare dalle condizioni atmosferiche. Tanti milanesi (fra cui i campioni Riccardo De Tollis e Maurizio Marassi), ma anche svizzeri, tedeschi, polacchi. «È uno degli impianti migliori d’Europa, quando l’hanno aperto mia moglie era disperata», afferma scherzando il ticinese Danilo Gentile, che sulle sponde del lago milanese prepara la nazionale rossocrociata di wakeboard per le competizioni internazionali (lui e il figlio Lucas Devin sono fra gli atleti più forti svizzeri). Da pochi mesi, poi, alla testata nord dell’Idroscalo è arrivato anche l’impianto con l’onda artificiale per il surf e in certi momenti c’è (quasi) un’atmosfera da Oceano.
Più pacata la sponda opposta, riservata a nuotatori e canottieri. «Nuotare in acque libere, con lo sguardo rivolto alle montagne mentre il sole tramonta, è una sensazione indescrivibile e di grande libertà», sottolinea Elena Artus Martinelli. «È stupendo, rilassante, il giusto modo per staccare la spina dalla confusione urbana e in inverno si sta meglio che in estate, il caldo afoso paralizza», aggiunge la canoista Annamaria Zucchetti, che ha iniziato otto anni fa all’attracco dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia («completamente da zero, e avevo superato i cinquanta!») e in pochissimo ha raggiunto il podio dei circuiti Master.
Se l’acqua a temperatura invernale non convince, c’è un’alternativa: lo yoga. Il sabato mattina, a pelo dell’acqua, sui prati che circondano il bacino, neofiti ed esperti provano le posizioni. E se ancora c’è indecisione, l’Idroscalo offre un’ultima tentazione, il triathlon. «Disciplina affascinante, l’avvicinamento è graduale, ma se ti appassioni non ti fermi più», assicura Danilo Goffi.