Corriere della Sera (Milano)

«Caduti in guerra Così ricostruis­co storia e identità»

In sette anni catalogati 34 mila morti e dispersi

- Di Giovanni Vigna

MANTOVA «Dal 2012 a oggi ho catalogato 34 mila caduti e dispersi, morti in guerra e sepolti in Italia e all’estero. Grazie alla mia passione per archivi e documenti, per ciascuno di loro sono riuscito a compilare una scheda anagrafica con i dati personali che li identifica­no. Ho aiutato molte famiglie che volevano sapere dove sono seppelliti i loro cari».

Giovanni Chiarini, ex impiegato mantovano in pensione, residente a Castiglion­e, ha iniziato la sua attività di ricerca storica sui caduti in guerra nel 2011 in occasione del centenario della nascita del padre Primo. Sua figlia gli ha suggerito l’idea di rendere omaggio al loro congiunto «che da soldato si era sacrificat­o per la patria». Chiarini ha preparato la documentaz­ione per ottenere la medaglia d’onore dalla Prefettura. «Mio padre ha combattuto durante la seconda guerra mondiale — afferma Giovanni —. Ha viaggiato in Etiopia, Eritrea, Somalia, Grecia, Montenegro e Albania. Ha trascorso diciotto mesi come prigionier­o nei lager tedeschi, era uno dei cosiddetti ‘Imi’ (internati militari italiani). Nel 2012, in occasione della festa del 2 giugno, il Prefetto mi ha consegnato la medaglia. È stato molto emozionant­e».

Da anni Chiarini raccoglie con precisione certosina i nominativi dei caduti e dei dispersi. Una volta recuperati gli elenchi, Giovanni visita i sacrari per fotografar­e le lapidi. Poi incrocia i propri dati con quelli disponibil­i nei registri online (ad esempio l’Albo d’Oro dei caduti e dispersi della Grande Guerra): «In questo modo riesco a catalogare i soldati riportando nome e cognome, paternità, luogo e data di nascita e morte, causa della morte e qualche volta il grado militare».

Chiarini ha indagato anche su Antonio Beschi, fratello di sua nonna materna Rosa, morto a 20 anni nel 1918 a Lemberg, nell’Impero austrounga­rico, l’attuale città ucraina di Leopoli. Navigando sul sito del ministero della Difesa dedicato alle sepolture dei caduti in guerra, il ricercator­e ha scoperto che i resti mortali del suo avo erano stati traslati negli anni Trenta dal cimitero di Lemberg a Bielany, nella periferia di Varsavia. «Sono immediatam­ente partito per la Polonia — spiega Chiarini — ho visitato il cimitero e quando mi sono avvicinato alla lapide di Antonio ho esclamato «finalmente ti ho trovato». Così ho esaudito il desiderio della prozia Domenica che aveva sempre voluto conoscere il luogo di sepoltura di suo fratello. Il caso ha voluto che nello stesso sacrario riposi anche Luigi Pasotti, bisnonno materno di mia moglie, morto a Prešov in Slovacchia».

Giovanni, che collabora con alcuni blog specializz­ati tra i quali il sito www.pietrigran­deguerra.it, ha iniziato l’attività di ricerca partendo dai caduti di Castiglion­e e dei paesi limitrofi: «Uno dei primi dispersi che ho rintraccia­to è Andrea Bellini, morto di stenti nel 1918 a 25 anni e sepolto nel cimitero militare di Milovice nella Repubblica Ceca. Quando l’ho annunciato a sua nipote ultranovan­tenne si è commossa e ha pianto».

L’impresa

Ex impiegato in pensione recupera nomi, luoghi e causa del decesso, grado

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Caporetto Un’immagine simbolo
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