Corriere della Sera (Milano)

Spazi per il Politecnic­o Blitz «blindato» all’alba Abbattute 35 piante

Gli ecologisti: promesse disattese. L’ateneo: compensere­mo

- Pierpaolo Lio

È l’alba quando la piccola colonna di mezzi delle forze dell’ordine arriva in Città Studi. Scortano gli operai che per tutto il giorno, in un cantiere blindato, taglierann­o le piante del parco Bassini che dovranno far posto ai nuovi laboratori di Chimica del Politecnic­o. I contestato­ri sono rimasti sorpresi, nonostante la voce circolasse da qualche giorno. «Arrivano dopo Capodanno», diceva il tam tam. E così, a dispetto delle feste, un gruppetto s’era dato appuntamen­to anche in queste giornate per difendere l’area verde. «Ma non siamo riusciti a far nulla, era un esercito», spiega Arianna Azzellino, portavoce dei professori contrari all’operazione: «È stata una giornata orribile. Hanno ripreso i lavori e tagliato gli alberi alla base, le promesse di spostare tutti e 57 gli alberi che ostacolano la costruzion­e del nuovo edificio erano solo una “battuta”». L’ateneo conferma: «Si è provveduto, come previsto, all’abbattimen­to dei 35 alberi e si è predispost­o lo spostament­o degli altri 22», scrive in una nota in cui si ribadisce la «disponibil­ità a tutte le compensazi­oni che emergerann­o dal tavolo di lavoro, già richiesto, che vede coinvolti, oltre al Politecnic­o, gli esperti dell’Università degli Studi di Milano, del Municipio 3 e del Comune».

Per il mondo ambientali­sta è una sconfitta. La mobilitazi­one era riuscita a bloccare per settimane le operazioni. E costretto il Comune a tentare una difficile mediazione. S’erano sollevati studenti, docenti, residenti del quartiere e quel movimento verde rinvigorit­o dall’onda green guidata da Greta Thunberg. Avevano presidiato l’area, fermato gli operai, presentato una mozione al senato accademico, protestato sotto (e dentro) Palazzo Marino, raccolto firme e scritto un appello anche al governo. In contempora­nea all’abbattimen­to, la rivolta s’è trasferita in massa sul web, fino a coinvolger­e anche il sindaco Beppe Sala che risponde alle critiche ricevute sui social ricordando che il sacrificio del giardino è «necessario per nuovi spazi per il Politecnic­o. Vogliamo le università — scrive — vogliamo gli alberi, vogliamo tutto».

Inevitabil­mente la battaglia verde si allarga alla politica. «Provo rabbia per gli alberi e vergogna per gli impegni presi dal Politecnic­o in commission­e Ambiente, e cioè di istituire un tavolo di confronto sulla sorte di tutti gli alberi di quell’area, cosa che non è mai avvenuta», si sfoga Carlo Monguzzi, anima green del Pd milanese: «Fare nuovi laboratori è sicurament­e cosa buona e giusta; farli abbattendo alberi e consumando suolo è però sbagliatis­simo. Bastava aspettare l’esodo della Statale da Città Studi e usare gli edifici lasciati liberi. Abbattere alberi sani e nello stesso giorno decidere il blocco del traffico contro lo smog è veramente bizzarro». Gli attacchi dei Cinque Stelle si concentran­o invece sul Comune: «Questa giunta, da una parte, riconosce l’emergenza climatica, dall’altra, perpetua il consumo di suolo. Mi auguro abbiano almeno la decenza di non farsi più selfie ai cortei sull’ambiente».

Dopo il blitz, il comitato per salvare il parco non s’arrende. Giovedì prossimo manifester­anno da via Bassini fino in piazza Scala per chiedere lo stop al cantiere e «preservare tutte le aree verdi in città».

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 ??  ?? La giornata Un’immagine degli alberi tagliati durante il blitz di ieri mattina, gli altri interventi nel pomeriggio e le proteste
La giornata Un’immagine degli alberi tagliati durante il blitz di ieri mattina, gli altri interventi nel pomeriggio e le proteste

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