Spazi per il Politecnico Blitz «blindato» all’alba Abbattute 35 piante
Gli ecologisti: promesse disattese. L’ateneo: compenseremo
È l’alba quando la piccola colonna di mezzi delle forze dell’ordine arriva in Città Studi. Scortano gli operai che per tutto il giorno, in un cantiere blindato, taglieranno le piante del parco Bassini che dovranno far posto ai nuovi laboratori di Chimica del Politecnico. I contestatori sono rimasti sorpresi, nonostante la voce circolasse da qualche giorno. «Arrivano dopo Capodanno», diceva il tam tam. E così, a dispetto delle feste, un gruppetto s’era dato appuntamento anche in queste giornate per difendere l’area verde. «Ma non siamo riusciti a far nulla, era un esercito», spiega Arianna Azzellino, portavoce dei professori contrari all’operazione: «È stata una giornata orribile. Hanno ripreso i lavori e tagliato gli alberi alla base, le promesse di spostare tutti e 57 gli alberi che ostacolano la costruzione del nuovo edificio erano solo una “battuta”». L’ateneo conferma: «Si è provveduto, come previsto, all’abbattimento dei 35 alberi e si è predisposto lo spostamento degli altri 22», scrive in una nota in cui si ribadisce la «disponibilità a tutte le compensazioni che emergeranno dal tavolo di lavoro, già richiesto, che vede coinvolti, oltre al Politecnico, gli esperti dell’Università degli Studi di Milano, del Municipio 3 e del Comune».
Per il mondo ambientalista è una sconfitta. La mobilitazione era riuscita a bloccare per settimane le operazioni. E costretto il Comune a tentare una difficile mediazione. S’erano sollevati studenti, docenti, residenti del quartiere e quel movimento verde rinvigorito dall’onda green guidata da Greta Thunberg. Avevano presidiato l’area, fermato gli operai, presentato una mozione al senato accademico, protestato sotto (e dentro) Palazzo Marino, raccolto firme e scritto un appello anche al governo. In contemporanea all’abbattimento, la rivolta s’è trasferita in massa sul web, fino a coinvolgere anche il sindaco Beppe Sala che risponde alle critiche ricevute sui social ricordando che il sacrificio del giardino è «necessario per nuovi spazi per il Politecnico. Vogliamo le università — scrive — vogliamo gli alberi, vogliamo tutto».
Inevitabilmente la battaglia verde si allarga alla politica. «Provo rabbia per gli alberi e vergogna per gli impegni presi dal Politecnico in commissione Ambiente, e cioè di istituire un tavolo di confronto sulla sorte di tutti gli alberi di quell’area, cosa che non è mai avvenuta», si sfoga Carlo Monguzzi, anima green del Pd milanese: «Fare nuovi laboratori è sicuramente cosa buona e giusta; farli abbattendo alberi e consumando suolo è però sbagliatissimo. Bastava aspettare l’esodo della Statale da Città Studi e usare gli edifici lasciati liberi. Abbattere alberi sani e nello stesso giorno decidere il blocco del traffico contro lo smog è veramente bizzarro». Gli attacchi dei Cinque Stelle si concentrano invece sul Comune: «Questa giunta, da una parte, riconosce l’emergenza climatica, dall’altra, perpetua il consumo di suolo. Mi auguro abbiano almeno la decenza di non farsi più selfie ai cortei sull’ambiente».
Dopo il blitz, il comitato per salvare il parco non s’arrende. Giovedì prossimo manifesteranno da via Bassini fino in piazza Scala per chiedere lo stop al cantiere e «preservare tutte le aree verdi in città».