Donna uccisa da monossido Grave il figlio
Pieve d’Olmi, la donna stava facendo la doccia. Intossicato il figlio. Sotto esame caldaia e camino
Il figlio si è salvato, ma la madre non ce l’ha fatta. È morta in casa, una villetta a schiera a Pieve d’Olmi, in provincia di Cremona, uccisa dal monossido di carbonio esalato forse dalla caldaia, forse dal camino, entrambi ora sotto sequestro dalla Procura. La tragedia intorno alle 23 di giovedì. Patrizia Bonvini, 47 anni, infermiera del reparto di Ematologia dell’ospedale Maggiore di Cremona, è stata avvelenata mentre stava facendo la doccia. Per lei i soccorsi sono stati inutili. Il figlio Matteo, diciottenne, è riuscito a dare l’allarme ai vicini un attimo prima di accasciarsi, intossicato anche lui.
La loro casa, una villetta a schiera in via Primo maggio a Pieve d’Olmi, in provincia di Cremona, era il posto più sicuro che conoscessero. Ma quella stessa casa si è portata via mamma Patrizia, mentre il figlio Matteo è stato salvato. Uccisa lei, intossicato seriamente lui dal monossido di carbonio esalato forse dalla caldaia, forse dal camino, entrambi ora messi sotto sequestro dalla Procura. La tragedia intorno alle 23 di giovedì. Patrizia Bonvini, 47 anni, infermiera del reparto di Ematologia dell’ospedale Maggiore di Cremona, è stata avvelenata, mentre stava facendo la doccia. Prima di sentirsi male, il figlio diciottenne è riuscito a dare l’allarme al vicino di casa, Davide Ghilotti, che ha forzato la finestra della cucina al piano terra, è entrato nell’abitazione e ha aperto tutte le finestre. Nel frattempo è rincasato il marito di Patrizia, Roberto Scuto. La moglie era accasciata sul pavimento, in arresto cardiocircolatorio. Il figlio aveva perso i sensi. L’ambiente era così saturo che anche il marito e il vicino sono rimasti intossicati. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, il 118, i carabinieri di Sospiro e di San Daniele Po. I soccorritori hanno tentato di rianimare la donna, purtroppo invano: è arrivata già morta all’ospedale Maggiore. Il figlio era in gravi condizioni, ma grazie alle manovre di rianimazione è stato salvato e trasportato, in elisoccorso, all’ospedale di Brescia, dove è stato trattato in camera iperbarica, mentre il padre Roberto e il vicino di casa sono stati portati nel centro specializzato di Vaio di Fidenza. Nessuno di loro è in pericolo di vita.
La Procura ha aperto un fascicolo: sarà nominato un consulente tecnico per accertare se il gas killer, insidioso perché inodore, sia esalato dal camino o dalla caldaia malfunzionante. La scomparsa di Patrizia ha lasciato attoniti la comunità di Pieve d’Olmi e l’ospedale Maggiore, una seconda famiglia dell’infermiera che qui si era diplomata e qui aveva cominciato a lavorare. Per Nadia Poli, a capo della Direzione assistenziale professioni sanitarie Asst di Cremona, «Patrizia era una persona solare, sempre disponibile. Da studente tenace è divenuta una professionista seria, attenta ai bisogni dei malati e collaborativa con i colleghi. Ci mancherà moltissimo».