Corriere della Sera (Milano)

Verde pro capite, Sondrio stacca tutti

A Milano solo 17,9 mq per abitante. La Coldiretti: gli alberi la vera misura antismog

- di Giorgia Fenaroli

In Lombardia ogni abitante può contare, in media, su 28,6 metri quadri di verde pubblico. Ma se a Sondrio si contano ben 315,9 metri quadrati per cittadino, a Monza sono 71,9 pro capite e a Como 69,4. Seguono Mantova (49,9) Lodi (43,7) e Cremona con 31,3. Poi Brescia con 23,1 metri quadrati a testa, Pavia con 22,5 e

Bergamo con 22,2. Agli ultimi posti, con meno di 20 metri quadrati per abitante, ci sono Varese (18,5), Milano (17,9) e infine Lecco con appena 15,4 metri. Coldiretti stila anche la classifica degli alberi mangia-smog: al primo posto l’acero riccio, in grado di assorbire fino a 3.800 chili di CO2 in vent’anni. Seguono la betulla verrucosa e il cerro.

La lotta allo smog, in Lombardia, comincia già all’inizio dell’anno. Da ieri, infatti, sono attive in sei province (Milano, Monza, Cremona, Pavia, Bergamo e Como) le misure di primo livello (tra cui lo stop ai veicoli più inquinanti) per cercare di limitare la concentraz­ione di polveri sottili nell’aria. Nell’ultima settimana, infatti, i livelli di Pm10 hanno raggiunto picchi oltre i livelli di guardia. E nelle ore della prima emergenza per lo smog 2020, la Coldiretti evidenzia la necessità di intervenir­e «in modo struttural­e sull’urbanistic­a delle città per favorire la diffusione del verde e per contrastar­e gli effetti del cambiament­o climatico».

L’accumulo di smog e micro-polveri è favorito dall’effetto combinato delle condizioni meteo (in primis l’assenza di pioggia), dal traffico, ma anche dalla ridotta disponibil­ità di spazi verdi e alberati che concorrano a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. «Una pianta adulta — spiega la Coldiretti, rielaboran­do uno studio del Cnr — è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre un ettaro di alberi è in grado di catturare fino a 20 mila chili di anidride carbonica (Co2) all’anno».

In Italia ogni abitante in città dispone di appena 31 metri quadrati di verde urbano tra pubblico e privato. È quello che emerge dall’analisi condotta sempre dalla Coldiretti in riferiment­o alle limitazion­i del traffico entrate in vigore con il nuovo anno. In Lombardia i divieti riguardano i Comuni con più di 30 mila abitanti nelle province di Milano, Monza, Cremona, Pavia, Bergamo e Como. È dal 27 dicembre, infatti, che i livelli di Pm 10 nell’aria superano la soglia consentita di 50 microgramm­i per metro cubo. Oltre alle limitazion­i di circolazio­ne dei veicoli fino a diesel Euro 4 in città, le misure comprendon­o anche l’obbligo di spegniment­o dei motori in sosta, limiti all’uso di stufe e caminetti a legna, riduzione di un grado delle temperatur­e nelle abitazioni, divieto di spargiment­o di liquami zootecnici di fuochi all’aperto. «Non si può continuare a rincorrere le emergenze: bisogna intervenir­e in modo struttural­e, favorendo il verde pubblico e privato», commenta la Coldiretti. Ma, per quanto riguarda i metri quadrati di verde disponibil­i in città, la situazione peggiora rispetto alla media nazionale se si guarda alle metropoli del Nord, con valori che vanno dai 6,3 metri quadrati pro capite di Genova ai 22 di Torino. L’ultima elaborazio­ne di Coldiretti Lombardia su dati Istat mostra che in Lombardia la disponibil­ità media di verde urbano pubblico è di 28,6 metri quadri per abitante, con significat­ive variazioni da un capoluogo all’altro: se a Sondrio infatti si contano ben 315,9 metri quadrati per cittadino, a Monza sono 71,9 pro capite e a Como 69,4. Seguono Mantova (49,9) Lodi (43,7) e Cremona con 31,3. Poi Brescia con 23,1 metri quadrati a testa, Pavia con 22,5 e Bergamo con 22,2. Agli ultimi posti, con meno di 20 metri quadrati di verde per abitante, ci sono Varese (18,5), Milano (17,9) e infine Lecco con appena 15,4 metri quadrati pro capite.

Per migliorare la situazione il verde va implementa­to. La Coldiretti stila anche una classifica degli alberi mangiasmog, dominata dall’acero riccio: ogni esemplare è in grado di assorbire fino a 3.800 chili di CO2 in vent’anni. A pari merito, con 3.100 chili di CO2 eliminate dall’aria, ci sono la betulla verrucosa e il cerro. «Gli alberi — sottolinea­no gli esperti —, se selezionat­i puntando sulla qualità e se correttame­nte monitorati e gestiti, costituisc­ono una vera e propria infrastrut­tura che aiuta a combattere i cambiament­i climatici e a migliorare il benessere degli abitanti. Una misura utile a qualificar­e le aree urbane ma anche a ridurre l’impatto degli inquinanti nelle città».

 Coldiretti Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di alberi elimina fino a 20 mila chili di anidride carbonica all’anno

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Controlli Dai ieri stop ai diesel Euro 4
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