(Ri)Bolle e i suoi amici Il ballerino torna con il gala agli Arcimboldi
Al via il gala Roberto Bolle & Friends tra danza classica e contemporanea
Non va in ferie Roberto Bolle. Mentre fioccano i dati sorprendenti del suo «Danza con me», lo show tv su Rai1 che il primo gennaio ha registrato 4.392.000 spettatori e il 21,8 per cento di share (trasmissione più vista e più commentata sui social), le «vibrazioni streganti dell’étoile» — citazione Aldo Grasso — traslocano dal video alle tavole degli Arcimboldi per quattro gala del «Roberto Bolle & Friends», in scena da stasera a martedì 7. Le recite sono esaurite da tempo e non c’è da stupirsi, perché l’affetto di Milano per Bolle è cresciuto negli anni, grazie alla sinergia tra le sue esibizioni alla Scala (l’ultima nel «Boléro» di Béjart, la prossima in «Le Jeune Homme et la Mort» di Petit, in sei recite dal 23 gennaio al primo febbraio), la Festa «OnDance», di cui è direttore artistico e mattatore, e i suoi gala agli Arcimboldi. Se l’uomo è infaticabile, il ballerino è generoso nel chiamare intorno a sé grandi nomi, in squadre vincenti nel segno della qualità, dove a tenere banco sono cultura e intrattenimento, senso della tradizione e investimento sul futuro. Con un respiro ampio sul mondo, riflesso di una carriera internazionale culminata con i dieci anni da «principal dancer» all’American Ballet Theatre (ingaggio conclusosi nel giugno scorso, con la «Manon» di MacMillan al Metropolitan). Il programma scelto mescola repertorio classico e balletto contemporaneo, accostando l’immortale tradizione russa ottocentesca, i maestri del ‘900 e le grandi firme di oggi. Con scaletta suscettibile di modifiche (Bolle si riserva di perfezionarlo in corso d’opera), le serate si apriranno con il passo a due del primo atto di «L’Histoire de Manon» di MacMillan su musica di Massenet, interpretato dall’étoile in coppia con l’orientale Hee Seo, quindi il passo a due del secondo atto di «Lo Schiaccianoci», nell’originale di Ivanov sulla partitura di Ciaikovskij, con Anna Ol e Young Gyu Choi. Più insolita «Borderlands», coreografia dell’inglese Wayne McGregor ispirata ai quadri geometrici del pioniere dell’astrattismo Anni Albers e originariamente commissionata dal San Francisco Ballet con cui ha debuttato nel 2013: su musica di Joel Cadbury e Paul Stoney, vedrà Bolle affiancato dalla bionda Melissa Hamilton. A conclusione della prima parte, i fuochi d’artificio tecnico del passo a due del «Corsaro» di Petipa-Drigo con Maia Makhateli e Bakhtiyar
Adamzhan, e il celebre assolo «Two» di Russell Maliphant su note di Andy Cowton, in cui Bolle ingaggia un corpo a corpo con le lame di luce disegnate da Michael Hulls. Nella seconda parte, lo scultoreo «Caravaggio» di Bigonzetti con la Hamilton e Bolle, «Esmeralda pas de deux» di Petipa con Anna Ol e Young Gyu Choi, ancora «Manon», ma il tragico terzo atto, sempre con Hee Seo e Bolle, il passo a due del terzo atto di «Don Chisciotte», con Makhateli e Adamzhan, e, per il gran finale, «Waves» di Massimiliano Volpini in cui Bolle duetta con il laser.
Programma eclettico Dal passo a due nell’«Histoire de Manon» alle geometrie di Wayne McGregor