Trenord, un contratto di dieci anni
La Regione rinnova l’affidamento dei treni regionali. Inflitta penale di 7 milioni per i disservizi
Il futuro del servizio ferroviario si gioca sul rinnovo di un contratto. Quello della Regione, con l’affidamento diretto a Trenord, per i prossimi dieci anni, senza passare dalla possibilità di gare né di lotti richiesta dalle opposizioni (che partono all’attacco). Il Pirellone ha avviato le procedure con la «pre informativa senza indizione di gara» con la delibera del 23 dicembre. «Un passaggio necessario per lasciarci aperta questa porta» dice l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi. La novità del nuovo affidamento sarà la durata: appunto dieci anni, al posto dei sei del contratto che si concluderà alla fine del 2020. Decisa una penale di sette milioni per i disservizi.
Per il futuro del servizio ferroviario la Regione punta all’affidamento diretto. Ovvero, a rinnovare il contratto con Trenord per i prossimi dieci anni, senza passare da gare né da lotti come invece chiedevano le opposizioni. Il Pirellone ha infatti avviato la «pre informativa senza indizione di gara» con la delibera del 23 dicembre scorso. «Un passaggio necessario in vista delle scadenze» spiega l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi. Se in via teorica le altre opzioni sono ancora praticabili, secondo Terzi sono tuttavia difficili da realizzare. «Ci siamo confrontati con i tecnici: a una eventuale gara non potrebbero prendere parte altri adeguati attori italiani, ma solo stranieri e non è quello che vogliamo». Trenitalia infatti non potrebbe partecipare per vincoli di contratto, in quanto socia al 50 per cento di Trenord insieme a Fnm (e quindi alla Regione). Neppure la lottizzazione del servizio è presa in considerazione al momento: «Nulla la vieta per il futuro — continua Terzi —, ma servono correttivi perché altrimenti i lotti meno appetibili rischiano di essere penalizzati».
La novità dell’affidamento sarà la durata: dieci anni, al posto dei sei del contratto che si concluderà a fine 2020. «Un periodo migliore per chiedere alle società di investire» spiega l’assessore. L’invito è rivolto in particolare a Trenitalia. «Ora non avrà più alibi: chiedeva un contratto lungo per fare investimenti, lo avrà e dunque agisca di conseguenza riservando alla Lombardia attenzione e risorse adeguate». Assieme alle pratiche per l’affidamento diretto, la Regione ha anche «sistemato i conti» con Trenord a proposito del 2018, anno particolarmente difficile per i pendolari a causa dei numerosi disagi. In seguito ai vari disservizi, soprattutto dell’autunno e dell’inverno, le due parti hanno stabilito un totale di 7,7 milioni di euro di penali che Trenord pagherà al Pirellone, al netto del bonus erogato. Una cifra «in aumento rispetto a quanto riscosso nel 2017», dice Terzi. In base al documento sono 952 le corse che sono state cancellate per tre volte nell’arco di un mese, quasi il triplo (2.524) quelle soppresse più di tre volte, per cause sia imputabili alla società di trasporti sia al gestore dell’infrastruttura. La quantificazione dei «servizi non resi» ammonta a 6,7 milioni.
Una parte della conciliazione è poi dedicata alla questione della «sfaccettatura» delle ruote dei treni, oggetto di controversia nello stabilire l’ammontare delle penali. Nel 2018 infatti Trenord ha segnalato un alto numero di convogli con ruote «sfaccettate», ovvero danneggiate a causa delle avverse condizioni meteo e delle foglie presenti sui binari che facevano slittare i convogli. Il problema ha provocato la cancellazione di alcune corse perché è stato necessario manutenere il materiale rotabile. Tra Trenord e Regione è nata però una controversia su chi dovesse pagare le penali per questi disagi. Per la società di trasporti si tratta di problemi legati a cause di forza maggiore. Per il Pirellone si tratta comunque di disguidi imputabili all’impresa ferroviaria. Le due parti hanno poi trovato un’intesa, stabilendo uno «sconto» nel pagamento della multa.
L’assessore spiega che già dai prossimi giorni si lavorerà
Terzi Negli ultimi mesi c’è stato un picco di guasti alla rete Chiederò a Rfi spiegazioni e un programma di interventi
per definire i nuovi termini del contratto e per aggiornarlo in alcuni punti. «Blindati i bonus — assicura —, intendiamo rivedere il capitolo penali». Insomma si proverà a ridiscutere l’attribuzione delle colpe in caso di treni cancellati e di ritardi: sul tavolo degli imputati oltre a Trenord ci sono anche i gestori dell’infrastruttura, Ferrovienord e Rete Ferroviaria Italiana. «Sono preoccupata per i binari in mano a Rfi — dice Terzi —, negli ultimi mesi c’è stato un picco di guasti». L’ultimo è di ieri sul Passante, con cento corse cancellate. «A breve vedrò l’ad Maurizio Gentile e chiederò spiegazioni, insieme al cronoprogramma dettagliato degli interventi di manutenzione in Lombardia».
Il Pirellone
«Con il contratto lungo che voleva per fare investimenti Trenitalia è ora senza alibi»
Il timore è che l’imminente arrivo dei nuovi treni non sia sufficiente a migliorare la qualità del servizio. Tra gli obiettivi per il decennio 2021-2030 c’è il raggiungimento di un milione di passeggeri al giorno, più 200 mila rispetto a oggi. Un traguardo che non sembra poi così lontano, visto che nel 2019 Trenord ha trasportato 4 milioni di persone in più nonostante le 12 mila corse in meno del 2018.
La scelta dell’affidamento diretto non piace alle opposizioni, che chiedono più sforzi e attenzione per i pendolari. «Se la Regione vuole essere credibile deve presentare un progetto vero di rilancio — dicono i consiglieri pd Fabio Pizzul e Gigi Ponti — perché questo stato di emergenza e di inadeguatezza del trasporto pubblico non è più accettabile».