Le periferie «giovani» convincono l’Europa
Sette hub dedicati all’infanzia per garantire un accesso facilitato ai servizi destinati ai bambini e alla loro istruzione. Le «cittadelle dei minori» si troveranno in sette diverse periferie della città: via Arsia, via Giacosa, via Feltre, via Anselmo Da Baggio, via Mar Jonio, via Crollalanza, via Ucelli di Nemi. Il progetto di «Wish Mi» (Wellbeing integrated System of Milan) si deve a un finanziamento di 5 milioni di euro dal bando europeo «Urban innovative actions» (Uia).
Capofila della proposta è il Comune di Milano, con le direzioni Educazione e Politiche sociali; l’amministrazione ha poi individuato, tramite un avviso pubblico, i soggetti partner: Fondazione Politecnico di Milano, ActionAid, Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica di Milano, Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, cooperativa ABCittà.
«Wish Mi» nascerà grazie al supporto di Bloomberg Associates ed opererà in sinergia con WeMi, il sistema di servizi digitali e fisici del Comune di Milano per facilitare l’accesso ai servizi domiciliari della città, e con Qubì, il programma di Fondazione Cariplo per contrastare la povertà minorile a Milano.
«I bambini— dichiara l’assessora all’Educazione Laura Galimberti — rappresentano il futuro della nostra città e a loro dobbiamo dedicare tutta l’attenzione e l’impegno necessari affinché possano frequentare una scuola adatta alle loro esigenze, siano spinti a non abbandonare gli studi e puntino a conseguire un alto grado di istruzione. Siamo orgogliosi che i nostri obiettivi abbiano trovato il sostegno dell’Europa e cercheremo di utilizzare al meglio questi fondi per il benessere dei piccoli milanesi, con l’intento di non lasciare indietro nessuno e di costruire una scuola sempre più aperta e inclusiva». «La crisi economica e i grandi cambiamenti degli ultimi anni — aggiunge l’assessore alle Politiche sociali Gabriele Rabaiotti — hanno generato nuovi bisogni ed esigenze sempre più complesse che Milano deve affrontare mettendo in campo un sistema di welfare che tenga sempre più conto della svolta digitale, delle nuove forme di discriminazione, dell’attenzione alle diversità, ma anche e soprattutto dei nuovi bisogni di comunità e aggregazione che si sviluppano di conseguenza. La scelta di mettere a sistema tutti i servizi per i minori e le loro famiglie, di creare una piattaforma digitale e spazi fisici per favorire e facilitare l’accesso di tutti va proprio in questa direzione e siamo contenti che anche l’Unione Europea creda nel progetto che abbiamo immaginato per la città del futuro».
L’impegno
Nei quartieri le «cittadelle dei minori» faciliteranno l’accesso alla scuola e ai servizi