Corbetta, capo dei vigili con la droga
Vismara denunciata per spaccio. Nel Comune dell’hinterland 17 agenti avevano lasciato il lavoro
La via Merano è una piccola traversa che incrocia via Milano, nel Comune di Baranzate, a poche centinaia di metri dall’ospedale «Sacco»: ci sono una parrocchia, un campo sportivo, un piccolo parco, qualche capannone, un paio di ristoranti, alcune abitazioni; ma nelle prime ore della notte è una via abbastanza buia e poco trafficata. I carabinieri della tenenza di Bollate erano di pattuglia e hanno notato una donna, 31 anni, capelli lunghi, che stava salendo sulla sua auto, una Daihatsu «Terios», parcheggiata proprio vicino al campo da calcio. Hanno deciso di controllarla. L’hanno invitata a scendere, le hanno chiesto di mostrare i documenti, le hanno detto che avrebbero dato un’occhiata alla macchina. Era l’una e mezza della notte tra venerdì e sabato. Non c’è stato bisogno di una perquisizione accurata, anzi è stata più che altro una di quelle verifiche di routine che le forze dell’ordine fanno regolarmente sulle auto che fermano. E infatti un carabiniere ha alzato il tappetino davanti al sedile del conducente: e la cocaina era lì, divisa in dosi. La quantità non è particolarmente rilevante, si tratta di poco più di 3 grammi. L’elemento chiave di questa storia non sta dunque nel sequestro di droga, ma nell’identità di quella donna e soprattutto nella sua carica pubblica: Lia Vismara, comandante dei vigili di Corbetta.
Proprio qualche giorno fa il Corriere ha dedicato un articolo al «caso Corbetta», il paese «da cui i vigili scappano».
Quel comando ha infatti una particolarità: su 18 vigili che dovrebbero essere in organico al Comune (uno ogni mille abitanti secondo il parametro suggerito dalla Regione), oggi in servizio ce ne sono soltanto 10. E fino a qui nulla di particolare, perché molti altri piccoli Comuni dell’hinterland milanese hanno pesanti carenze di organico. A Corbetta però, da quando è stato eletto il sindaco Marco Ballarini (estate 2016), sono andati via 17 vigili, tra agenti e ufficiali, quasi il doppio di quelli in servizio, un anomalo caso di turn over accelerato. In questo stesso periodo, al vertice della Polizia locale di Corbetta si sono avvicendati quattro comandanti e la Vismara era l’ultimo.
In questo contesto, ciò che è avvenuto a Bollate l’altra notte si inquadra come il fatto più critico.
I carabinieri hanno infatti portato la comandante in caserma per compilare tutti gli atti, hanno avvertito il pubblico ministero di turno in Procura e dopo qualche ora hanno infine chiuso i verbali denunciando la donna per spaccio (ipotesi contro la quale il pubblico ufficiale potrebbe difendersi in Tribunale parlando di consumo personale).
L’arresto non è scattato sia perché la quantità di droga, poi sequestrata, era piuttosto ridotta, sia perché la donna non aveva alcun precedente, come appunto ci si aspetta da un comandante di Polizia locale.
Come provvedimento cautelare, i carabinieri hanno anche ritirato la pistola d’ordinanza dell’ufficiale, una Glock.
Nei giorni scorsi il sindaco di Corbetta, che si è sempre scagliato contro gli agenti «fannulloni» o che non avevano comportamenti «adeguati» all’interno del comando, ha raccontato di aver depositato un esposto che conteneva alcune ipotesi di reato anche a carico di dipendenti comunali. Di quell’esposto non sono stati diffusi particolari, ma è presumibile che non contenga ipotesi di spaccio di droga (o anche di consumo) all’interno della Polizia locale.
Il controllo
La donna è stata notata dai carabinieri in una via poco trafficata di Baranzate