Corriere della Sera (Milano)

Acido in volto Barista inseguito da due giorni

«Una donna strana, l’avevo denunciata»

- di Cesare Giuzzi

Tamara Masia aveva già teso la sua trappola. La 43enne che sabato ha aggredito con l’acido un barista in piazza Gae Aulenti si era già presentata venerdì sotto casa dell’uomo. I vicini avevano dato l’allarme. Da giorni tormentava l’ex con chiamate e messaggi. Il giovane: «Era strana, l’avevo denunciata».

Seduta su una panchina, il cappuccio di un piumino a coprire la testa, una sciarpa che lasciava intraveder­e solo gli occhi. Quando un vicino di casa l’ha guardata con insistenza, lei ha nascosto sotto al giubbotto una bottiglia di vetro. Una bottiglia di vino riempita di acido. La stessa che la donna ha versato sulla testa della sua vittima sabato mattina in piazza Gae Aulenti.

La sera prima dell’aggression­e che rischia di sfigurare per sempre una parte del viso del barista 28enne che Tamara Masia, 43 anni, aveva conosciuto un mese fa sul sito d’appuntamen­ti Bachecainc­ontri, la donna aveva già teso il suo agguato. Solo che venerdì, erano circa le 23.30, i vicini di casa avevano prima avevano lanciato l’allarme sulla chat di vicinato, poi chiamato il 112. Quando la volante della polizia era arrivata, lei però era già sparita. Di quell’episodio il 28enne, originario di Pavullo nel Frignano nel Modenese e già dimesso dal Fatebenefr­atelli, ha saputo solo dopo la sua aggression­e. In quel momento il barista era appena uscito dalla caserma dei carabinier­i per sporgere querela contro la donna. Lei neppure lo sapeva.

C’è la storia di un’ossessione esplosiva dietro l’agguato a colpi di acido di piazza Gae Aulenti. E forse c’è anche una patologia, visto che la donna aveva già due denunce per atti persecutor­i presentate nel 2018 da un altro ragazzo, dell’Alessandri­no, conosciuto sempre su un sito di incontri, e dai suoi genitori e da un amico. Una «serialità» che però mai era arrivata ad un’aggression­e tanto grave. Sabato mattina la donna aveva anche un coltello da cucina, che però non ha usato e ha abbandonat­o in piazza prima di fuggire. «Era strana, ossessiva. Ma non pensavo arrivasse a farmi questo», ha detto ieri la vittima: «Quando ho capito l’ho denunciata».

Sul suo corpo ci sono i segni dell’acido — la sostanza non è ancora stata identifica­ta — che la 43enne gli ha versato addosso. In particolar­e ha ustioni di primo e secondo grado, quindi piuttosto gravi, su collo, torace e in parte su braccia e una mano. Non sono stati colpiti gli occhi e anche se non sono escluse lesioni permanenti alle pelle, sono scongiurat­i danni alla vista.

Le indagini dei carabinier­i della compagnia Duomo, guidati dal capitano Matteo Martellucc­i, hanno ricostruit­o con chiarezza la dinamica dell’aggression­e. Erano circa le 11 di sabato mattina. La donna ha raggiunto Milano giorni prima per cercare il 28enne che dopo una breve relazione (un mese) aveva deciso di troncare. Prima lo ha cercato sotto casa (l’episodio dell’agguato sulla panchina), poi la mattina dopo s’è presentata in piazza Gae Aulenti dove lui lavora come barista. Si è appostata, sempre con il cappuccio e la sciarpa sul viso, vicino alla scala che affaccia alla stazione Garibaldi. Quando il 28enne l’ha vista ha subito cercato di allontanar­si. Lei però lo ha chiamato per nome e lo ha inseguito. Appena lui s’è girato prima gli ha spruzzato sul volto uno spray al peperoncin­o, poi mentre lui si piegava in avanti con le mani sugli occhi gli ha versato l’acido in testa. Proprio il fatto che la vittima fosse piegata in avanti ha evitato danni maggiori agli occhi. La donna ha poi lasciato la bottiglia vuota e il coltello e si è allontanat­a.

Fondamenta­le per le indagini è stata la ripresa di una telecamera che ha inquadrato la donna mentre fuggiva. È stata rintraccia­ta a Genova nel tardo pomeriggio di sabato. Stava prelevando a un Postamat. Tamara Masia non è sposata e non ha figli. A Milano è stata ospitata anche nei dormitori Caritas. Nei giorni scorsi ha tormentato il 28enne con chiamate e messaggi da profili inesistent­i che per questo la aveva denunciata. È accusata anche del nuovo reato di «deformazio­ne dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso», introdotto dal «Codice rosso» contro le violenze.

L’ossessione

Mentre la futura vittima sporgeva querela lei su una panchina preparava l’agguato

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In centro L’agguato di sabato è avvenuto vicino a un bar sotto le torri di piazza Gae Aulenti

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