Varchi guasti I 434 forfait dell’Area C
Report sui varchi spenti per problemi tecnici in tre anni Falla invisibile ai guidatori. «Saranno sostituiti 42 punti»
Ogni anno la rete di severe e inflessibili telecamere di Area C registra oltre un centinaio di défaillance. Colpa della vecchiaia degli apparecchi, che non a caso, undici anni dopo la prima accensione, stanno andando in pensione. L’anno scorso, nel periodo che va da gennaio a settembre, la «macchina» di Area C ha avuto bisogno di un aiutino in 108 occasioni. Una volta su due il guasto ha impedito alla telecamera di sanzionare i passaggi. Nel 2017 sono stati 145 (e nel 52 per cento dei casi il varco ha dovuto alzare bandiera bianca), mentre nel 2018 sono stati 181, e sette volte su dieci è stato impossibile o quasi staccare multe.
Per il milanese imbruttito al volante è una certezza. Area C non ha pietà. Passi, paghi. Non si sfugge: quei cinque euro per conquistarti il diritto di ingolfare e sgasare nel centrogioiello della città devi sborsarli. E in fin dei conti è (quasi) così, anche se in realtà qualche passaggio a vuoto c’è. Ogni anno la rete di severe e inflessibili telecamere a difesa della Cerchia dei Bastioni registra infatti qua e là oltre un centinaio di défaillance. E quando questo Argo elettronico «perde» uno dei suoi tanti occhi, quello spicchio di visuale resta cieca per giorni. Liberi tutti? Non proprio. I fortunati ci sono, ma non sanno di esserlo. Bisognerebbe infatti sapere quale varco, e in quale data, resta in ombra. La colpa? Come spesso accade, oltre a una quota fisiologica di guasti, c’è pure la vecchiaia a farsi sentire. Non a caso, undici anni — e milioni di passaggi monitorati, fotografati, in parte sanzionati — dopo, le oltre duecento telecamere di Area C che dal 2008 sorvegliano il traffico in 42 punti stanno andando in pensione. «Si tratta di impianti per i quali non esistono più in commercio ricambi», spiegano dal Comune. Saranno sostituite da nuovissimi dispositivi di «ultima generazione», da poco acquistati per quasi un milione di euro.
A «svelare» gli acciacchi della congestion charge alla milanese è la risposta degli uffici a un’interrogazione del consigliere comunale forzista Alessandro De Chirico. È la fredda tabella a infierire sulle mancanze del vecchio sistema, raccontando che l’anno scorso, nel periodo che va da gennaio a settembre, la «macchina» di Area C ha avuto bisogno di un aiutino in 108 occasioni. Una volta su due (46 per cento) il guasto ha impedito alla telecamera di sanzionare i passaggi. E il periodo di «buio», in media, è durato sei giorni, il tempo necessario a rimettere in sesto il varco malato. Nel 14 per cento dei casi, poi, l’attività sanzionatoria è stata «parzialmente compromessa». Solo quattro volte su dieci il sistema ha proseguito stoicamente a pizzicare ogni ingresso.
Il dato del 2019 è solo parziale.
Zona a traffico limitato La mole di guasti accumulata negli ultimi anni è stata maggiore. Il documento cita i risultati del 2017 e del 2018. Nel primo caso c’è stato bisogno d’intervenire 145 volte nel corso dei dodici mesi e nel 52 per cento dei casi il varco in questione (riparato un filo più in fretta: in cinque giorni) ha dovuto alzare bandiera bianca. È andata peggio l’anno dopo: 181 blocchi di sei giorni ciascuno, e sette volte su dieci è stato impossibile o quasi staccare multe.
Le vecchie telecamere, ammettevano i tecnici comunali nella relazione per la nuova fornitura, «presentano un tasso di guasto tale da compromettere la possibilità di un utilizzo efficiente e il pieno conseguimento degli obiettivi di regolamentazione della circolazione dei veicoli». I futuri dispositivi, invece, saranno più efficienti: consentiranno d’incrementare la percentuale di infrazioni — garantiscono — «migliorando la percentuale di lettura delle targhe e le tipologie di targhe lette, anche straniere». Inoltre, peseranno meno sui conti del bilancio: «Diminuiranno i costi di manutenzione ordinaria degli apparati».
«Dalla risposta degli uffici emergono due cose — commenta l’azzurro De Chirico —: la prima riguarda gli ingressi delle auto straniere per cui, per ben otto anni, non sono state comminate multe. Il secondo punto sono gli elevati costi di manutenzione», ovvero quasi seicentomila euro nel 2018, ma una somma che è servita alla manutenzione delle telecamere che fanno la guardia a tutte le Ztl, alle corsie preferenziali, ad alcuni semafori per il rispetto del rosso, oltre agli autovelox. «Servirebbero poi controlli incrociati — conclude il consigliere d’opposizione — per verificare che le auto siano anche assicurate».
Nel 2019
In nove mesi 108 stop Il Comune: mancano i ricambi per gli impianti più datati