Ristoranti, hotel e fitness A Palestro il palazzo dell’Harry’s Bar milanese
Tra le vie Palestro e Senato due ristoranti, club bar, boutique e hotel
Un pezzo di storia della ristorazione e dell’ospitalità di lusso italiana nel mondo sbarca a Milano. Cipriani arriverà sotto la Madonnina nel 2021. All’edificio storico di Palazzo Bernasconi, l’eredità dell’iconico Harry’s Bar di Venezia. Nel palazzo, due ristoranti, un hotel, una palestra e una spa.
Ci vollero cinque anni e un’amicizia d’oltreoceano al suo fondatore per aprire le porte di quello che sarebbe diventato uno dei locali più iconici al mondo. Ottantanove per esportarne la fama da una parte all’altra del globo: a New York, Dubai e Hong Kong; Riyadh, Mosca e Mexico City; Miami, Ibiza e Montecarlo; Las Vegas, Abu Dhabi, Hong Kong e Punta Del Este. Gli anni Venti riporteranno lo storico marchio Cipriani in Italia, a Milano, seconda sede nostrana dopo l’indirizzo leggendario, quello di Venezia, fondato da Giuseppe Cipriani nel 1931 con la somma di 40.000 lire: l’Harry’s Bar, padre del Bellini e del carpaccio, locale culto di Hemingway che qui vi scrisse «Di là dal fiume e tra gli alberi», frequentato dai più influenti nomi della cultura novecentesca internazionale.
Il marchio sinonimo di ristorazione, ospitalità e lusso nel mondo sbarcherà sotto la Madonnina nel 2021 e lo farà a Palazzo Bernasconi. Il gruppo guidato oggi da Giuseppe Cipriani — nipote del fondatore e figlio di Arrigo, attuale patron del locale più famoso di Venezia — ha raggiunto un accordo per la locazione trentennale dell’edificio di via Palestro 24 con Merope Asset Management, società di investimento e sviluppo immobiliare di cui è socio con il 10,3 per cento il presidente di Fca John Elkann. «Cipriani è nato a Venezia nel 1931 con il Harry’s Bar per poi espandersi in tutto il mondo», dice Giuseppe Cipriani. Bissare in Italia, dopo i due Harry’s Bar (dichiarato nel 2001 patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali) e Harry’s Dolci in Laguna, e dopo quasi un secolo di storia, non era scontato: la scelta è caduta sulla città che sta vivendo una fase di crescita e innovazione uniche nel Paese. «Ora torna in
Italia, a Milano — continua il manager —, con un innovativo concept che mescola food, hospitality di alto livello e leisure. Per aprire a Milano era fondamentale trovare un luogo all’altezza delle nostre aspettative e Palazzo Bernasconi ha tutte le caratteristiche che stavamo cercando. Milano sta crescendo a livello internazionale e il gruppo Cipriani vuole essere parte di questo eccezionale sviluppo della città».
A Milano infatti il gruppo sperimenterà un nuovo format. Palazzo Bernasconi, acquisito nel settembre 2018 da Merope Asset Management, sarà interamente destinato ad accogliere il nuovo concept del gruppo. Nei 4.000 metri quadrati a disposizione, l’indirizzo ospiterà due ristoranti Cipriani, un club bar, un boutique hotel, una palestra e un centro benessere spa. L’edificio si sviluppa su quattro piani fuori terra e due interrati. La società di investimento con sede a Milano si è occupata della riqualificazione e del riposizionamento dell’immobile, che sarà consegnato a Cipriani entro il mese di settembre 2020, per essere aperto al pubblico nel 2021.
«Siamo orgogliosi e onorati che Palazzo Bernasconi, un landmark assoluto di Milano, sia stato scelto da un brand come Cipriani che affonda le sue radici in Italia e al contempo è riconosciuto a livello internazionale — commenta Pietro Croce, fondatore e ceo di Merope Asset Management —. Giuseppe Cipriani ha portato il meglio dell’italianità nel mondo; lavorare con lui e il suo team è entusiasmante. Si tratta di un player di altissimo livello che darà al nostro Palazzo Bernasconi lo splendore che merita e porterà un importante contributo alla città di Milano, che sta vivendo una straordinaria fase di crescita».
L’indirizzo che aprirà in città è solo l’ultimo di una lunga serie, iniziata con la storia di un’amicizia e di una generosità ripagata. Alla fine della prima guerra mondiale, Giuseppe Cipriani è barman all’hotel Europa & Britannia in Laguna. Qui, nel 1927, risiede un giovane studente statunitense, Harry Pickering, trasferitosi in quegli anni a Venezia con una zia per tentare di curarsi dall’alcolismo. Dopo un litigio, la zia riparte per l’America lasciando il nipote solo e senza un soldo. Cipriani, nel frattempo diventato amico di Pickering, gli presta 10.000 lire per permettergli di rientrare in patria. Un gesto che Harry non avrebbe dimenticato: nel febbraio 1931 il giovane torna a Venezia e rintraccia l’amico per restituirgli la somma avuta in prestito, con l’aggiunta di altre 30.000 lire.
Da qui in avanti la storia è leggenda: con il capitale ricevuto, l’allora 31enne Giuseppe decide di aprire un bar in un vecchio deposito di cordami vicino a piazza San Marco e di chiamarlo Harry’s Bar in onore dell’amico americano. Aperto il 13 maggio 1931, il locale è diventata un’istituzione di Venezia nel mondo. Il nuovo decennio appena iniziato potrà dire se la sua avventura milanese avrà altrettanto successo.