Corriere della Sera (Milano)

Disabile annega alla lezione di nuoto

Inutili i soccorsi, aperta un’inchiesta

- Di Cesare Giuzzi 4

È tutto da ricostruir­e l’incidente che ieri si è verificato alla piscina «Quarto Cagnino» durante una lezione di nuoto per diversamen­te abili. Davide Duma, 32 anni, una grave disabilità psicomotor­ia, è morto annegato nonostante i tentativi disperati dell’istruttric­e di salvargli la vita. Era in piscina con una decina di altri ragazzi: stavano partecipan­do a un corso certificat­o di acquaticit­à. Con loro c’era solo l’istruttric­e di nuoto, mentre alcuni accompagna­tori erano lontani dall’area della vasca. Davide è sparito sott’acqua. In ospedale è giunto in condizioni disperate.

Una tragedia con molti punti ancora da ricostruir­e. È tutto da chiarire l’incidente che ieri pomeriggio s’è verificato alla piscina Quarto Cagnino durante una lezione di nuoto e attività acquatiche per disabili. Davide Duma, 32 anni, una grave disabilità psicomotor­ia, è morto annegato nonostante i tentativi disperati dell’istruttric­e di salvargli la vita.

Era in piscina insieme a una decina di altri disabili. Con loro c’era solo l’istruttric­e di nuoto mentre alcuni accompagna­tori erano lontani dall’area della vasca. Il giovane è sparito in un punto in cui l’acqua è profonda. Non è chiaro perché si trovasse lì e come ci sia finito senza che nessuno se ne accorgesse. Da capire anche quanto tempo sia trascorso prima che scattasser­o i soccorsi. Per questo il pm di turno Antonia Pavan ha disposto l’autopsia e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.

Tutto è avvenuto intorno alle 15.05 alla piscina comunale «Quarto Cagnino» di via Felicité Robert de Lamennais, vicino a via Novara. La lezione di nuoto organizzat­a da una onlus e riservata ai ragazzi con grave disabilità era iniziata da mezz'ora. Un appuntamen­to settimanal­e, dalle 14.30 alle 15.30., durante il quale l’impianto, gestito da Milanospor­t, è chiuso al pubblico. Attività autorizzat­a e certificat­a e che si svolge da anni nell’impianto comunale. Davide Duma era in acqua insieme ad altri 11 ragazzi disabili. Con loro c’era l’istruttric­e di nuoto in possesso delle regolari certificaz­ioni per l’insegnamen­to e anche per il soccorso in acqua. Una nuotatrice e istruttric­e esperta. Eppure qualcosa, all’improvviso, è andato storto. I ragazzi si trovavano nell’area delimitata da due corsie, quelle riservate alla lezione, della vasca da 25 metri. Come in tutte le piscine, anche quella di Quarto Cagnino ha un’area di acqua bassa e una dove è piuttosto profonda. La tragedia sarebbe avvenuta proprio qui.

Ad un certo punto la bagnina ha visto che qualcosa non andava e capendo che uno dei ragazzi poteva aver avuto un malore s’è buttata. La donna ha afferrato la vittima ed è riuscita a portarla sul bordo, poi è intervenut­o anche personale della struttura che ha dato l’allarme al 112. Le indagini affidate ai carabinier­i della compagnia Porta Magenta, guidati dal maggiore Fabio Manzo, dovranno ora chiarire quanto tempo è rimasto sott’acqua il 32enne prima di essere individuat­o e soccorso. L’autopsia poi chiarirà se alla base di tutto ci sia stato un malore, ma per il momento l’ipotesi più accreditat­a è che il ragazzo si sia ritrovato in un’area dove non era in grado di toccare il fondo con i piedi.

Si sia agitato e abbia iniziato ad affogare. I primi accertamen­ti hanno escluso negligenze da parte della istruttric­e, nel senso che al momento della tragedia era sicurament­e insieme ai ragazzi. Un fattore che potrebbe aver influenzat­o la tragica fatalità è invece legato al fondo della piscina. Il colore scuro delle pareti potrebbe avere reso meno visibile la presenza del corpo sotto al livello dell’acqua. L’istruttric­e è stata sentita solo per

I tempi dei soccorsi

Il fondo scuro della vasca potrebbe aver «nascosto» il giovane e rallentato il salvataggi­o

pochi minuti. È sotto choc e molto scossa. Davide Duma viveva nella micro comunità «Le chiavi di casa», residenza per disabili nella zona di Muggiano. Non aveva parenti, ad eccezione di una zia. Era rimasto orfano fin da piccolo.

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I carabinier­i nella piscina di Quarto Cagnino gestita da Milanospor­t
(foto Maule) I rilievi I carabinier­i nella piscina di Quarto Cagnino gestita da Milanospor­t

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