Disabile annegato: sicurezza sotto esame
Inchiesta sul disabile annegato, sequestrato il dispositivo medico
Èvicina — anche se non ancora formalizzata — l’iscrizione nel registro degli indagati dei primi nomi in seguito alla morte del 32enne disabile Davide Duma, annegato martedì nella piscina di Quarto Cagnino. L’inchiesta è aperta con l’ipotesi di omicidio colposo. Ma l’iscrizione degli eventuali indagati sarà in questa fase un atto dovuto, a garanzia della difesa. La ricostruzione della tragedia non è ancora stata ultimata. C’è però il sospetto che Davide sia rimasto per diversi secondi sott’acqua prima di essere soccorso. Sequestrato il defibrillatore dell’impianto.
È vicina, ma non ancora formalizzata, l’iscrizione dei primi indagati per la morte del 32enne disabile Davide Duma annegato martedì nella piscina di Quarto Cagnino.
Vicina perché dopo l’apertura dell’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, l’iscrizione nel registro degli indagati delle persone che dovevano vigilare sul 32enne e sugli altri 11 disabili impegnati nel corso di nuoto è cosa quasi scontata. Se non altro per permettere a coloro che potrebbero aver avuto una responsabilità nella tragedia di partecipare con i propri legali ad eventuali accertamenti irripetibili. Ed, se si farà in tempo, di nominare propri consulenti in vista dell’esame autoptico sul corpo del giovane. In casi simili, infatti, la formulazione degli indagati è più un atto dovuto, a garanzia della difesa, che una reale indicazione di sospetta responsabilità penale.
L’indagine, da questo punto di vista, è infatti ancora alle prime battute e prima di poter fornire una ricostruzione dell’incidente i carabinieri della compagnia Porta Magenta vogliono proseguire con l’ascolto dei testimoni e reperire quante più informazioni possibili. Ad esempio è stato posto sotto sequestro il defibrillatore semiautomatico usato dall’istruttrice di nuoto che ha soccorso il 32enne portandolo fuori dall’acqua e a bordo vasca. Davide Duma aveva ormai perso conoscenza non è chiaro però se il suo cuore avesse smesso di battere. Il defibrillatore, infatti, potrebbe non essere entrato in funzione. Ma non è detto che ci sia stata una anomalia. Perché se in quel momento il battito cardiaco era ancora presente l’apparecchio è correttamente progettato per non entrare in funzione. Anche sul Dae, comunque, verranno eseguiti esami approfonditi.
Diversa, e molto più delicata, è un’altra questione: stabilire quanto il corpo del 32enne sia rimasto sott’acqua, e quindi senza ossigeno. Il sospetto è che siano trascorsi diversi secondi. Nelle prossime ore il fascicolo aperto dal pm di turno Antonia Pavan sarà trasferito al Dipartimento ambiente, salute, sicurezza e lavoro coordinato dall’aggiunto Tiziana Siciliano.
Ieri sono stati trasmessi i primi atti raccolti dai carabinieri. Fondamentale sarà anche l’esito dell’autopsia: Davide Duma, affetto da una grave forma di deficit psicomotorio, è stato colpito da un malore? Oppure la morte per annegamento è dovuta allo stato di
Omicidio colposo
I pm verso l’iscrizione dei primi indagati per la morte del 32enne Davide Duma