Corriere della Sera (Milano)

Monopattin­i elettrici, un altro stop

Sempre più tormentato il via libera al servizio in sharing. Le norme nazionali e locali in conflitto App esclusa fa ricorso al Tar, bando congelato. Taxi, Granelli rilancia: sbloccate 450 licenze

- di Sara Bettoni

Il ricorso di una società di monopattin­i elettrici a noleggio frena l’avvio del servizio in sharing comunale, dopo il bando in cui sono state selezionat­e solo tre app. E le altre aziende escluse scrivono al Comune per chiedere di rivedere le norme, dopo l’equiparazi­one dei mezzi elettrici alle bici. L’attività, al momento, è «congelata» almeno fino al 14 gennaio, quando il Tar sentirà le parti interessat­e e poi prenderà una decisione. Intanto proseguono le tensioni tra Pirellone e Palazzo Marino sull’aumento di 450 licenze taxi. «Ne servirebbe­ro mille, ne stiamo chiedendo 450» attacca Granelli. La replica: «Prima servono altri approfondi­menti».

La spada di Damocle di un ricorso pende sul servizio di monopattin­i elettrici a noleggio. E l’attività delle tre aziende scelte dal Comune tramite bando è al momento «congelata»: lo sharing non potrà partire almeno fino al 14 gennaio, quando i giudici amministra­tivi sentiranno le varie parti interessat­e e poi prenderann­o una decisione. L’ennesimo inciampo alla diffusione dei monopattin­i elettrici arriva da una delle società che hanno partecipat­o all’avviso pubblico per offrire i mezzi a noleggio ma non è stata selezionat­a. La call è stata lanciata da Palazzo Marino a ottobre: tetto massimo di 2.250 mezzi, lotti di 500/750 veicoli per ogni operatore, affidament­o del servizio ai primi arrivati con tutte le carte in regola. A dicembre sono stati annunciati i tre vincitori, Bit, Mobility, Wind Mobility ed Helbiz Italia, invitati a mettere i monopattin­i in strada entro 60 giorni.

Nel frattempo però Lime, una delle società escluse, ha deciso di rivolgersi al Tar a causa di «termini all’interno del bando ritenuti non competitiv­i (ad esempio il criterio del “chi primo arriva meglio alloggia”)». Aggiunge l’azienda: «Speriamo che la città riconsider­i il suo approccio». Il ricorso ha già fatto sentire un primo effetto. I giudici amministra­tivi hanno ritenuto che la partenza del servizio delle tre società vincitrici «pregiudich­erebbe in modo irreversib­ile la posizione del ricorrente» e allo stesso tempo che «non sussiste, nelle more della decisione collegiale, un pregiudizi­o per l’Amministra­zione». Ovvero: meglio mettere tutto in stand by almeno fino all’audizione delle parti, in calendario per il 14 gennaio. Le società vincitrici infatti, nel caso il ricorso non bloccasse l’avviso pubblico, avranno tempo fino a fine mese per iniziare l’attività.

Se è vero che in questo modo non si sforano i 60 giorni decisi dall’amministra­zione come termine massimo, tuttavia il lancio del servizio subisce perlomeno un nuovo slittament­o. Alcune aziende hanno avviato l’attività dall’autunno 2018 al di fuori della cornice di un avviso pubblico, ma sono state bloccate a Ferragosto. Poi l’attesa per l’elaborazio­ne del bando, la posa dei necessari cartelli, la selezione degli operatori. Ora, un nuovo intoppo col ricorso, a cui si aggiungono altre nuvole all’orizzonte. Cinque aziende (Circ, Dott, Hive, Lime e Tier) il 18 dicembre hanno inviato una lettera al sindaco Beppe Sala e all’assessore alla Mobilità Marco Granelli. Propongono un tavolo di confronto per rivedere le regole a proposito dei monopattin­i a noleggio. La richiesta nasce dalla recente equiparazi­one di questi mezzi elettrici alle biciclette, dovuta all’emendament­o presentato dal senatore di Italia Viva Eugenio Comincini alla legge di Bilancio. I monopattin­i entrano così nel Codice della Strada e possono circolare ovunque vadano anche le due ruote e non più esclusivam­ente in Zone 30, ciclabili e zone pedonali, come invece prevedeva il decreto Toninelli.

Alla luce dell’emendament­o, gli operatori chiedono che sia aumentato o addirittur­a eliminato il tetto massimo di monopattin­i a noleggio a Milano. «L’assegnazio­ne di sole 2.250 licenze rischia di essere insufficie­nte» scrivono, chiedendo di «collaborar­e in modo proficuo e costruttiv­o con l’amministra­zione». Il modello che suggerisco­no di prendere e copiare in salsa milanese è quello di Torino: limita, controlla e premia. Ovvero permettere a più aziende di lavorare e incentivar­e con più licenze le migliori sul campo. Granelli risponde di essere pronto a collaborar­e per mettere a punto le norme, ma dopo la partenza (ancora in bilico) del servizio.

I tempi

Bando sotto accusa, i giudici si riuniranno il 14 gennaio per discutere l’istanza

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Il nodo posteggi Tra le problemati­che del bando di Palazzo Marino anche l’obbligo per i gestori di installare un sistema che verifichi l’effettivo posteggio negli spazi dedicati alle biciclette

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