Aule al freddo: proteste e danni Sospesi in 76
All’Isis «Newton» di Varese: cori e danni agli uffici. Il preside: sabotaggio. I ragazzi: esasperati
Tredici gradi in palestra, 15 nelle aule. È scoppiata la rivoluzione per il grande freddo all’Isis «Isaac Newton» di Varese. Il conto della protesta è di 76 alunni sospesi per tre giorni a causa dell’occupazione. Il preside: «Alcune aule avevano finestre aperte e termovalvole spente, un vero sabotaggio».
Tredici gradi in palestra, quindici nelle aule, e a scuola scoppia la rivoluzione. Risultato: 76 alunni sospesi per tre giorni a causa dell’occupazione e dei danneggiamenti in presidenza. Tutto è successo mercoledì scorso, secondo giorno di lezioni dopo le vacanze natalizie quando all’arrivo in aula gli alunni dell’Isis «Isaac Newton» di Varese, quartiere Casbeno, si accorgono che la temperatura delle classi risulta molto bassa. Viene avvisato il preside che a sua volta allerta i tecnici della Provincia e la riparazione avviene in mattinata. Tra i banchi però, i caloriferi freddi fanno scaldare gli animi degli studenti che si alzano per protestare, escono in corridoio con l’intenzione di marciare alla volta della presidenza. «Un fatto gravissimo che mi ha obbligato a sospendere fino a sabato alcuni dei partecipanti alla protesta», spiega il dirigente scolastico Daniele Marzagalli, 41 anni che fornisce la sua versione dei fatti. «Prima delle 8 la caldaia era in blocco, ma i tecnici già alle 9.30 stavano lavorando. Assieme a un collega ho fatto una serie di sopralluoghi e le temperature risultavano sì basse, ma accettabili; solo in palestra faceva freddo, ma questo è purtroppo un problema cronico. Ho chiesto ai ragazzi di pazientare perché l’alternativa sarebbe stata una scelta sbagliata, cioè mandare a casa 1.300 studenti mentre all’esterno c’erano due gradi per giunta in una giornata di blocco dei treni per via dello sciopero». Dopo il secondo intervallo, all’ultima ora, il finimondo: «Mentre ero fuori dall’ufficio per verificare la situazione un gruppo di studenti ha cominciato ad aizzare altri alunni che hanno invaso il pianterreno dove si trova la presidenza e dove alla fine dei cori e delle urla abbiamo trovato un buco nella parete di cartongesso e una maniglia rotta. Alcune aule avevano le finestre aperte e le termovalvole dei caloriferi spente. Un vero e proprio sabotaggio».
Tra i sospesi c’è anche un rappresentante d’istituto, il
Caos
La dirigenza aveva avvisato i tecnici, ma la situazione è degenerata
Il delegato Non è la prima volta che avvengono proteste simili, ma tra noi studenti, mercoledì, qualcuno ha esagerato
diciottenne Mehdi Rabbal che getta acqua sul fuoco: «Ero in presidenza per cercare di placare gli animi di centinaia di ragazzi. Non è la prima volta che avvengono proteste del genere, solo che stavolta qualcuno ha superato i limiti, è vero. Chiedevamo solo che il preside fosse dalla nostra parte per dare un messaggio forte alla Provincia sulle manutenzioni, perché non vogliamo più far lezione al freddo». Ora la caldaia è ripartita ma le sospensioni restano, fra rabbia di studenti e genitori.