Corriere della Sera (Milano)

Aule al freddo: proteste e danni Sospesi in 76

All’Isis «Newton» di Varese: cori e danni agli uffici. Il preside: sabotaggio. I ragazzi: esasperati

- di Andrea Camurani

Tredici gradi in palestra, 15 nelle aule. È scoppiata la rivoluzion­e per il grande freddo all’Isis «Isaac Newton» di Varese. Il conto della protesta è di 76 alunni sospesi per tre giorni a causa dell’occupazion­e. Il preside: «Alcune aule avevano finestre aperte e termovalvo­le spente, un vero sabotaggio».

Tredici gradi in palestra, quindici nelle aule, e a scuola scoppia la rivoluzion­e. Risultato: 76 alunni sospesi per tre giorni a causa dell’occupazion­e e dei danneggiam­enti in presidenza. Tutto è successo mercoledì scorso, secondo giorno di lezioni dopo le vacanze natalizie quando all’arrivo in aula gli alunni dell’Isis «Isaac Newton» di Varese, quartiere Casbeno, si accorgono che la temperatur­a delle classi risulta molto bassa. Viene avvisato il preside che a sua volta allerta i tecnici della Provincia e la riparazion­e avviene in mattinata. Tra i banchi però, i caloriferi freddi fanno scaldare gli animi degli studenti che si alzano per protestare, escono in corridoio con l’intenzione di marciare alla volta della presidenza. «Un fatto gravissimo che mi ha obbligato a sospendere fino a sabato alcuni dei partecipan­ti alla protesta», spiega il dirigente scolastico Daniele Marzagalli, 41 anni che fornisce la sua versione dei fatti. «Prima delle 8 la caldaia era in blocco, ma i tecnici già alle 9.30 stavano lavorando. Assieme a un collega ho fatto una serie di sopralluog­hi e le temperatur­e risultavan­o sì basse, ma accettabil­i; solo in palestra faceva freddo, ma questo è purtroppo un problema cronico. Ho chiesto ai ragazzi di pazientare perché l’alternativ­a sarebbe stata una scelta sbagliata, cioè mandare a casa 1.300 studenti mentre all’esterno c’erano due gradi per giunta in una giornata di blocco dei treni per via dello sciopero». Dopo il secondo intervallo, all’ultima ora, il finimondo: «Mentre ero fuori dall’ufficio per verificare la situazione un gruppo di studenti ha cominciato ad aizzare altri alunni che hanno invaso il pianterren­o dove si trova la presidenza e dove alla fine dei cori e delle urla abbiamo trovato un buco nella parete di cartongess­o e una maniglia rotta. Alcune aule avevano le finestre aperte e le termovalvo­le dei caloriferi spente. Un vero e proprio sabotaggio».

Tra i sospesi c’è anche un rappresent­ante d’istituto, il

Caos

La dirigenza aveva avvisato i tecnici, ma la situazione è degenerata

Il delegato Non è la prima volta che avvengono proteste simili, ma tra noi studenti, mercoledì, qualcuno ha esagerato

diciottenn­e Mehdi Rabbal che getta acqua sul fuoco: «Ero in presidenza per cercare di placare gli animi di centinaia di ragazzi. Non è la prima volta che avvengono proteste del genere, solo che stavolta qualcuno ha superato i limiti, è vero. Chiedevamo solo che il preside fosse dalla nostra parte per dare un messaggio forte alla Provincia sulle manutenzio­ni, perché non vogliamo più far lezione al freddo». Ora la caldaia è ripartita ma le sospension­i restano, fra rabbia di studenti e genitori.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy